E, suo malgrado, lui e la sua eterea quanto unica e rara bellezza.

Perché si, Louis Tomlinson non era solo il migliore nel suo lavoro - nonché l'uomo più antipatico che avesse mai conosciuto - ma anche l'uomo più bello che Harry avesse mai avuto l'onore di vedere in tutta la sua vita.

E fu proprio in quel momento, mentre pensava a lui e allo stesso tempo entrava in commissariato con due caffè in mano e il cappuccio della felpa calato in testa a causa della pioggia, che Harry lo vide.

Perfetto.
Louis era sempre ed impeccabilmente perfetto.

Anche quella mattina, il suo corpo tonico era meravigliosamente fasciato dalla tipica divisa nera che ogni agente indossava ma che a lui, a differenza di tutti gli altri membri della squadra, sembrava essergli stata cucita direttamente addosso.

Metteva in risalto le sue forme mascoline in modo così sexy che Harry, il giorno prima, quasi non si accorse del cadavere a pochi passi da lui, tanto quella visione lo aveva sconvolto.

Per non parlare del suo volto. Capelli castani e lisci gli ricadevano mollemente sulla fronte in un perfetto disordine ordinato, e che lui tendeva a spostare col solo uso di tre dita. Occhi enormi e blu erano circondati da un manto di ciglia chiarissime e lunghissime, e un nasino piccolo e perfettamente dritto si ergeva al di sopra di labbra sottili ma rosse come il peccato.

Ma ciò che più lo colpì fu il sorriso. Louis non sorrideva spesso, questo Harry lo aveva capito, ma quando lo faceva... be', era una visione. Gli zigomi, già di per se affilati, diventavano ancora più marcati, e attorno ai suoi meravigliosi occhi si venivano a formare delle leggere rughette di espressione che Harry avrebbe voluto riempire di baci.

Quindi si, se Louis non fosse stato solito rovinare tutto ogni volta in cui apriva bocca, Harry gli avrebbe chiesto di sposarlo non solo il giorno prima ma anche in quel preciso istante, proprio mentre gli porgeva uno dei due caffè che aveva in mano.

"Buongiorno detective."

"Buongiorno, Styles. Non bevo caffè e non toglierti la giacca. C'è stato un altro omicidio."

Ecco, appunto.

Harry sgranò gli occhi e la saliva gli andò di poco di traverso.

"Los Angeles non dorme mai Styles, ti avevo avvertito. Su, andiamo. Prendiamo la mia macchina."

Harry annuì e lo seguì senza dire una parola.

Sarebbe stata una settimana davvero, davvero lunga.

*

Il viaggio verso la scena del delitto durò relativamente poco tempo, o forse erano entrambi troppo pensierosi riguardo cosa li avrebbe aspettati una volta giunti a destinazione, piuttosto che calcolare quanti chilometri avevano percorso.

Quando arrivarono sulla scena del delitto, l'agente Malik e il Dottor Horan li stavano già aspettando sull'uscio della porta d'ingresso dell'abitazione. Louis li presentò ad Harry in modo veloce e superficiale, troppo ansioso di vedere con i suoi occhi ciò che gli era parso di sentire tramite la stazione radio della polizia.

"Zayn? Resoconto."

"Non lo so, Lou. Sono appena arrivato. Scusami."

Louis annuì e si precipitò dentro casa con tutti al seguito. Tutti tranne uno.

Harry.

Harry che stava girovagando per conto suo e con lo stesso sguardo eccitato di un bambino al luna park.

Louis lo afferrò per il polso e lo strattonò con così tanta forza che i toraci cozzarono l'uno contro l'altro.

"Styles, per caso devo ricordarti qual è la definizione di ombra?"

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