𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚠𝚘

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"Mi chiamo Izuku, Midoriya Izuku e il mio quirk è-"

"Un quirk mai avuto, ma che si è magicamente manifestato dopo quindici anni" sbotta Kacchan, interrompendomi.

"Chi ancora vuoi prendere in giro, eh?"

Le sue parole, cariche di rabbia e di odio, mi portano a pensare a cosa possa mai avergli fatto di così tanto grave, da aver provocato questo tipo di reazione da parte sua. Lo guardo stupito, nonostante sappia che da lui posso aspettarmi di tutto.

"Non mi sembra che qualcuno abbia fiatato durante la tua presentazione, Bakugo"

"Tsk."

"Non importa, professore. Passi pure avanti" concludo sedendomi, sotto lo sguardo attento dei miei compagni.

Le presentazioni continuano, finchè non vedo improvvisamente tutti alzarsi; probabilmente il professore ha detto qualcosa, ma la mia testa era come sempre tra le nuvole, da non farmi neanche notare che qualcuno avesse proferito parola.

Mi alzo e seguo la massa di studenti diretta verso la porta.

"La mia ora finisce qua. Vi affido al profess-"

"ECCOMI, AIZAWA!" grida una voce a me familiare, proveniente dal fondo del corridoio.

Una figura che riconoscerei tra mille si muove correndo alle spalle del professore. Sbarro gli occhi nel vederlo, e ci metto qualche secondo a realizzare che non sto sognando. Mai, neanche lontanamente, avrei pensato di ritrovarlo qui, come mio insegnante.

"Vi affido ad All Might. A domani, ragazzi" conclude, per poi chiudersi in un sacco a pelo e addormentarsi, lasciando ognuno di noi stupito a causa di quel gesto inaspettato.

"Bene, cari giovani amici. Da questo momento, sarò uno dei vostri insegnanti" esclama sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi.

I volti dei miei compagni esprimono assoluto stupore, sia perché si tratta di All Might, sia perché vederlo in veste di insegnate fa un certo effetto che definisco alquanto strano.

"È giunto il momento di visitare il posto in cui apprenderete tante nuove cose nei prossimi mesi - continua -. Seguitemi"

"Professore, e il dormitorio?" domanda una ragazza rosa dalla testa ai piedi, con due antenne tra i capelli, senza ricevere alcuna risposta, ma un semplice e solito sorriso da parte dell'eroe.

skip time

Dopo un'intera mattinata passata a visitare ogni angolo dell'edificio, è arrivata l'ora di pranzo, perciò la mia attuale meta è la mensa, dal cui bancone, appena giunto, ordino una porzione di riso e dell'insalata.

Vista la mia voglia di socializzare, non appena preso il vassoio tra le mani cerco un tavolo vuoto e, appena ne scorgo uno, mi avvicino e mi ci siedo, cominciando a mangiare, e contemporaneamente a pensare.

Poso lo sguardo sull'orologio, il quale mostra che sono le tredici e venti e, tra quaranta minuti, dovrò recarmi all'ingresso del dormitorio: All Might aspetta tutti lì per fornirci le ultime informazioni a riguardo della medesima struttura.

Poi la mia testa, come sempre accade, finisce altrove, chiedendosi cosa possa aspettarmi dal momento che sono qui.

Dovrò stringere i denti, specialmente perché so che qualcuno mi darà del filo da torcere. E non mi riferisco solo a Kacchan; so che, se continua a comportarsi così, potrebbe influenzare il resto della classe, come è già successo negli anni passati, e che riaccada è una delle ultime cose che voglio. Non saprei reagire, e trovare la forza per non crollare nuovamente di fronte a tali cattiverie non sarebbe certamente facile per me.

Restare solo è la scelta mugliore che potessi fare, visti i miei problemi di fiducia che, col tempo, sono andati via via aggravandosi. Tuttavia, la situazione mi ha sconvolto. Non avevo tenuto in considerazione la possibilità di ritrovare Kacchan nella mia stessa classe, seduto, tra l'altro, a pochi banchi di distanza dal mio.

Ho imparato a non dare importanza al giudizio altrui; in fondo, le persone saranno sempre pronte a criticarti, nonostante tu cerchi di dargli motivo di non parlare. Eppure la sua presenza mi innervosisce, e non so spiegarmi il perché.

La mia coscienza pensa sia paura, eppure io voglio solo che in questo momento stia zitta e mi lasci in pace.

Scaccio quei pensieri dalla mia mente, consapevole che presto torneranno a perseguitarmi come spesso e volentieri hanno fatto, rendendomi in seguito conto che, gran parte del riso, è finita nel mio stomaco senza che me ne accorgessi.

"Scusa, posso sedermi?"

Alzo lo sguardo e scruto chi mi ha rivolto la parola.

𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora