CAPITOLO 66 - Allineare

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«Ricorda sempre tutto il giorno dopo?» ipotizzò.

«Bravissimo! Sei un genio, tu arrivi sempre a tutto. A essere come te!» E gli puntò il bastoncino contro, sorridendogli assai contento e soddisfatto.

Fu a quel punto che il matematico lo scrutò con occhi attenti. Lo vide indietreggiare, per poi balzare con il sedere all'estremità del mobile dove era posizionato il tostapane e la macchina del caffè. Paradossalmente, vista la verve canzonante, gli sembrò ubriaco peggio di lui e di Oliver la sera precedente. «Che hai?»

«È bello essere astemi perché la notte hai sempre l'opportunità di riflettere con la mente lucida. E io, ieri notte, sono giunto a capire in cosa sono super bravo. Vuoi sentire, carissimo?» Sgranò le palpebre e mosse sistematicamente le sopracciglia in alto e in basso, sperando di risultare convincente, oltre che invitante.

"Mi urta questo carissimo" pensò il moro annuendo, dopo che si preparò il bicchiere con dell'acqua di rubinetto.

«So usare questo cosino qui. Lo porto sempre con me.» Sfoderò quello che si comprese essere il suo affilato taglierino per gli origami. Non era solo un bastoncino arancione. «E ho deciso di insegnarti come impiegarlo al meglio per acconciare la carta. Vuoi imparare?»

«Bass.»

«Dimmi, carissimo.» E discese dalla scomoda seduta, per avvicinarsi e porgerglielo con fare accorto ed educato.

«Ho mal di testa.»

«Non si usa la testa per estrarre una lama.» Ammiccò ancora l'arnese, lasciandoglielo vicino alle pastiglie.

Lorenzo, interdetto, confuso, ghermì l'arma, e il volante pensò subito a fornire indicazioni: «L'ho pagato un bel po'. È uno spettacolo, non trovi? Impugnatura, lama e cursore: quello, il cursore, lo devi portare su. Fa fatica, più di altri taglierini, perciò devi insistere. Lo sentirai. Quando lo sfoderi fa un rumore tipo: tra-tra. Com'è che fa? Ripeti.»

«Devo ripetere l'onomatopea?»

«No, solo tra-tra.»

«Tra-tra.» Stranito, corrugò la fronte, ma crebbe a dismisura la curiosità; voleva appurare dove lo stesse portando con quella brutta e insolita scenetta. Ebbe da quel momento il sentore che qualcosa non andasse.

«E ora tira su il cursore, estrai la lama.»

Il rumore fu pedissequo al suono pensato da Bass, e la paurosa e lucente sottigliezza di quel trincetto si frappose tra i due. «Ora?»

«Ora? Non ho la carta.» Fece spallucce, facendosi gradualmente serio. L'indole quasi fanciullesca fuggì assieme alla farsa, e il britannico propinò la figura di un uomo incollerito. «Facciamo che te lo punti alla gola. Fallo, prima che lo faccia io.»

Emise un fugace e secco sghignazzo, Messere, facendo fatica a credere di aver udito tale suggerimento. «Cos'è? Da quando svuoti le palle nella vagina di Layla ti senti in dovere di mostrare a tutti quanto tu ti sia ammattito?»

«Sì, esatto. Sono proprio impazzito, carissimo. Ma tanto, tantissimo. Ho il sospetto che mai nessuno ti abbia dato una bella lezione. Se ci fossi stato io, tu non avresti lasciato la Bielorussia neppure con l'anima. Te lo garantisco.» Squarcianti furono le locuzioni elargite a denti stretti. Ebbero il potere di sconquassare la mitezza pervadente i vani vacanzieri entro i quali soggiornavano.

Minsk.
La deglutizione di Lorenzo si fece incontrollata, in linea con le occhiate mefistofeliche del nemico. L'italiano comprese celermente che di Andrius gli fosse stato raccontato tutto e tale svelamento lo fece rabbrividire, perché per mesi, rapito dalla bellezza di Scarlett, mai aveva congetturato tale dispiego: Bass, in qualità di aculeo, non l'aveva mai preso in considerazione. Non per la tragedia del figlio, almeno.

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