47 - La verità su quella notte

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Roxy mi squadrò da capo a piedi, aveva una smorfia carica di ribrezzo in volto. «Il fatto è questo Thalia: non mi piacciono i bugiardi, soprattutto se li reputavo degli amici importanti.»

Sospirai appena. Bugie, bugie, bugie. Non si parlava d'altro e io mi sentivo esausta.

«Che vuoi dire? Su cosa ti avrei mentito?»

«Tutta la scuola sa che hai fatto sesso con Flynn. E' stato lui stesso a sbandierarlo ai quattro venti in corridoio, oppure mi sbaglio? Pensa, anche se mi trovavo negli Hamptons mi è giunta la voce. Non si fa che parlare di te e del fatto che sei uguale a tutte le altre.»

Cominciavo a capire il motivo della sua rabbia.

Chiusi gli occhi e mi maledissi mentalmente. Tempo addietro le avevo promesso che sarei stata lontana da Flynn, che non mi sarei fatta abbindolare e che non avrei avuto niente a che fare con lui, perché pensava fosse il colpevole della morte di Gabriel. Ma le cose erano cambiate da allora e lui non era il responsabile.

«Lui non è l'assassino di Gabriel, lo sappiamo entrambe. Quindi quella promessa non vale più.»

Roxy scoppiò a ridere, attirando l'attenzione di alcuni studenti che si trovavano lì accanto a noi. «Complimenti Thalia, dico davvero. Credevo fossi la migliore delle amiche, ora mi rendo conto che sei solo la più grande fra le troie.»

«Sei arrabbiata perché non te l'ho detto o perché credo di provare qualcosa per colui che detesti con tutta te stessa?» chiesi con le braccia incrociate al petto, tentando di ignorare quel fastidioso bruciore all'altezza del cuore. Il modo in cui mi stava parlando e gli insulti che mi stava riservando mi ferivano e non poco.

«Tu provi qualcosa per lui? O mio Dio, non posso crederci. Sei così ingenua da non capire che lui vuole una donna solo per una cosa, che tu chiaramente gli hai già dato. Non gli servi più a nulla.»

«Non è vero, Flynn non è così!» nonostante tutto lo difesi, perché con me si era aperto e sapevo di conoscerlo, di conoscere parti di lui che non mostrava a nessuno.

«Fammi indovinare, dopo averlo fatto lui non ha più voluto saperne di te.» il mio silenzio equivaleva ad ammettere che avesse ragione, seppur mi costasse ammetterlo. Quindi sorrise e continuò. «Questo è Flynn Cosgrove, questa è la persona per cui mi hai voltato le spalle.»

«Io non ti ho voltato le spalle, non per tuo fratel-» non riuscii a terminare la frase, la mano di Roxy si era sollevata a mezz'aria e l'attimo dopo si era scontrata con la mia guancia. L'impatto mi fece voltare il capo di lato, la pelle cominciò a dolermi.

Mi tastai la guancia, gli occhi che cominciavano a pizzicare. Mi faceva più male il volto o il cuore? Non ne avevo idea.

«Non è mio fratello, lui non è nessuno!» gridò Roxy fuori di sé, intorno a noi si era radunata una piccola folla che non faceva altro che godersi lo spettacolo. «E stai pur certa che la pagherà per averti portato via da me, tu eri la mia unica amica!»

Detto ciò si allontanò, lasciandomi da sola lì in mezzo al cortile, sotto lo sguardo incuriosito di diversi studenti.

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Quella giornata era trascorsa fin troppo velocemente, tra pensieri riguardanti Flynn e paranoie su Roxy. Continuavo a chiedermi cosa intendesse dire con "stai pur certa che la pagherà", quelle sue parole non riuscivano proprio a darmi pace.

Sospirai appena e incrociai le braccia al petto, il mio sguardo era rivolto oltre il finestrino, sulla strada che scorreva veloce sotto le ruote della macchina. Al mio fianco, davanti al volante, sedeva Kaylee. Si era offerta di darmi un passaggio e mi aveva convinto ad andare insieme alla festa.

𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfioriteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora