Da Dinah ricevetti appena un messaggio di auguri secco, mentre Ally continuava a rispondere sul gruppo che avevamo in comune, senza mai ricordarsi che oggi fosse il mio compleanno.

Camila invece era completamente sparita. Non riceveva i messaggi, né si era fatta sentire per tutto il giorno. Sospirai al solo pensiero, consapevole che aveva scelto di perdermi per sempre.

Se all'inizio tutto questo mi aveva lasciato stupita, adesso mi faceva rimanere delusa. Sarei rimasta volentieri nel letto, se Normani non mi avesse chiesto di passare la serata in spiaggia assieme a mia sorella.

"Ci divertiremo" mi aveva assicurato al telefono.

"Se lo dici tu..." Risposi poco convinta, trattenendo le lacrime agli occhi.

"Ti prometto che faremo un bagno in mare mentre la Luna veglia sopra di noi, non puoi dirmi di no."

"Grazie, Mani" le dissi appena rincuorata; qualcuno teneva veramente a me.

"Di nulla, ti richiamo dopo, adesso devo andare."

"Ma dove? Speravo potessimo parl..."

Non riuscii a finire la frase che sentii il trillo del termine della chiamata. Mi ridistesi immediatamente sul letto, per poi fissare il soffitto per quelle che mi parvero ore.

Sospirai. Forse speravo ancora in un messaggio da parte di quelle che avevo da sempre considerato le mie migliori amiche, o magari rimanevo aggrappata alla speranza di una qualche sorpresa da parte loro. Non potevo credere che avessero completamente dimenticato e ignorato un avvenimento tanto importante per me.

Diamine, io nascevo proprio oggi, diciotto anni fa!

Dov'era Camila?

Come poteva scegliere di non combattere per noi? Lei era, prima di tutto, la mia migliore amica. Lo era sempre stata. In appena venti giorni, periodo in cui avevamo lasciato che i nostri sentimenti controllassero non solo i nostri cuori, ma anche il nostro cervello, avevamo distrutto tutto quello che avevamo creato in parecchi anni.

Deglutii a fatica. Sapevo bene che avevo bisogno di Camila per essere felice, di lei e di nessun altro. Aveva in custodia l'intero mio cuore e non avevo idea di come chiederglielo indietro. Forse, non potevo proprio. Forse, era destinato a spezzarsi tra i pugni serrati della mia migliore amica, che stringeva con più forza per rompere quei frammenti di cuore più velocemente.

Non riuscivo nemmeno a piangere. Ero vuota.

"Andiamo?!"

La voce soave di mia sorella e i pugni che stava battendo forte alla porta di camera mia mi fecero trasalire. Sospirai esasperata girandomi supina sul letto e affondando la faccia nel cuscino.

"Dai, Lauren, cerchiamo di non fare aspettare Normani!" cercava di convincermi dall'altro lato della porta una speranzosa Taylor.

Per tutta risposta, affondai ancora di più la faccia, tenendo il cuscino stretto tra le mie braccia.

In un attimo mia sorella aprì la porta, per poi fiondarsi di peso sulla mia schiena. Immediatamente, un dolore lancinante pervase tutto il mio corpo.

"Taylor, per favore!" le urlai cercando di dimenarmi.

"No, Lauren. Non permetterò che questa giornata si rovini". Si alzò dal letto e aprì le ante del mio armadio.

"Questo no, questo nemmeno, assolutamente no" girai appena il viso per poter osservarla. Passava i miei vestiti a uno a uno svogliatamente, accompagnando il tutto da uno sbadiglio ogni tanto.

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