Il sangue col vino noi lo mescoliamo.

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Preso da un ira cieca contro me stesso, scaraventai contro al muro il mio trono, mandandolo in pezzi.

Cominciai ad'andare avanti e indietro per la stanza come un folle, insultandomi da solo.

"Sei soltanto uno stupido!Non meriteresti nemmeno di vivere, figuriamoci di essere chiamato Re e di possedere un trono!".Urlai verso il mio animo.

Ripensai a tutto il dolore che avevo causato.

A tutti i fallimenti che avevo commesso.

A quanto il mio popolo, malgrado tutto mi era ancora fedele.

E i frammenti del mio cuore già spezzato si incrinarono ancora di più.

Presi un pezzo di quello che restava del mio trono, e mi ci colpii ripetutamente lo stomaco con tutta la forza che avevo, fino al punto in cui sputai sangue.

Poi mi fermai, ansimando e gemendo dal dolore.

Mi sembrava come se le mie viscere stessero andando in fiamme...ma, almeno non ero più concentrato sull'atroce senso di inutilità e fallimento che provavo nei miei confronti.

Per distrarmi ancora di più da quello che stavo percependo, riportai la mia mente sul da farsi con quella fanciulla.

Se, giustamente, mi considerava davvero responsabile della morte delle sue amiche...allora correvo un grosso rischio lasciandola andare.

Di me stesso non mi importava poi più di tanto, ma non potevo permetterle di andarsene per poi rivelare alla guardie la nostra posizione, mandando tutta la mia gente a morire.

Non potevo permettermi di fare un simile errore.

Inoltre, c'era anche la possibilità che fosse stata catturata quella sera dalle guardie, e che quest'ultime la abbiano minacciata di ucciderla, oppure di pagarla, se avesse o non avesse, a dipendenza del caso, trovato la corte e  rivelato la posizione di quest'ultima.

Sarebbe stato un ottimo piano, considerando che quel simbolo sul suo ventre era una prova in dubbia della sua presenza quel giorno.

Oppure è solo una povera ragazza che è finita nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Sentii la mia coscienza pugnalarmi.

Mi sentivo un verme in quel momento...

Insomma, stavo accusando senza alcuna prova una giovane che per di più c'erano alte probabilità che fosse stata stuprata o comunque aggredita...

Ma allo stesso tempo, sapevo di non potermi permettere il minimo sgarro...

Per questo, non avevo idea di come procedere.

Avrei potuto lasciarla vivere "tranquillamente", per quanto tranquilla quì la vita possa essere definita, ma c'era un altro problema.

Sia io, che tutti i miei sudditi, avevamo una regola molto severa.

Questa è l'unica terra che resta a noi gitani, quindi, come noi non possiamo abitare da loro, loro non possono abitare da noi.

E griderai CON me -CLOPIN(NDP) x FEMALE READER-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora