L'attacco di panico passa, lasciandolo completamente vulnerabile e stanco. Si addormenta con tutto il corpo indolenzito.
<<Di nuovo?>> Jisung si risveglia con la voce della madre nelle orecchie <<Beokjin non possiamo andare avanti così, sta avendo questi attacchi troppo spesso>> il ragazzo rimane in silenzio e ascolta la conversazione dei loro genitori <<Lo so, credo sia l'ora di portarlo dal dottor Kim>>

Jisung inizia a piangere silenziosamente e sa già come andrà a finire quella discussione. Il padre insiste da sempre per portarlo da uno psichiatra, mentre la madre non vuole che suo figlio prenda delle medicine, come i pazzi. Jisung ricorda ogni discussione avuta dai suoi genitori su quella decisione ed a lui nessuno gli ha mai chiesto di dire la sua.
Il ragazzo sa cosa vuol dire, la sa bene la differenza tra i due specialisti. La sua psicologa ne ha parlato con lui molte volte, anche lei gli consiglia di vederne uno.

Prendere degli psicofarmaci sarebbe la cosa migliore per l'ansia di Jisung e soprattutto per tutto quello che l'ansia gli causa. La sua psicologa gli ha consigliato ogni tipo di farmaco permesso nel suo campo, tutte cose omeopatiche che non hanno mai avuto alcun effetto su Jisung.
<<Va bene, prendi appuntamento per domani>> il ragazzo è sorpreso dal cambiamenti della madre <<Ma non sono ancora d'accordo con le medicine, voglio sentire l'opinione del medico>> Jisuns sospira e continua a far finta di dormire anche quando i due lasciano la stanza.

Presume che la cena/briefing sia salata e rimane sotto le coperte ancora per un po. Spegne il telefono senza guardare i messaggi e si sente dannatamente in colpa. Quello gli provoca un pianto prolungato e non riesce a riprendersi. Piange per ore fino a quando si sente la testa scoppare e stremato si addormenta di nuovo con un solo pensiero in testa.
Mi dispiace Minho, ma sono un casino.

Il lunedì mattina Jisung si risveglia con la stessa voglia di vivere del giorno prima, cioè inesistente. Sua madre gli bussa alla prota e lo informa che deve vestirsi perché stanno per uscire. Jisung sospira e si prende la testa dolorante  fra le mani non si degnano nemmeno di chiedermi cosa ne penso.

Sono nell'ospedale dove suo padre è il direttore, quello dove due giorni fa gli hanno curato le costole incrinate. I suoi genitori gli hanno solo detto che deve incontrare lo psichiatra, il dottor Kim, senza curarsi di spiegargli altro. Lui ha annuito ed ora si ritrova sulla poltrona morbida dello studio del dottore.
<<Gradisci un bicchiere d'acqua?>> Jisung annuisce e lo ringrazia gentilmente. Poi l'uomo, dall'aria gentile ma sempre molto professionale, gli chiede di raccontarsi un po e lui lo accontenta. Gli fa alcune domande sugli attacchi di panico e su come li gestisce e poi il discorso cade sulle sue giornate grigie e il dottore continua a scrivere sul suo taccuino ininterrottamente.

<<Bene Jisung, ora facciamo entrare i tuoi genitori, così parliamo un po con loro>> il ragazzo si agita sulla poltrona e si gratta la coscia senza alcun controllo sul suo corpo. <<Il dottor Han è dovuto tornare al lavoro, ci sono solo io>> spiega sua madre con un sorriso falso che Jisung conosce alla perfezione.
<<Bene, avrei preferito che ci foste entrambi perché la situazione non va presa alla leggera>>

A quelle parole sua madre si siede sulla poltrona accanto alla sua e segue il discorso del dottor Kim <<Suo figlio soffre di ansia e attacchi di panico da molti anni, mi stupisce che voi vi rivolgete ad uno psichiatra solo adesso.>> La donna rimane rigida sulla poltrona e Jisung la guarda innespressivo <<Purtroppo tutti questi anni in questa situazione hanno portato suo figlio a rifugiarsi in sé stesso e a controllare a modo suo la sua malattia>> alla parola malattia la madre fa un leggero balzo sulla sedia e Jisung abbassa lo sguardo.

I'm your seonbaenim || MINSUNGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora