Appena mi fermai bevvi un sorso d'acqua, mi hanno sempre insegnato a bere sorsi d'acqua in modo costante durante l'allenamento, per idratare veramente bene il mio corpo.

Per continuare l'allenamento delle gambe feci dieci minuti di corsa sul tapis roulant. Poi passai alle braccia e per scaldarmi feci una serie di piegamenti con le ginocchia piegate, perché ancora non riuscivo a farli con le gambe tese, e poi passai a delle flessioni delle braccia con dei pesi da cinque chili.

Alla fine del mio allenamento erano le 6, e per passare il tempo feci una seria completa di addominali e plank.

6.30.

"E ora cosa faccio?" chiesi a me stessa, mi guardai attorno e notai che la palestra iniziava a riempirsi, e siccome non mi sentivo a mio agio in leggins e reggiseno sportivo feci una corsetta verso l'ascensore per tornare in camera e mettermi una tuta.

L'ascensore rispose quasi subito, e arrivò in pochi secondi.

Entrai in camera mia, sollevata che Alessandra stesse ancora dormendo.

Velocemente mi spogliai e mi buttai sotto il getto caldo d'acqua.

La doccia era sempre il luogo in cui riflettevo di più.
E in quel momento stavo pensando a quando mi avrebbe fatto piacere rivedere Dylan quel giorno, magari uscire per bere qualcosa o farci una passeggiata, riprendere l'atmosfera di ieri sera.

Ieri sera.

Come un flash la mia mente mi fece rivivere la serata precedente, era decisamente stato un colpo di fulmine, a prescindere che io lo conoscessi già prima di quella sera. È una persona piacevole e divertente, e anche molto affascinante.

Uscii dalla doccia e mi avvolsi nell'accappatoio.

Mezz'ora dopo ero pronta e sistemata per andare a fare colazione.

Appena entrai nella sala ristorante presi un piatto e lo riempii con il più cibo possibile, lo appoggiai al tavolo e poi andai a prendere una tazza di latte.

Finalmente potevo godermi la mia colazione.

La sedia di fronte a me si spostò.

"Fai finte che abbia detto qualcosa di divertente e ridi." io presa alla sprovvista feci ciò che mi venne chiesto e mi feci uscire dalle labbra una risata falsa.

"Buongiorno, suppongo." ridacchiai e guardai il ragazzo di fronte a me.

"A te, mademoiselle."

"Addirittura francese." sorrisi e addentai un boccone di pancake.

"Come mai sveglia già a quest'ora?"

"Soffro d'insonnia, mi sono svegliata alle cinque meno un quarto." sorrisi cordiale "Tu invece?"

"Hai mai provato ad andare da un dottore? Magari può darti dei consigli, o un modo per risolvere la situazione. Comunque io semplicemente adoro svegliarmi presto e guardare la città popolarsi."

"Non me la dai a bere, ti avviso." risi.

"Ho ricevuto una chiamata alle 6.30, e dunque ora eccomi qui." sbuffò.

"Perché non hai provato a riaddormentarti?"

"Perché non ne sono capace." lo guardai confusa "Non avevo il mio cuscino, e quindi è già tanto che mi sia addormentato una volta." disse triste.

"Giusto, porti ovunque il tuo cuscino, me n'ero dimenticata."

"Non penso di avertelo mai detto." arrossii.

Just Like A Dream - Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora