“Sempre” rispose lei sorridendogli, poi aprì il cancello e preceduta dal marito entrarono in casa.

Era molto cambiata.

Nel piccolo soggiorno si trovavano altissime librerie, stracolme di libri di ogni tipo, un divano nero con un piccolo tavolino ed un camino.

Una porta a destra conduceva alla cucina.

Delle scale al piano di sopra, dove si trovavano il bagno e la camera da letto.

Piton chiuse la porta alle loro spalle.

“Lily, di sopra si trovano le nostre cose già piegate e sistemate negli armadi. Ho detto a Sulu di farlo. Comunque...fuori piove...cosa vorresti fare?” le chiese.

“Non saprei, leggiamo?” propose, scrollando le spalle.

Si avviarono verso la libreria.

Lily fu colpita da un volume che aveva come titolo: I grandi Idilli.

Si mise seduta sul cupo divano.

Aprì dove si trovava un segnalibro.

Lesse il titolo.

“A Silvia, di Giacomo Leopardi”

Sorrise; era il poeta babbano preferito di Severus.

“Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi? 

…...

Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.

…...

Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato! “

Poi si bloccò.

Ecco perchè era il poeta preferito di Severus: era pessimista e depresso.

Ridacchiò tra sé, poi si concentrò sul segnalibro.

Lo rigirò tra le dita e si rese conto che era una foto.

Trattenne il respiro.

Una ragazza dai capelli lunghi e rossi, dagli enormi occhi verdi e col viso schizzato da tanti puntini faceva la linguaccia al fotografo. Accanto a lei un ragazzo dai capelli abbastanza lunghi e neri, magro, alto e pallido la guardava sorridendo.

“Oh Sev” sussurrò.

Era la foto di lei e Piton al 4' anno.

Una lacrima le rigò la guancia, senza che se ne accorgesse.

Girò la foto e lesse: 

“Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita.

Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,

però posso ascoltarli e dividerli con te.

Non posso cambiare né il passato né il futuro,

però quando serve starò vicino a te”

Era la scrittura di Piton.

Si passò disperata una mano tra i capelli.

Era stata una stupida a lasciarlo andare.

Poi qualcosa la spinse ad alzarsi e corse in cucina, dove nel frattempo  era andato il marito, per preparare del caffè.

come un giglio fra i fiori , così la  mia amata  tra le fanciulle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora