SIETE ASSURDI! OSSESSIVI E POSSESSIVI

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"Mhm..." mugugna non capendo il nesso, ma non vuole approfondire.

"C'è del caffè?" Chiedo e ancor prima che finisca la frase, Jo me ne porge una tazza con una brioche."

"Grazie!" Rispondo ma ancora non ho il coraggio di guardarlo in faccia. Sono ancora arrabbiata con lui.

"Fra tre settimane ho l'incontro! Per allora pensi di tornare a parlarmi?"

Lo fulmino mentre sorseggio il caffè, ma poi mi fa il suo sorriso e non posso che farmi scivolare addosso la rabbia che ho e tornare a sorridergli, dopotutto siamo amici e non ha fatto nulla che un amico non possa fare. Questa è la mia strana condizione di vita.

"Parlarti non lo so, ma l'incontro non me lo perdo!"

Lui si china su di me e mi dà un bacio sulla guancia.

"Buongiorno anche a te piccola Alex! Vado a fare una corsa, vieni con me?"

"Solo se mi dai un vantaggio!"

"Ok. Ma stanotte mi fai tornare nel letto. Quella specie di divano mi distrugge!"

"Ci penserò! Vai a cambiarti!"

"Siete assurdi voi due! Non finirò mai di dirtelo! Come è andata ieri con ... come si chiama?"

Tracy quando ci si mette, è una gran rompiballe.

"Lewis! È andata benissimo, non avremo seguito!"

"Stranamente eh? Cosa aveva questo... baciava male? Aveva gli occhi troppo azzurri? La voce poco profonda? O semplicemente non era Jo!"

"Smettila! Ti può sentire!"

"E cosa credi possa succedere? Che sparisca dalla tua vita? Ma se non sa stare senza di te!"

Afferma puntando le mani aperte davanti a me.

"Sì, ma per lui sono solo un'amica! Lo hai visto ieri con quella no?"

"Ho visto anche te con quello, e allora?"

"Smettila adesso! Vieni anche tu a Boston?"

"Ovvio!" Mi ruba un pezzo di brioche e torna in camera sua.

"Ehi! La mia brioche!"



Oggi non fa molto caldo, l'autunno ha aperto le porte e per andare a correre indosso dei leggings ed un felpone della Nike rosa confetto. Jo, i soliti short ed una t-shirt. Non ha mai freddo!

Come promesso mi ha fatto partire dandomi un minuto di vantaggio, ma la mia era una richiesta senza senso, visto che voglio averlo accanto a me, ma questo è irrilevante, perché dopo poche falcata delle sue, me lo ritrovo alle spalle, rallenta e mi affianca.

"Che giro vuoi fare?"

"Dì là, verso il parco!"

Corro, corro, e quando passiamo a fianco alla gioielleria, mi fermo a guardare il solito bracciale.

Ogni volta che passo di qua mi blocca, è come se mi attirasse come una calamita.

Si ferma anche Jo ad aspettare che finisca di ammirarlo.

"Ti piace proprio! Ogni volta ci perdi dieci minuti minimo, qui davanti!"

"È bellissimo, mi ricorda un bracciale che aveva mamma. Te l'ho detto come è morta?"

"Sì. Una vera disgrazia!"

"Il bracciale è l'unica cosa che gli agenti non hanno recuperato quando hanno arrestato l'assassino ..."

LA MIA ADRENALINA SEI TUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora