La prima parola di Ginevra Lazzarini

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Prima che qualcuno possa dirci di smetterla di perdere tempo in modo futile, un “papà” gridato, per quanto possibile, a pieni polmoni, arriva da dietro le mie spalle. Mi volto di scatto, anche se è già la terza volta che lo sento, gli occhi mi si inumidiscono sempre un po’ di gioia, vera, pura e semplice, di quella gioia che solo Ginevra, Susy e Giulia sanno darmi.

Giulia

Ho smontato il turno all’una, poi sono andata in mensa con Lorenzo e lui ha ripreso il turno mentre io ho vagabondato per negozi in attesa delle quattro del pomeriggio per andare a prendere Ginevra al nido. Io e Lorenzo abbiamo deciso di portarla al nido sia perché non potevamo chiedere a nessuno di tenercela per tutto il giorno, sia perché doc ha istituito un nido interno all’Ambrosiano per facilitare gli incontri tra i genitori e i pargoli quando i primi sono al lavoro. Ginevra, poi, è diventata la mascotte del reparto di medicina interna, e tutti le vogliono un gran bene, come se fosse la loro nipotina e sgattaiolano spesso e volentieri verso la struttura adiacente al policlinico, che fa da asilo, cercando di non farsi beccare da Andrea. In realtà lui è quello che va più spesso a trovare Ginevra, ufficialmente perché “deve controllare il corretto funzionamento dell’asilo”, ufficiosamente perché così riesce a coccolarsi Ginevra e a raccontarle qualche storia breve.

“Papà!”, la voce di Ginevra rompe il silenzio in cui è misteriosamente avvolto il policlinico e risuona per tutta la sala medici. Lei è in braccio a me, con il suo fidato cane blu sotto il braccio –un peluche a cui tutto il reparto è legato sin dai tempi della prima ondata e che doc e tutti gli altri hanno regalato a nostra figlia in occasione della sua nascita, facendocelo trovare nella sua culletta. Io e Lorenzo abbiamo già sentito la voce di Ginevra pronunciare una parola di senso compiuto ma per gli altri è la prima volta e, infatti, sono rimasti tutti a bocca aperta perché fino a ieri le “parole” della nostra cucciola erano solo generici versetti ed Elisa la prendeva in giro dicendole che sembrava un gattino.

“Ehi, ma non ci avevate detto che Gin... *sguardo assassino di Lorenzo verso Elisa, che sta parlando* ...evra aveva iniziato a parlare”, dice Elisa, guardando prima me e poi Lorenzo. Adesso sono tutti riuniti in sala medici per farci il quarto grado sul come nostra figlia dal nulla ha iniziato a parlare davvero e noi ce ne stiamo lì, occhi negli occhi, a ricordarci vicendevolmente quando è accaduto, o meglio, io me lo ricordo, Lorenzo ha solo il mio racconto perché non era presente ieri sera quando per la prima volta Ginevra ha detto papà.

...24 ore prima...

Giulia

Esco dall’ospedale alle quattro e mezza, dopo aver appena smontato il turno ed essere andata a prendere Ginevra al nido. Ovviamente prima di andare al parco siamo andate a salutare papà, perché anche se Lorenzo non vuole che sua figlia stia dentro all’ospedale tra l’odore di malati e di disinfettante, è felice di vederla visto che “i baci di Ginevra sono meglio del caffè per svegliarsi nel mezzo di un turno frenetico”. Lorenzo oggi dovrebbe finire alle sette, se tutto va bene, ma è altamente probabile che il suo turno si allunghi, come accade spesso. Agnese cerca sempre di mandarlo a casa in tempo perché “ragazzi, non voglio che vi perdiate i momenti della crescita di Ginevra, dovete fare il vostro turno e basta, noi ce la facciamo, non siamo più ai livelli della prima ondata e il reparto sta tornando ad essere quello di sempre”, ma alle volte non ci riesce e lui rimane all’Ambrosiano anche fino alle dieci per sistemare le cartelle e dare due dritte a chi inizia il turno di notte. I turni in realtà sono ancora un po’ sballati e capita sovente che nessuno rispetti gli orari effettivi ma si trattenga anche tre ore in più in ospedale; anche a me è capitato più di una volta ma Agnese mi obbliga sempre a indossare i vestiti civili e ad andare a prendere Ginevra massimo alle sei di sera, visto che è anche l’orario di chiusura del nido e, se Damiano ha il turno, non sappiamo a chi chiedere di andare a prendere la piccola.

Giulia Giordano e Lorenzo Lazzarini - Raccolta di racconti [Doc Nelle tue mani]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora