Capitolo 13 ~ Paura

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“I ragazzi hanno fatto qualcosa che le ha dato fastidio?” chiese lui preoccupato. Feci cenno di no e gli dissi che era per una questione personale ma a quanto pare non volle credermi.

“Vorrei che ci pensasse un po’” continuava a dire. Se avrebbe insistito penso che sarei scoppiata a piangere.

“Oggi completerò il lavoro e stasera me ne andrò” dissi io alzandomi e andandomene. Sentì che mi chiamava ma io continuai ad andare dritto verso la sala di montaggio per completare il mio lavoro.
Appena superai il corridoio vidi da lontano Min-Youk parlare animatamente con Rocky, istintivamente mi nascosi nello sgabuzzino di fianco cercando di sentire quello che dicevano.

“Come ha fatto JJ a uscire di prigione?” disse Min-Youk urlando.

“Non lo so. Dobbiamo stare attenti che non si avvicini a Sam perché potrebbe farle del male” disse Rocky con tono preoccupato. In quel momento si unì un’altra voce alla loro conversazione, era il manager.

“Sapete qualcosa?” chiese ma non ricevette risposta.

“La signorina Sam oggi è venuta chiedendo di estinguere il contratto ed era veramente strana…” non finì di parlare che senti dei passi pesanti lungo il corridoio e vidi Rocky e Min-Youk correre. Misi in modalità aereo il mio telefono e quando fui certa che i ragazzi non erano lì corsi verso la stanza di montaggio e mi ci chiusi dentro. Tenni le luci spente così non avrebbero sospettato che potessi essere li. Presi il computer e mi accovacciai per terra e iniziai a lavorare.

Mi resi conto che erano le tre del pomeriggio solo perché il mio stomaco iniziava a brontolare. Non avevo fatto colazione e credo che avrei saltato anche il pranzo dato che volevo finire il lavoro e andarmene mentre tutti erano impegnati a lavorare nelle rispettive sale.
Tolsi il telefono dalla modalità aereo ed usci dalla sala montaggio andando verso la sala danza, anche essa vuota, piano piano iniziarono ad arrivare le notifiche di messaggi e chiamate perse.
Ad un certo punto notai un messaggio strano, lo apri e quello che lessi mi spaventò a tal punto che gettai il telefono ed alcuni oggetti attorno a me, per terra provocando un suono acuto che riecheggiò in tutta la sala. Scoppiai a piangere e sedetti a terra.
Ad un certo punto vidi la porta spalancarsi e vidi dallo specchio la figura di JB con il fiatone e spaventato. Corse verso di me e senza dire nulla mi abbracciò.

“Sh, tranquilla. Finirà tutto” disse accarezzandomi e tenendomi stretta.

Ad un certo punto vidi Jackson e Jinyoung entrare nella sala e chiudere la porta a chiave. Appena accesero le luci, JB vide dallo specchio le mie condizioni, il trucco si era sbavato lasciando intravedere i lividi. Appena incrociai lo sguardo di JB potei vedere i suoi occhi lucidi e le lacrime rigargli il volto. Era proprio questo quello che volevo evitare, non volevo far pena a nessuno e soprattutto non volevo ferire le persone a me care.

“Perché?” disse abbracciandomi delicatamente.

“Quando è successo?” chiese Jackson. Gli raccontai tutto e gli feci vedere il messaggio che avevo ricevuto. Era una foto da JJ che inquadrava casa mia con la didascalia “Ti aspetto”.

“Dobbiamo fare qualcosa” disse Jinyoung alzandosi e camminando avanti e indietro. Gli dissi che sarei voluta tornare in Italia ma JB si irrigidì.

“Non se ne parla, hai lottato tanto per essere qui e non puoi buttare il tuo sogno per questo”.

“Ma non posso tornare nel mio appartamento” dissi io.

“Quello non è un problema, andrai a stare da JB e Jinyoung. Io mi occuperò delle tue cose, tranquilla” disse Jackson avvicinandosi a me.

“Scusa se ti ho trattato male, non volevo, ho solo un carattere di merda. Ma ora è mio compito aiutarti, te lo devo” continuo a dire. Era la prima volta che lo vedevo così gentile nei miei confronti e soprattutto così preoccupato.

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