Capitolo 2:

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Una luce abbagliante la costringe ad aprire gli occhi.
Lo fa con fatica, come se fossero incollati.

Si guarda attorno, girando lentamente il viso.
Dev'essere l'infermeria di Hogwarts; ne riconosce le immense vetrate da cui filtra la luce del sole.
Si infrange contro le spesse pareti di pietra, illuminando di luce dorata l'intera stanza, immersa nel silenzio totale.

Si trova in un letto, al caldo, su soffici cuscini, con addosso uno dei suoi pigiami, quello rosso, con gli elfi natalizi.

Muove appena le mani.
È debole.

Tutto  torna alla mente, improvvisamente.

Babs che duella  con Rosier, lei che si intromette e il Sectusempra che la colpisce in pieno, allo stomaco.
Quel dolore lancinante, come di mille lame che trafiggono la pelle.
Non ricorda di aver visto più nulla dopo esser caduta a terra.
Ricorda soltanto un urlo straziante, e poi tante voci.
Ricorda di non esser mai riuscita ad aprire gli occhi, ma di aver sentito ogni singola parola.
E che lentamente , la sua anima la stava abbandonando.

Era successo davvero? Era stata sul punto di morire?
In bilico tra la vita e la morte.

Ricorda di aver sentito la voce di Babs, ricorda le sue urla, il suo pianto.
E subito avverte una fitta al cuore.
E vorrebbe piangere.

Ma quando prova a tirarsi su, con scarsi successi, la sua mano urta contro qualcosa di caldo.
Tira lentamente su la testa, e mette a fuoco la persona che le sta praticamente dormendo addosso.

I capelli biondi di Babs sono sparsi sulle lenzuola bianche.
Seduta su una sedia di fianco al letto, la schiena del tutto inclinata in avanti, la ragazza dorme profondamente, col viso poggiato a pochi centimetri dal suo fianco.
Un moto di tenerezza la pervade, la riscalda, come un bagno in una vasca piena d'acqua bollente.

Sorride appena, Eden, per poi allungare lentamente un braccio, sfiorandole una ciocca di capelli e spostandola dalla fronte.
Sembra stanca, distrutta.

Le sue palpebre tremano a quel tocco.
Eden si ferma, perchè l'ultima cosa che vuole è svegliarla.

L'unica volta che l'ha vista dormire, è stata quella sera nella Stanza delle Necessità, quando avevano fatto l'amore. Sembra un ricordo lontano.

Sembra indifesa, dolce, piccola.
E Babs non è nulla di tutto ciò. Ma è anche per questo che la ama.

Ed un amore viscerale come il loro, non è facile da capire.
Neanche lontanamente.

Babs apre gli occhi, lentamente.
Eden avverte il cuore cominciare a battere più forte, come se fosse la prima volta.
Chissà come l'avrebbe trovata poco attraente in quello stato... Non era un granchè con quel pigiama natalizio.

La bionda si tira su, mettendola a fuoco.
« Eden..? » biascica, la voce impastata dal sonno.

La Grifondoro si lascia sfuggire un sorriso timido.
« Ciao.. »

La cosa più bella è vedere il sorriso di Babs prendere forma.
Si allarga sempre di più, coinvolgendo anche gli occhi.
E prima che possa dire altro, le è vicina, china verso il suo viso.
Poggia un braccio sulla tastiera del letto, chinandosi verso di lei.
Le stampa un bacio sulla fronte, e Eden chiude gli occhi a quel contatto.

Di conseguenza, Babs le afferra una mano, e la porta sulle sue labbra, senza distogliere lo sguardo dal suo.
« Come stai? » le domanda, per poi carezzarle la guancia, aprendo del tutto le dita.

Eden si abbandona a quel gesto, inclinando il viso verso essa, per sentirla.
« Un pò debole. Ma sto bene. » le rivolge un debole sorriso.

Babs ha ripreso a respirare.
È come tornare a galla dopo una lunga apnea.
Quando liberi i polmoni e dai fiato al corpo.
È cosi.
Rivedere Eden sorridere, i suoi occhi aperti, sentire la sua voce.
« Ho avuto paura di perderti. » sussurra, senza staccare la mano dalla sua guancia, dove l'accarezza piano col pollice.

