- Aspetta e spera -.
- Oh, tranquillo. Me lo dirai tu stesso - dichiarò decisa Alyssa, mentre sorrideva e gli accarezzava i capelli. Sospirò, assaporando il silenzio che li circondava. - Solo che... mi dispiace doverti tenere all'oscuro di alcune cose, ma non posso davvero dirtele, comprendimi -.
- Ti capisco - disse Harry, accarezzandole la mano con cui lei gli stava scompigliando i capelli. - Non devi sentirti obbligata. Se non ti senti pronta di dirmi qualcosa, forse perché sai che reagirò in modo impulsivo o arrogante, lo comprenderò -.
- Hai capito il motivo quindi -.
Sentì la testa di Harry muoversi. Stava annuendo. La ragazza sorrise e smise di accarezzargli i capelli, portando la mano sulla gamba di Harry. Le era stato esplicitamente detto di non dire nulla a nessuno, soprattutto ad Harry.Lui era un ragazzo impulsivo, e Alyssa sapeva che se gli avesse detto la verità, lui avrebbe reagito, voglioso di capire tutto, ma avrebbe attaccato immediatamente. E, infondo, la Black era felice che lui avesse capito.
- Anche tu mi nascondi qualcosa, però - gli disse, e lo sentì ridacchiare.
- Sì, è vero. Ci sono alcune cose che non ti ho detto - disse Harry, iniziandole ad accarezzare le cosce. Alyssa chiuse gli occhi, percependo in modo amplificato i movimenti lenti delle mani del ragazzo.
Un ghigno si formò sul volto della ragazza, mentre riapriva gli occhi. - Togli quelle mani, Potter. Se sei nel periodo della pubertà, non sono fatti miei - disse, prendendo il volto del ragazzo tra le mani.
- E chi dice che non sono fatti tuoi? - chiese Harry in un sussurro, mentre appoggiava una mano sulla nuca di Alyssa e avvicinava il suo volto a quello della ragazza. Il ghigno della Black si allargò di più, formando quasi un sorriso.
Si avvicinarono di più, fino a far sfiorare le loro labbra l'une con le altre. Intanto, si sentirono in lontananza dei rintocchi: era arrivate le quattro. Il ghigno di Alyssa scomparve, mentre un leggero sbuffo lasciava le sue labbra.
- Devo andare, tesoro - disse, allontanandosi da Harry, che alzò gli occhi al cielo infastidito.
- Proprio ora? - chiese lui, trattenendola per i fianchi.
- Proprio ora - ripeté lei, togliendo le mani dai suoi fianchi e prendendo il borsone nero che l'aspettava vicino al camino. Si era mimetizzato alla perfezione, visto che tutto ciò che Alyssa aveva messo all'interno era rimasto al suo posto.
- Non posso venire con te? - le chiese Harry. - Non voglio sorbirmi quei due piccioncini che litigano in continuazione -.
Alyssa alzò le spalle. - Dovevi far pur da psicologo a qualcuno, no? - gli disse, mentre rideva. - Mettendo da parte gli scherzi, devo davvero andare -.
Si avvicinò di nuovo al ragazzo, intersecandosi tra le sue gambe e appoggiando le mani sulle sue spalle. - Non posso perdermi le lezioni con Silente, sono molto importanti per me -.
- Eppure sei così brava nelle Arti Oscure... Non capisco ancora il motivo per cui devi fare ripetizioni - le disse Harry, pensieroso.
- Sono brava, ma devo migliorare - disse, lasciandogli un bacio sulla cicatrice.
Si allontanò e si avvicinò al Quadro, tenendo ben stretto il borsone nero.- E mi lasci così?! - esclamò Harry dietro di lei e Alyssa emise una risata.
La ragazza percorse a testa alta e con un sorriso sulle labbra tutte le rampe di scale per arrivare all'ufficio di Silente. Sfinita, si trovò davanti al Gargoyle. "Finalmente!" esclamò tra sé e sé, mentre, con un gesto della mano, fece spostare la statua di pietra.
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𝐓𝐡𝐞 𝐆𝐨𝐥𝐝𝐞𝐧𝐒𝐪𝐮𝐚𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐏𝐫𝐢𝐬𝐨𝐧𝐞𝐫 𝐎𝐟 𝐀𝐳𝐤𝐚𝐛𝐚𝐧
Fantasy! MOMENTANEAMENTE IN PAUSA ! SECONDO LIBRO DELLA SERIE: "HARRY POTTER" Alyssa Artemis Black ha sempre vissuto in un orfanotrofio, costruendosi corazze su corazze. Al suo undicesimo compleanno, un mezzo-gigante di nome Rebeus Hagrid ruppe i cardini...
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