> Ti ricordi di me, Eri? Ci siamo incontrati qualche tempo fa... Non arrabbiarti con Midoriya, ma non credo ti risponderà. Bakugō, il biondo che hai incontrato, è appeso ad un filo e Izuku l'ho ha appena realizzato...

Hitoshi guardò il vecchio amico, notò subito il suo sguardo vacuo e il suo odore rancido agitato. Gli poggiò una mano sulla spalla e strinse con tenerezza.

> Vieni, vi portiamo in ospedale. Ti porto da lui.

Midoriya si fece condurre alla macchina, il corpo molle ora che l'adrenalina della battaglia era svanita dalla sua circolazione; Eri, al suo fianco, lo guardava con gli occhi rossi preoccupati; quel rosso che somigliava così tanto a quello di Katsuki.
Appena prima che la portiera si chiudesse, un corpo duro come la roccia si scontrò con il suo, l'abbraccio spezza respiro gli diede la forza di sollevare lo sguardo su quello dell'alpha alla cannella; la voce di Kirishima era spezzata, colpevole. Mentre Eijiro borbottava scuse e richieste di perdono, Midoriya guardava i suoi vestiti, le ferite sul suo petto e il suo sorriso era tirato e sull'orlo di spezzarsi.

> Mi-Midoriya!! Stai bene, vero? S-Sei tutto intero? Mi dispiace, avrei dovuto trattenerlo; avrei dovuto proteggerlo, io... Sono un pessimo e-
> Grazie, Eijiro.

Gli occhi rossi, prima cupi per il senso di colpa, si schiarirono con le lacrime che, prepotenti, volevano uscire. Kirishima si strofinò il viso con l'avambraccio e tirò su con il naso, prima di riabbracciare il verde; la voce di Izuku uscì bassa a causa della sua stanchezza e dei muscoli tesi del rosso.

> Grazie di essere qui, grazie di avergli impedito di arrivare prima.

Per Midoriya sarebbe stato facile dare la colpa all'eroe rosso; sarebbe stato così semplice colpevolizzarlo per aver permesso a Bakugō di andare in prima linea; ma senza l'arrivo di Katsuki le cose sarebbero andate molto diversamente: Izuku non avrebbe trovato la forza di combattere; Le Million avrebbe perso il suo potere; Eri non sarebbe mai stata trovata e Izuku sarebbe stato marchiato.

Deku scivolò via dalla stretta di Kirishima, salì in auto e guardò il panorama fuori dal finestrino, senza in realtà vederlo, per tutto il tragitto.
Quando l'edificio bianco dell'ospedale apparve in lontananza, la paura prese a muovere si dentro di lui, prese a correre veloce nelle sue vene fino a raggiungere il suo cervello e il pensiero di perdere Katsuki sembrò incredibilmente doloroso. Ma perché faceva così male solo l'idea di perderlo? Non erano più legati, la sua parte omega era silenziosa; il desiderio biologico era quello di ricongiungersi con il figlio, allora perché voleva assicurarsi che Bakugō Katsuki, il ragazzo che aveva colpevolizzato per tutta la sua vita, fosse vivo e fuori pericolo?

Midoriya scosse la testa, i capelli verdi gli solleticarono la fronte, e decise di lasciar perdere quei pensieri; ci avrebbe pensato poi, una volta saputo il destino del biondo.

Best Jeasnit aveva mal di testa.
Un cerchio enorme gli stringeva il cranio e il dolore scendeva giù, attraverso le cervicali raggiungeva le spalle e la schiena.
Non era più un ragazzino, sapeva bene che ormai non poteva più permettersi certi sforzi ma non aveva avuto altra scelta: la vita del suo pupillo era nelle sue mani, nelle sue fibre e nella sua abilità di ricucire qualsiasi strappo.

Ma il petto del biondo non era strappato, il suo cuore non aveva una scucitura: il muscolo cardiaco di Bakugō era esploso, scoppiato a causa della nitroglicerina che non era riuscita a trovare una via d'uscita dal suo corpo.
Hakamada era rimasto inginocchiato sopra il corpo del ragazzo per un'ora intera, prima che l'ambulanza lo portasse, a tutto gas, all'ospedale più vicino. Hakamada era rimasto con il quirk attivo fino a quando non avevano raggiunto il pronto soccorso e i medici avevano analizzato le ferite, solo dopo un'altra ora di preparazione gli era stato dato il via libera per rilasciare le sue fibre e farsi sostituire dall'equipe medica.

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