«Te invece c'hai scritto Roma in fronte» risponde, ridendo.
«E che te lamenti? È sempre 'a città più bella oh.»
«Ah sicuramente» dice Simone, anche se, se ci stai te, diventa bello qualsiasi posto, pensa.
***
«Se sali su quei cosi te faccio 'na foto, vai»
Manuel praticamente porta Simone di peso verso quei cubi di cemento che si trovano nei pressi della famosa piramide, e gli ordina di salirci.
«Ma perché scusa?» prova a chiedere il più alto, che non trova un senso a quella richiesta, ma l'unica risposta che riceve è «perché ho deciso io», quindi si mette in posa rassegnato.
«Scendi mò, dobbiamo entrare» lo richiama Manuel, e lui è sempre più convinto che tutta questa vicinanza all'altro, questa sorta di convivenza lo porterà all'esasperazione.
«Oh Simò dobbiamo andare a vedere la Gioconda, subito»
Glielo dice una volta dentro, praticamente appendendosi alla sua maglietta, come un bambino che cerca l'attenzione dei genitori, ed infatti Simone lo guarda e «oh mi stai spogliando però» dice.
Non sarebbe 'na cattiva idea effettivamente, pensa Manuel, ma «e se te movi magari» si limita a dire.
«Mi spieghi tutta la fretta Manuel?» è la prima cosa che Simone gli domanda appena si trovano di fronte al dipinto.
«Ero impaziente scusa eh»
«Impaziente» ripete Simone ridendo, scimmiottandolo.
«E adesso me la spieghi un po'?»
«Cosa?»
«La storia del dipinto no? Se eri così impaziente» dice, soffermandosi su quell'aggettivo, per schernirlo «devi conoscerlo.»La realtà è che Simone passerebbe ore ad ascoltare Manuel parlare delle cose che lo appassionano; lo ascolta quando parla di filosofia, che lui davvero detesta, e quando parla di moto, che lui poco capisce, ed ascoltarlo lì, di fronte ad una delle opere d'arte più famose del mondo, nella città che è per tutti simbolo dell'amore, non può che farlo innamorare un po' di più.
Dopo circa quindici minuti di spiegazione, Manuel si accorge che Simone probabilmente non avrà ascoltato una sola parola.
«Quindi alla fine, a Leonardo piaceva molto portare a spasso la sua gallina domestica» dice, per vedere se quell'assurdità possa far risvegliare Simone da quello stato di trance.
«Ma che cazzo stai a dì Manuel?»
Simone scoppia a ridere e Manuel gli vorrebbe spiegare il perché di quella frase, lo vorrebbe rimproverare perché da quando hanno messo piede in quella stanza non fa altro che guardare lui, ma quando si gira e lo trova con le guance arrossate e un sorriso così grande da mostrare tutti i denti, capisce esattamente perché l'altro stesse guardando lui e non la Gioconda: Simone è decisamente meglio di qualsiasi opera d'arte, e lui ne è perdutamente innamorato.
Realizza di essere innamorato di Simone al centro di Parigi, probabilmente nemmeno se si fosse impegnato a trasformare la sua vita in un cliché da commedia romantica, avrebbe ottenuto un risultato così straordinariamente assurdo.
Aveva pensato che questo viaggio potesse fargli capire cosa prova per il suo migliore amico, non pensava di certo che solo il secondo giorno gli avrebbe fatto comprendere così tanto su di lui.
Durante tutto il tempo che trascorrono al museo infatti non fa altro che pensare a come sia stato, per tutta la vita, fermamente convinto di essere attratto esclusivamente dalle donne; in realtà non riesce a ricordare di aver provato qualcosa per un ragazzo, ma in quel momento è decisamente interessato a Simone, ed essendo Simone un ragazzo, deduce di apprezzare entrambi i sessi.