Capitolo 21. Sfida.

Comincia dall'inizio
                                    

"Io la mia proposta te l'ho fatta. Dammi un motivo per cui non potremmo andarci insieme." Le sue labbra sono ormai a pochi centimetri dalle mie.

"Non succederà mai che ci andiamo insieme, perchè tu sei..."

"Aaaah tornate indietro! tornate indietro!!!" Una voce concitata mi fa bloccare la frase a metà.
Sbarro gli occhi e guardando alle spalle di Alex faccio appena in tempo a vedere Cora spingere Amy e Grace di nuovo dietro l'angolo. Ci hanno beccati.

"Merda." Torno padrona di me stessa, come se mi fossi risvegliata da un incantesimo, e allontano Alex da me dandogli una leggara spinta sul suo petto marmoreo.

"Non posso portarci te perchè sei il mio capo. E ora dovrò dare qualche spiegazione a quelle tre." Dico indicando dietro di lui tre paia di occhi vispi che sbirciano nella nostra direzione.

Alex si volta, sorride e si gratta la testa. Poi torna a guardarmi, intensamente, come se fossimo soli.

"Sono il tuo capo, è vero, ma mi piaci davvero. E so che io piaccio a te. Ci ho pensato e ho deciso che non mi arrenderò. Vedremo fino quando resisterai."

Si allontana, dopo avermi dato un bacio sulla guancia, lasciandomi li imbambolata per quel gesto inaspettato.
Cora, Amy e Grace mi circondano.

"Non volevamo interrompere." Cora si scusa.

"In realtà mi avete salvata. Stavo per cedere di nuovo. Dio, come farò?" Chiedo più che altro a me stessa. Improvvisamente mi rendo conto che quel "vedremo fino quando resisterai" è una vera e propria sfida che Alex mi ha lanciato e non potrò mai vincerla se una parte di me desidera ardentemente che io e lui torniamo ad essere un noi.

"Ti sta provocando in ogni modo eh? È evidente che da qualche tempo è diverso con te." A Cora non sfugge nulla.

"Mi sta seriamente mettendo alla prova." Confesso rassegnata.

"E perchè tu stai facendo di tutto per non cedere? Mi sembra chiaro che provi qualcosa per lui." Chiede Grace.

"E ormai non sei più fidanzata." Constata Amy.

"Si ma lui è il mio capo! Non è assolutamente professionale! E poi ho una paura terribile che possa ferirmi di nuovo."

___________________

Il mattino dopo alla Blunt's Company, non appena si aprono le porte dell'ascensore ed arrivo al bancone dove si trova Cora, capisco che c'è qualcosa di strano nell'aria. Il sorriso malizioso che indossa la mia nuova amica è quantomeno sospetto e i suoi continui sguardi verso la porta del mio ufficio mi preoccupano non poco. La vedo agitata ed elettrizzata, non ne capisco il motivo.

"Cosa sta succedendo?" Chiedo in tono minaccioso sperando di indurla a dirmi la verità.

"Nulla di che. Tutto bene." Inizia a risistemare i documenti già in perfetto ordine sulla sua scrivania.
"Vai, su... va in ufficio." Mi sprona.

Questa situazione mi puzza un po' ma affrontarla di petto è evidentemente l'unico modo per scoprire cosa stanno tramando alle mie spalle, così senza indugiare mi incammino verso la mia meta, appoggio la mano sulla maniglia e, con decisione, apro la porta.

Vedo Alex alla finestra, di spalle. Non appena mi sente entrare si volta e mi investe con uno dei suoi sorrisi che fanno tremare le gambe.

"Buongiorno." Mi dice.

Non rispondo, troppo concentrata a cercare di cogliere segnali sospetti: il fatto che Alex sia arrivato in ufficio prima di me è sicuramente un evento - non era mai capitato finora - ma non basta a giustificare la palpabile emozione di Cora.

Avanzo all'interno dell'ufficio lentamente, guardandomi attorno, ma solo quando arrivo alla mia scrivania trovo quel che stavo cercando: un pacchetto regalo. È avvolto in una carta bianca decorata con dei cuoricini rossi, un piccolo fiocco nell'angolino ed un bigliettino incastrato sotto il nastrino.

Mentre la mia mente inizia a vorticare frenetica, io con apparente calma tolgo la giacca e la appendo all'attaccapanni, poso la borsetta accanto al monitor del computer, accendo la mia ormai immancabile radiolina e mi siedo sulla poltroncina dedicando finalmente ogni mia attenzione all'inaspettato regalo.
Gli occhi di Alex sono sempre, costantemente puntati su di me. Li sento bruciarmi addosso.

Non so più come prendere tempo così afferro il bigliettino ed inizio a leggere.

Un piccolo pensiero per te in questo giorno dedicato all'Amore.
Per ricordarti come eravamo, per dirti che ora potremmo essere anche molto di più, per farti capire che tengo a te. Davvero.
Buon San Valentino. Alex.

Cavolo, non avevo fatto caso che oggi fosse il 14 febbraio.

Inizio a sentire un nodo in gola e gli occhi pizzicare mentre poso il biglietto e scarto il pacchettino.
Una cornice argentata appare ai miei occhi e, al suo interno, una foto di me e Alex. Siamo abbracciati, seduti sul divano di casa sua, sorridenti e felici.

Ricordo bene quando abbiamo scattato quella foto. Era il giorno del mio compleanno ed il regalo più bello che avevo ricevuto era passare un'intera giornata con Alex al suo appartamento. Era stata una giornata magnifica e lui era stato eccezionale con me.

Era una vita che non vedevo una nostra foto. Le avevo cancellate tutte nei mesi dopo la nostra rottura, faceva troppo male imbattermici per caso sfogliando la galleria del cellulare.

Asciugo una lacrima silenziosa che è sfuggita al mio controllo e guardo Alex che, ovviamente, mi sta ancora osservando cercando di capire come reagirò.

"Cosa ti aspetti da me?" Mi decido a chiedergli.

Vorrei tanto correre ad abbracciarlo, baciarlo, dirgli quanto io sia innamorata di lui, ringraziandolo per questo gesto inatteso, ma non posso farlo. È il mio capo e, cosa più importante, non so fino a che punto io possa fidarmi di lui, non sono sicura che sia sincero e ho paura di scottarmi ancora.

"Niente Reb. Non mi aspetto niente, non ora. So che hai paura a fidarti di nuovo di me e ti capisco." Mi ha letto nel pensiero. "È solo che mi sto rendendo sempre più conto di ciò che provo nei tuoi confronti e farò di tutto d'ora in poi per fartelo capire. E poi credo di sapere anche ciò che provi tu... e prima o poi sarai pronta ad ammetterlo ed accettarlo. Prima o poi sarai tu a cercarmi, incapace di resistere ancora. Io aspetterò semplicemente quel momento."









Per Sempre CosìDove le storie prendono vita. Scoprilo ora