Quando finalmente lei si accorge dell'animale comincia a guardarlo con aria assassina e fa roteare il pugnale su un dito. Io afferro una camicia dall'armadio e mi metto tra i due. Lentamente faccio indietreggiare Shiro e chiudo la porta. Dopo poco lo sento miagolare dall'altra parte. -Che bestia orribile-. Commenta Shina -C'è di peggio, credimi-. Le rispondo seccato. Lei mi guarda intensamente per qualche secondo e poi mi lancia contro il pugnale. Lo sento sibilare vicino al mio orecchio mentre mi sposto per schivarlo. Il pugnale va a piantarsi nell'anta dell'armadio e sparisce in una nuvola di fumo nero, lasciando una sottile fenditura nel legno. Io resto immobile senza muovermi. Quel demone ha appena cercato di uccidermi! -Purtroppo non posso ucciderti-. Mi dice alzandosi dal letto. -Bei riflessi, comunque-. Aggiunge e poi sparisce nel nulla così com'è comparsa.

Io mi accascio a terra sconvolto. Continuo a domandarmi cosa vuole quel demone, a parte distruggermi la casa e la vita. Non si può andare avanti così! Devo trovare a tutti i costi un modo per farla sparire per sempre e far tornare tutto alla normalità.

Mi alzo e comincio a sistemare tutto il disordine. Impiego tutto il pomeriggio per rassettare e sistemare alla bell'e meglio il divano stracciato e la fessura nell anta dell'armadio. Quando finalmente ho finito guardo l'orologio e mi accorgo di essere in mega ritardo. Prima che possa andare a lavarmi sento il campanello bussare. E' Nami. -Non arrivavi così sono venuta io da te-. Mi spiega entrando e osservando come sono conciato. -Ma, non sei ancora pronto?-. Mi chiede sorpresa. -No, mi sono messo a studiare e ho completamente perso la concezione del tempo, vado subito a lavarmi. Sarò pronto in dieci minuti-. Le dico e mi fiondo in bagno prima di sentire i suoi commenti. Faccio il più veloce possibile e per le otto e mezza arriviamo a casa di Naoki.

Siamo i soliti: io, Nami, Ai, Makoto Naoki e due suoi amici fotografi, Kenta e Hiroki. La serata procede tranquilla fino a quando Naoki e Kenta non esagerano con il sake e cominciano a delirare. Io non riesco lo stesso a rilassarmi. Shina non si è fatta vedere, è questo mi fa pensare che sta tramando qualcosa. Nami e gli altri non sembrano accorgersi di niente. Alla fine decido che forse bere e prendersi una bella sbronza potrebbe essere davvero una buona idea, e butto subito giù due bicchierini di sake. A fine serata Naoki, oramai ubriaco fradicio, decide di fare un brindisi. -Al mio migliore amico Hiro! L'eroe di Shibuya! So che ti piace essere chiamato così amico, non fare il timido-. Afferma mentre a stento riesce a tenere il suo bicchiere in mano. Io che non sto messo meglio di lui annuisco e con la faccia da ebete alzo il mio bicchiere. -A HIRO!-. gridano tutti e brindiamo.

Il rientro a casa è tragico. Se normalmente da casa mia a quella di Naoki impiego un quarto d'ora, adesso ci impiego il doppio. Anche se sono abbastanza stabile, Nami mi fa da stampella e ride ogni volta che inciampo. Quando arrivo a casa faccio in tempo a salutare Nami e poi corro in bagno a vomitare. Ho decisamente esagerato.

Impiego un'altra mezz'ora per farmi una doccia e vestirmi. Quando mi butto sul letto sono stremato e cado subito in un sonno profondo.

"Vago per le strade di una cittadina che inizialmente non riconosco. E' tutto troppo buio. Improvvisamente una grande luna piena rischiara il paesaggio e capisco di essere di nuovo a casa, a Ito. Non è cambiata da quando sono partito e adesso vedendola capisco quanto mi sia mancata. Continuo a camminare per le stradine deserte fino a quando non mi fermo di fronte ad una piccola casa bianca. Ricordo che un tempo ci abitava qualcuno che conoscevo. Masato Imai. Mi avvicino alla porta della sua casa e la apro. All'interno una piccola lampada accesa illumina anche se poco la stanza . Nella casa c'è del disordine ma i mobili moderni e lo stile occidentale suggeriscono una certo gusto. Salgo lentamente le scale mentre analizzo ogni angolo e ogni stanza dalla casa. Salito su trovo prima il bagno e poi una piccola stanzetta piena di quadri. C'è un cavalletto con una tela semi completa, uno scaffale con colori di ogni sfumatura e tante tele bianche sono ammassate ordinatamente in un angolo. Esco dalla stanza e proseguo. Trovo alla fine del corridoio la camera da letto e anche Masato. Non ho rapporti con lui dall'ultimo anno delle elementari, da quando lui si trasferì in un altro paese, dopo l'incidente. I raggi di luna penetrano dalla finestra aperta e io mi avvicino per osservarlo meglio, mentre lui dorme accanto ad una giovane ragazza. E' cambiato da come lo ricordavo. Si è fatto crescere una folta barba e i capelli sono più lunghi di come li portava da bambino. Lo osservo a lungo e cerco di allontanare i brutti ricordi quando vengo attratto da un movimento. Un'ombra si muove lungo le pareti della camera, irrequieta. Solo in quel momento mi accorgo dello specchio e del mio riflesso. Non è il mio volto quello che sto guardando di fronte a me, ma è Shina, che sorride malefica. Un battito di ciglia e mi ritrovo a guardare di nuovo il mio riflesso. -Com'è dolce il sapore della vendetta-. Mi sussurra e si avvicina a Masato. Dal nulla fa comparire il suo pugnale e lo accarezza dolcemente, poi mi guarda con un sorriso demoniaco stampato sulla bocca, e rapidamente, senza dubbi e incertezze, comincia ad inferire sul corpo nudo e inerme di Masato.Un attimo prima che lei lo colpisca il ragazzo spalanca gli occhi, un lampo di terrore li attraversa velocissimo, ma ormai è troppo tardi per fermarla. Il sangue comincia a schizzare ovunque, sulla coperta, sulla ragazza, sulle pareti e sul volto di Shina. Lei non si ferma, più vede il sangue sgorgare più sembra eccitarsi, tant'è che la sento ridere. La stanza è satura di quel tipico odore metallico che di solito da il voltastomaco ,ma io invece sembro inebriato da quel profumo. Resto immobile ad osservare la scena a del sangue mi schizza anche sulla faccia. Mi guardo allo specchio e vedo i miei occhi diventare rossi. Un sorriso affiorarmi sulle mie labbra...".

Mi sveglio di soprassalto. E' mattina. Io sono sudato fradicio e respiro affannosamente. Sento suonare la sveglia a provo a spegnerla senza riuscirci, mi metto seduto e capisco che non è la sveglia a suonare, ma il mio telefono. Sono le nove e oggi e sabato, niente università. Chi mi starà chiamando? Vado in cucina come un zombie e prendo il mio cellulare. E' mia mamma. -Hiro! Hiro!-. Mia mamma comincia a piangere e solo in quel momento mi riprendo. Ho la testa che mi scoppia ma riesco a biascicare qualche parola. -Mamma? Che succede?- Le chiedo. -Quel ragazzo, Masato, lui...lui si era trasferito di nuovo qui in città e... e stanotte... lui, lui è morto... lo hanno assassinato Hiro!-. Mi pietrifico e non riesco a dire più una parola. Masato è morto. E' morto, e io so chi lo ha ucciso.

The Other MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora