82. La dura realtà

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“Harry mi prende la mano mentre ci incamminiamo verso l'ingresso, forse sperando di passarmi un po' della sua forza.

Non so ancora come si avvenuto l'incidente, non so niente. So solo che è morto, e che ho la certezza di non potergli più parlare, di non poter più scherzare, ridere e giocare con lui.

“Siamo qui per.... Zayn, Zayn Malik.” Dice Harry con la voce spezzata, senza vita. L'infermiera dietro al bancone controlla sul computer e il suo sguardo si rattristisce immediatamente, quando vede che è morto.

“Sapete che è.. deceduto, vero?” Chiede guardandoci.

“Si.” Rispondo io, trattenendo le lacrime che minacciano di scendere di nuovo.

“Siete amici o familiari?” Chiede dopo pochi secondi di silenzio.

“Sono la sorella. Lui è....” Dico indicando Harry “Un suo amico.” Mento. Beh non del tutto, non erano amici ma so che in fondo si volevano bene.

“Seguitemi.” Dice alzandosi dalla sedia e facendoci strada lungo un corridoio lunghissimo.

E' strano vedere l'ospedale così tranquillo. Sono le tre di mattina e tutti ancora dormono, gli unici che girano nei corridoi siamo io, Harry, e dei dottori.

La donna chiama l'ascensore e noi ci entriamo, io più lentamente che mai. Non voglio vederlo, non voglio vedere mio fratello senza vita.

Quando le porte si riaprono mi sento cedere. Capisco che siamo all'obitorio, il posto dove tengono i cadaveri.

Percorriamo un lungo corridoio, pieno di porte, porte che non voglio aprire. Le uniche luci presenti nel buio e nella tristezza di questo posto sono le lampade poste sopra le nostre teste, che liberano una luce bianca, troppo chiara, troppo fioca. Persino quella luce sa che posto orribile sia questo.

Raggiungiamo un porta, bianca, proprio come tutte le altre.

“Restateci quanto volete. Quando volete venire via chiamate il bottone rosso.” Dice la donna indicandoci un bottone post di fianco alla porta. Poi aggiunge: “Mi dispiace. Condoglianze.” Detto questo se ne va, lasciandoci lì, da soli, davanti a quella porta bianca che non avrò mai il coraggio di aprire.

Ho sempre immaginato gli ostacoli come tante porte. Per superare gli ostacoli bisogna affrontarli. Per affrontarli bisogna aprire la porta e attraversarla.

Non avrei mai pensato che un giorno sarei davvero stata di fronte ad una porta, e che il mio ostacolo sarebbe stata aprirla.

“Jennifer? Hai sentito quello che ho detto?” Dice Harry, scrollandomi le spalle.

“Cosa? No.” Scuoto la testa.

“Ho chiesto cosa vuoi fare. Te la senti veramente di entrare?”

“No, in realtà.” Dico mettendomi le mani sul viso, e premendole contro di esso. Come se volessi soffocarmi, smettere di respirare, e smettere di vivere, una volta per tutte. Come ha fatto Zayn.

La porta davanti a noi si apre, spaventando entrambi.

Luke e Louis escono da lì dentro, chiudendo la porta subito dietro di loro.

“Non sapevo foste lì dentro.” Dice Harry.

“Non sapevo foste qui fuori.” Imita Louis.

“Com'è?” Chiede Harry, ovviamente riferendosi a Zayn.

Luke e Louis mi guardano, preoccupati.

“Non è bello vederlo così. Jennifer.” Mi chiama Louis “Se devi entrare qui dentro devi prepararti, ci vuole fegato. Ma è un tuo diritto entrarci.”

Half a heart ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora