1.1 L'altra sponda

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autunno 2004

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autunno 2004

«Qualcuno di voi ha già le idee chiare per la scelta delle materie d'esame?»

Il prof. Goddard richiuse con tutta calma la sua cartella. La lezione era finita, ma la campanella dell'ultima ora non accennava a suonare. La classe era impaziente di uscire e i volti stanchi dellз studentз, compresi quelli di coloro che avrebbero potuto accampare una risposta, si fecero ragionevolmente confusi: a quattordici anni era meno chiaro che mai quali prove avrebbe riservato loro il futuro.

Gli ultimi anni di scuola apparivano ancora lontanissimi, di nessuna concreta preoccupazione rispetto alla contingenza presente: il professore, con la noncuranza delle chiacchiere dell'ultimo minuto, aveva appena fornito allз singolз studentз l'ennesima occasione per dare in pasto all'intera classe una risposta ridicola. Aveva tutta l'aria di non considerare che dare informazioni sul proprio conto non era la prospettiva più attraente per moltз di loro.

Qualcunǝ rispose; voci ovattate che raggiungevano Roy senza imprimersi nella mente. Era impegnato a cercare di ricordare le parole di una canzone che gli suonava in testa da ore. Guardava fuori dalla finestra, la mano stretta sulla maniglia dello zaino, un ginocchio nervoso che tremava sotto al banco.

«Lorne?»

Roy si riscosse. Lo sguardo gentile del professore era su di lui.

«Allora? Tu cosa pensi di fare?»

«Q-quando?»

La classe scoppiò a ridere e Goddard contrasse il viso per evitare di unirsi al coro.

«Qualche idea per i National?»

«Sveglia!» gli sussurrò Kamini Rankin alla sua destra, «Discutevamo delle materie a scelta.»

Roy la ignorò e si schiarì la voce: «Io... penso che... continuerò inglese.»
La classe scoppiò di nuovo a ridere e il professore non riuscì a trattenere un sorriso compassionevole. Jack Bannerman si voltò verso di lui e gli parlò fra i denti:

«Inglese è obbligatorio per tutti, Roy.»

«Non lo so, professore», rispose Roy apatico, alzando la voce per sovrastare le altre, «Non so cosa farò.»

La campanella lanciò il suo segnale e nell'intero istituto si levò il familiare fracasso di voci squillanti, sedie e banchi spostati, scarpe che pestavano in corsa il pavimento dei corridoi.

«Come se avessimo il tempo e la voglia di pensarci.» osservò Jack mentre uscivano dall'aula. «A malapena riusciamo a finire i compiti per il giorno dopo. Ed è così ogni giorno.»

Roy svoltò un angolo e quasi finì a sbattere contro Rhodina, che cercava proprio lui. Fu trascinato in cortile con tanta rapidità che non ebbe dubbi sulle ragioni della sua impazienza.

«Voglio sapere tutto. Ogni cosa. Com'è fatta, dove l'hai vista, di cosa avete parlato, da dove viene e in quale sc-»

«Calma. Non adesso.»

☙Amici Perduti - Libro Primo☙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora