Capitolo uno

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Capitolo uno:

Canzone per la lettura: Harry Styles, Canyon Moon.

Ero stanca di vivere sempre le stesse cose, di provare sempre gli stessi gusti e di sentirmi sempre cosi in gabbia. Non voglio essere fraintesa, sono felice e grata per quello che la vita mi ha donato, ma spesso mi guardo attorno e non sento di appartenere a questo posto, a questa realtà. Sento di avere una mentalità diversa, una mentalità aperta che ama scoprire e scoprirsi. Non voglio stare in questo posto per sempre, voglio viaggiare e assaporare le esperienze nuove che il mondo li fuori mi riserva. Ho da anni percepito la realtà in cui vivo come qualcosa dal quale apprendere, formarmi per poi spiccare definitivamente il volo. Vorrei soltanto riuscire ad ottenere un buon diploma e a godermi i miei affetti per poi partire. Partire non per sempre, ma partire per fare esperienze, per sentirmi finalmente la persona che vorrei essere: libera.

Per questi motivi ho deciso, nel bel mezzo del mio 4 semestre all'università di medicina, di partire per l'America per qualche settima per andare a trovare la mia migliore amica che stava studiando l'inglese.

Sono sempre stata una persona riflessiva e prendere questa decisione mi sembrava, per assurdo data la pandemia mondiale in corso, una delle scelte migliori che potessi fare per togliermi da questa situazione di stallo mentale nella quale mi trovavo.

Per questo motivo durante il viaggio ho pensato a quanto sono stata fortunata ad avere l'accesso in America malgrado non ho nessuna delle condizioni necessarie per ottenere una libera entrata sul territorio. Ho da subito pensato che si trattava di una svista ma da quello che riferiva l'ambasciata Americana erano arrivati ad un periodo in cui lasciavano più libertà di accesso sul suolo americano.

Durante il volo ero nervosa perché sapevo che le mie intenzioni non erano quelle di tornare a casa presto ma avrei tanto desiderato vivermi il momento. Sono sempre stata convinta che i viaggi migliori sono quelli dove non si ha ancora il viaggio di ritorno riservato, ma nel mio caso il volo di ritorno era prefissato proprio per via dell'università. Avrei continuato i corsi di medicina, i quali mi appassionavano molto.

Il mio itinerario di permanenza riservava per le prime due settimane ferie, ma nelle successive settimane avrei dovuto ingegnarmi per trovare un modo nel quale continuare ad essere presente alle lezioni online, malgrado il fuso orario.

Una volta atterrata e passato il controllo in aeroporto, mi sono convinta effettivamente di essere in America e che nessuno mi avrebbe rimandato in dietro prima di vedere la fantastica Los Angeles. Ero molto contenta ma lo sono stata ancora di più quando ho visto la mia migliore amica aspettarmi.

"abbigliamento sempre sobrio", dice abbracciandomi.

Stavo indossando un training, una maglietta corta bianca e un pullover della Nike agganciato attorno ai fianchi. Avevo letto alcune recensioni sul fatto che in volo la cosa migliore è viaggiare con la tuta, e posso soltanto che confermare.

Il viaggio verso l'alloggio della mia amica, del quale usufruivo a scrocco, è stato dei migliori: il tempo passato separate non interferiva assolutamente sull'amicizia e sul bel rapporto che avevamo da quando eravamo piccole. Io e Lynn ci conosciamo da una vita ed è scontato dire quante avventure e disavventure avevamo vissuto insieme. Tralasciando questo particolare i racconti della mia amica erano eccitanti: mi informò di alcune piccole feste fatte nel residence scolastico e di quanto i suoi compagni di corso fossero simpatici e aperti. Io invece raccontai gli esami appena dati all'università e di quando i miei genitori fossero stati agitati e contrari a questa partenza a causa del covid.

Colgo un momento di silenzio per ammirare la meravigliosa California: molto trafficata ma stupenda. I colori, l'aria calda e soprattutto la sensazione di libertà erano qualcosa di meraviglioso. Non mi importava minimamente di quello che sarebbe avvenuto dopo perché ero qui, e stavo vivendo una grande fortuna.

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