Eden sbatte piano le ciglia, solleticandole i polpastrelli.
« Anche io l'ho avuta. Quando ho capito quello che stava per fare Rosier, io.. »

Babs la interrompe, e la sua voce si incrina.
« Non avresti dovuto farlo. »

« Si, invece. Non ti avrei mai permesso di morire. Non permetterei a nessuno di farti del male. »

Babs le si fa più vicina, quasi inginocchiandosi davanti al letto.
Gli occhi inchiodati a quelli di Eden.
« No, no, ti sbagli. Io non permetterò mai più a nessuno di infliggerti dolore. Neanche per sbaglio. Non permetterò mai più che  accada qualcosa a causa mia. »

Eden ha la bocca asciutta.
La luce del sole colpisce i capelli biondi di Babs, facendoli sembrare ancora più dorati.
Allunga la mano libera dalla sua stretta, per passarla tra essi, scostando qualche ciuffo dalla fronte.
« Io morirei per te. »

Babs è a due centimetri dal suo viso.
« Anch'io morirei per te. Hai capito? »

Eden annuisce lentamente, e si lascia sprofondare nei suoi occhi.
Babs le osserva le labbra, poi gli occhi.
« Ti amo. » le dice, con voce roca.

Questa volta è come se il cuore avesse deciso di esplodere nel petto, in mille pezzi, come un fuoco d'artificio.
Quelle parole, dettate dalle labbra di Babs Nott sono le più belle che abbia mai potuto desiderare in diciassette anni di vita.
« Ti amo anche io, cosi dannatamente tanto che... »

« ... che non riesco più a farne a meno. » finisce per lei la Serpeverde, afferrandole il viso con entrambe le mani.

Eden annuisce e si ritrova a baciarla, dopo quella che sembra un'eternità.
La bacia piano, Babs, come se avesse paura di farle male. Come se fosse fragile come vetro.
Eden si abbandona a lei, e le circonda le spalle con le braccia, attirandola più vicino.

Si perde nella potenza assurda delle braccia di Babs, nel suo sapore caldo, nel suo profumo sempre intenso.
« Mi sei mancata. Avevo paura di non poterti sfiorare mai più. » sussulta Eden, interrompendo il bacio e poggiando la fronte a quella di Babs.

La bionda siede sul bordo del letto e la stringe al petto, cullandola.
« Non è successo, ora sei qui con me, e non ti lascio andare via. » 

Eden singhiozza, aggrappandosi al suo maglione verde.
Babs la lascia sfogare, carezzandole i capelli, e poggiando il mento sulla sua testa, cercando di non piangere a sua volta.

Una volta che Eden si calma, il sole ha cominciato a tramontare dietro le montagne.
Un altro giorno volava via.
« Quanto tempo sono rimasta addormentata? » domanda la Grifondoro, dopo essersi sistemata sui cuscini.

Babs è tornata a sedersi accanto al letto, stringendole la mano tra le sue.
« Due giorni. »

« E tu da quanto tempo sei qui? »

« Due giorni. » ribatte Babs, come se non ci fosse altra risposta.

Eden spalanca la bocca, agitandosi.
« Ma come due giorni? Hai bisogno di riposo.. »

La Serpeverde la interrompe, scuotendo il capo.
« No. Io non ho bisogno di nulla, se non di te. Non mi importa di dormire, di mangiare, di studiare... di fare nulla. Finchè tu non torni alla vita normale, io resto qui con te. Ci torneremo insieme. »
Eden vorrebbe trovare un motivo per protestare, ma il tono di voce di Babs non sembra ammettere repliche.
Per cui, con tutta la decisione possibile, Eden si tira su.
« Okay. Allora sono pronta, aiutami ad alzarmi. »

Babs le afferra le spalle e la spinge delicatamente giù, sistemandole i cuscini dietro la schiena.
« Perchè devi farmi arrabbiare, Parker? Ascoltami per una buona volta. »

Eden la guarda, per poi scoppiare a ridere.
La prima vera risata dopo tutto quel dramma.

E quella risata pervade Babs.
Anche quella sembrava appartenere al passato.
« Sei proprio idiota. » borbotta Eden, distogliendo lo sguardo e puntandolo altrove.

Babs sorride a sua volta.
« Se non lo fossi, non ti avrei fatto innamorare. »

« Mi sarei innamorata di te in qualsiasi altro caso. E non ci posso fare niente se è cosi! »

Babs abbassa lo sguardo, per poi stringere le mani di Eden tra le sue.
Le porta alle labbra e le bacia piano, guardandola dritto negli occhi.
In quell'istante infinito, Eden è pronta a ricominciare a vivere.

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