Mi sto facendo fin troppe paranoie. In questo momento ciò che voglio di più è mangiare che si fottano tutti gli altri e tutto il resto.

Ho appena il tempo di finire di mettere insieme questo pensiero quando noto un paio di occhi di ghiaccio finire nei miei.

Draco.

Una morsa allo stomaco, una fitta al cuore. Non controllo più le mie stesse braccia che finiscono istintivamente a stringermi il bacino.

Una mossa che non passa inosservata da Draco a giudicare da come ha serrato gli occhi.

Mi faccio coraggio e vado da lui allontanandomi dalle mia amiche.

Seduto con altri Serpeverde, tra cui Pansy. La odio... la sua capacità di essere sempre appiccicata a lui mi da sui nervi in una maniera indescrivibile.

"Draco possiamo parlare?" gli domando timidamente. La voce rotta dal ricordo della confessione del suo tradimento.

"Sei sparita per mesi Iris ed ora pretendi di parlare? No" mi risponde secco.

"Drac-"

"Sto con Pansy ora. Ad ognuno le conseguenze delle proprie scelte"

"Ma noi. Io. Tu..."

"Non hai sentito Iris? Sta con me" interviene la voce più stridula di tutta Hogwarts sottolineando la cosa avvinghiandosi ancora più di quanto già non fosse a lui.

Lo sguardo di Draco non incontra mai il mio. Non che non l'avessi cercato...

Vorrei piangere, gridare, spaccare la faccia a quell'oca ma non posso. Anche volendo non ne avrei le forze; basterebbe un incantesimo di facile fattura, roba del primo anno, per mettermi ko all'angolo e la spalla non reggerebbe nemmeno il peso di una bacchetta in aria.

Deglutisco il magone che si è venuto a creare vista la situazione. Non ho altra scelta che andarmene da lì. Non voglio dare la soddisfazione a Pansy di avermi piegata.

Esco a passo celere non prima di aver spiegato la situazione alle mie amiche che nel frattempo si erano accomodate.

"Devi mangiare qualcosa Iris"

"Mangerò, vi giuro. Ma non qui"

Nonostante mi si fosse chiuso lo stomaco per il dispiacere decido comunque di arraffare del pane e una sorta di pasticcio di carne. Andranno più che bene per iniziare.

Cammino fino a raggiungere un corridoio talmente tanto deserto da poter perfino avvertire il suono del mio stesso cuore. Pulpiti lenti e regolari che vengono scanditi dall'eco delle fredde pareti.

 Pulpiti lenti e regolari che vengono scanditi dall'eco delle fredde pareti

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Un' insolita sensazione di familiarità con quel suono.

Mi appoggio ad una parete prima di decidere, finalmente, di addentare qualcosa.

La spalla peggiora ogni secondo sempre più. Forse è arrivato il momento di farmi vedere.

Mi sollevo a fatica dal pavimento ormai intiepidito dal mio corpo per raggiungere l'infermeria.

Mi sollevo a fatica dal pavimento ormai intiepidito dal mio corpo per raggiungere l'infermeria

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Riconosco una voce familiare.

"Ci sono degli effetti irreversibili?"

"Può essere possibile?"

Draco.

Decido di non varcare l'entrata per poter origliare quanto più possibile di quella strana conversazione. Ah, la curiosità. Per quanto mi sforzi però le parole di Madama Pomfrey sono comunque un mistero.

La voce dell'infermiera è troppo tranquilla e pacata per arrivare nitida e scandita alle mie orecchie.

Inspiro a pieni polmoni per prendere coraggio ed entrare.

"Permesso" esclamo con un filo di voce per non disturbare eventuali pazienti.

Gli occhi di Draco si sbarrano come avesse appena visto un fantasma. Serra i pugni prima di ricomporsi ed uscire. Il suo profumo mi sfiora ed in un attimo è come se fossimo ancora insieme. L'olfatto... il senso che più è collegato ai nostri ricordi: è disarmante come basti un accenno della sua colonia per riportarmi indietro a mesi fa, a quando eravamo felici, a quando esisteva ancora un noi.

"Miss Culligan. Ho saputo che è tornata in Italia"

"Corrono veloci le notizie"

"Qui ad Hogwarts?" sorride allusoriamente " Anche i muri hanno le orecchie mia cara"

Sorrido all'affermazione simpatica, ma veritiera, della donna.

"Bhe cosa posso fare per te oggi?"

"Ho un dolore lancinante alla spalla. Mi sono svegliata così" le spiego abbozzando qualche doloroso movimento prima di aggiungere "pensavo di averci dormito male sopra, che il dolore sarebbe pian piano scemato durante la giornata ma non fa che peggiorare"

Si avvicina per analizzarmi meglio.

"Posso?" mi chiede puntando una bacchetta verso il mio busto.

"Mh-mh"

Un fascio di luce calda e consolatoria mi colpisce.

"Mia cara, hai una spalla rotta. Sicura che sia così da questa notte?"

"Si insomma, non ricordo di averla avuta prima di questa mattina"

"Strano, pur trattandosi di una frattura composta deve esserci stato un brusco trauma per provocarla"

Non so che dire.

"Puoi alzare il maglione un attimo cara?"

No, tutto ma non questo.

Non ho scelta se voglio essere curata.

Mi fa strada fino ad una stanzina appartata. Sollevo delicatamente il pullover nero fino a sfilarmelo e rimanere in reggiseno.

Lo sguardo della donna vale più di mille parole. Un'occhiata malinconica al mio corpo scheletrico basta per farmi sprofondare dalla vergogna.

"Sicura vada tutto bene?"

"Si" tento di rassicurarla.

"A giudicare dalla tua attuale condizione fisica potrebbe essere stato qualsiasi tipo di trauma a provocare la frattura. Ti darò una polvere per le ossa ed un ricostituente per riprendere forma e peso ok?"

"Si, sarebbe fantastico"

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