Capitolo LIX - Devi odiarmi

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«Sì, signore.»

Il capitano uscì dalla stanza, con una breve occhiata alla sua sottoposta, che gli fece il saluto, ma non osò guardarlo negli occhi.

Saelle però non poté sopportare che Levi se ne andasse così, dopo quello che gli aveva appena sentito dire. Non sapendo bene quello che lei aveva detto a lui. Nel giro di pochi minuti, lo aveva già raggiunto nella sua stanza. Lui era seduto sul suo letto e la fissò con troppa intensità perché lei potesse sopportarlo.

«Come puoi dire che ti sta bene così?» gli ringhiò contro lei, vibrante di una collera che voleva rivolgere solo contro sé stessa. «Dovresti odiarmi!»

Lui non disse nulla e continuò a fissarla.

«Levi, accidenti, ti ho detto che avrei dovuto lasciarti morire!»

«Non l'hai fatto, però.»

«Non l'ho fatto stavolta

«Sei stata coraggiosa.»

«Coraggiosa!» esclamò lei, disgustata. «Sono stata una stupida!»

Andò rabbiosamente alla finestra e afferrò il balcone di legno con entrambe le mani, affondandovi le unghie. «Se avessi almeno un briciolo del sangue freddo che hai tu, avrei potuto trovare un'altra soluzione! Avrei potuto costringere Jean ad allontanarsi con Eren e venire a soccorrerti con Mikasa o avrei potuto trovare un qualche diversivo per guadagnare tempo; avrei potuto evitare scontri diretti, avrei potuto non mettere Eren in pericolo! Invece ho solo pensato... quando ti ho visto a terra coperto di sangue, sono riuscita a pensare solo a raggiungerti.»

A Levi si fermò il cuore, per un attimo; girò su di lei i suoi occhi d'acciaio.

«Mi hai salvato, Saelle.» le disse. «Sono vivo grazie a te.»

«Sei vivo grazie a Eren.» ribatté lei, gelida. «Se non fosse stato per lui, io e te staremmo marcendo nelle viscere di un gigante adesso. Non sarei riuscita a proteggerti, non sarei riuscita a proteggere nemmeno me stessa. Io non sono... non sono forte come te. Non sono forte come Mikasa. Sono una mocciosa stupida e inutile, che non sa nemmeno far funzionare il cervello quando serve. E pensare che mi hai proposto per una promozione...! Sei stupido quasi quanto me, Levi.»

Stavolta, il capitano si alzò e le si mise accanto, considerandola con severità.

«In una situazione di grande pericolo come quella che hai affrontato, ragionare con lucidità è estremamente difficile.»

«Tu ci riesci.»

«Io ho molta più esperienza di te. Non puoi pensare di riuscirci alla prima volta che ti capita.»

Saelle sembrò molto colpita da queste parole e per qualche momento non disse nulla. Poi drizzò il busto e abbandonò le braccia lungo il corpo; girò il volto dalla parte opposta rispetto a Levi, nascondendogli i suoi occhi.

«Cosa ti prende adesso?» domandò il capitano.

Saelle piegò le labbra in un sorriso crudele, di cui lui vide solo una parte.

«Non è stata la prima volta.»

Levi sgranò gli occhi: cos'era quell'ombra sadica sul volto di Saelle? Da quando lei sapeva fare espressioni del genere?
La ragazza diede in una breve, amara risata.

«Credi che io sia coraggiosa, Levi?» lo canzonò lei. «Credi che ti sia fedele perché ti ammiro? Sei davvero un ingenuo. Non ho mai nemmeno avuto il coraggio di dirti cos'è successo davvero durante la 57esima spedizione fuori dalle mura.»

«Di cosa stai parlando?»

«Del fatto che anche allora ho commesso lo stesso errore.» spiegò lei, con lo stesso tono di una allegria crudele e insensata. «Quando ci siamo separati, quando Annie ci ha raggiunti, i membri della tua unità ci hanno ordinato di andarcene. Proprio così: Erd, Petra e Auruo avevano capito cosa stava accadendo e ci hanno detto di fuggire, mi hanno ordinato di portare in salvo Eren. Invece io... quando ho visto il gigante femmina fare a pezzi Erd, io... non ho capito più niente. Come è accaduto con te. Ho interrotto la fuga, ho invertito la direzione, ho abbandonato mio fratello. Ho disobbedito agli ordini. Se Eren si è trasformato in gigante è stato per soccorrere me. Se è stato sconfitto e poi rapito, se tu sei stato costretto a inseguire e ad affrontare il gigante, se ti sei ferito, se hai rischiato la tua vita per salvarlo, è perché io mi sono lasciata trascinare dalla rabbia. Solo per questo.»

Ogni minuto che mi resta, Levi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora