«Beh, sí, dal momento che arrivate in ritardo sul posto di lavoro e barcollando.»risposi direttamente e questa volta fu la ragazza a ridere per poi girarsi a guardarmi con un sorriso sarcastico.

«Fidati, non sto barcollando per colpa dell'alcol.»mi disse, e io corrucciai le sopracciglia, non capendo che cosa stesse succedendo fino a quando fece una smorfia di disgusto e si coprí la ma bocca con la mano, come se dovesse vomitare.

«Stai bene?»le domandò infatti il ragazzo dai capelli rosa, immediatamente preoccupandosi e curvandosi un po' su di lei per vederla in viso e capire cosa avesse, anche se sembrava che tutti e due sapessero perfettamente cosa non andasse, con me accanto a loro completamente all'oscuro.

«Devo...vomitare.»la sentii mormorare e lo vidi immediatamente annuire e poi guardare Mingi, il quale sembrò capire subito cosa gli stesse chiedendo solo con gli occhi. 

«L'accompagno al bagno.»affermò infatti, prima di cingerle la vita con un braccio e accompagnandola via da me e Yunho, che rimanemmo immobili a guardare i due sparire dalla nostra visuale. Mi resi conto che non c'erano ancora molte persone quel mattino, fortunatamente, cosí sarei potuto tranquillamente restare a parlare con il ragazzo per cercare di capire qualcosa in più riguardo Yunhee e il motivo per cui aveva deciso di non voler più avere nulla a che fare con me da un momento all'altro.

«Mi dispiace per il ritardo, non succederà più.»si scusò lui, come se non mi avesse risposto male soltanto qualche secondo fa, e fece per incamminarsi via verso la sua postazione ma io ovviamente lo fermai prima che se ne potesse andare.

«Lo spero, o sarai il primo a perdere il posto di lavoro.»commentai io con un mezzo sorrisetto, e fui certo del fatto che lo fece piuttosto innervosire perchè si voltò allora verso di me con la mascella tirata. Capii che in quel momento avrei potuto avere la possibilità di parlare di Yunhee liberamente, senza la paura che qualcuno ci sentisse.

«Wow, sono proprio curioso di sapere il motivo per cui tu ce l'abbia tanto con me.»ribattè con tono acido e io mi resi conto del cambiamento di vocabolario che utilizzò nei miei confronti: non che mi importasse, dopotutto era anche qualche mese più grande di me, ma mi piaceva avere sempre il coltello dalla parte del manico.

«Da quando ti ho dato il permesso di darmi del "tu"?»gli chiesi infatti, con un'espressione contrariata e divertita allo stesso tempo: non riuscivo a negare che tutto quel battibeccare mi stesse facendo divertire almeno un po', diversamente al tipo di divertimento che avevo di solito insieme ai miei amici.

«Da quando di comporti da stronzo con la mia migliore amica.»sputò acido e in quel momento capii che non ci sarebbe stato un modo per tornare indietro. Sapevo che c'era qualcosa che non andava, ma non pensavo che potesse essere una cosa talmente grave dal sentirmi insultato praticamente a gratis da un mio dipendente.

«Non sapevo che tra migliori amici fosse comune baciarsi.»mandai immediatamente una frecciatina velenosa in sua direzione, perchè volevo sapesse che io ero a conoscenza della sera in cui i due si erano baciati. Lui sembrò immobilizzarsi sul posto e capii immediatamente di aver fatto centro in un punto che non dovevo proprio tirar fuori.

«Non sono affari tuoi.»ringhiò tra i denti e io ridacchiai ironicamente, avvicinandomi leggermente a lui e abbassando il tono di voce, rendendo maggiore la privacy di quella conversazione dato che potevo iniziare a vedere alcune persone andare e venire per i corridoi, e a me non andava proprio di fare una scenata quel giorno.

«Eccome, visto come la guardi.»gli risposi subito e mi resi conto soltanto poco dopo di ciò che avevo detto: avevo sottinteso che io notassi il modo in cui lui la guardava, e ciò sembrava proprio una frase detta dal classico fidanzato geloso che non si fida della propria compagna.

Desire[J.W.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora