Harry non lo ammetterebbe mai, ma quest'azione l'ha decisamente tranquillizzato, motivo per cui non si sente per niente in ansia durante il viaggio anzi, si sente felice e basta.

Scesi dalla macchina, Louis gli sta più vicino del solito, sfiorandogli la mano più e più volte con la sua, però Harry non ci fa troppo caso, associando questo comportamento al fatto che probabilmente Louis è semplicemente molto stanco a causa della giornata impegnativa.

Cenano poi in un piccolo ristorante.

«Tutto okay? Ti vedo un po' giù.» gli domanda Harry preoccupato.

«Sisi tranquillo, sono solo un po' stanco. Comunque prima ero un po' immerso nei miei pensieri e ho realizzato che non so praticamente niente su di te. Perché non mi parli un po' della tua vita? Giuro che ti ascolto anche se sembro mezzo addormentato» gli sorride Louis.

«Oh beh, non c'è moltissimo da dire,» ride Harry «vengo da un paesino chiamato Holmes Chapel, vicino a Manchester, e ho passato tutta la mia vita lì, fino a quando non ho deciso di prendermi quest'anno sabbatico. In ogni caso, vivevo con mia sorella, Gemma, mia mamma e Robin, che è il mio patrigno. Però boh, evidentemente avevo bisogno di un gran cambiamento, ecco perché sono qui.» Gli racconta Harry, «In realtà, se sono qui, è praticamente solo merito della mia psicologa» ammette il ragazzo, un po' a disagio per questa confessione. «Non so se te ne intendi di queste cose, ma ogni tanto mi capita di sentire il bisogno di avere il completo controllo su tutto ed è un comportamento su cui sto cercando di lavorare. E' per questo che qualche mese fa la mia psicologa mi ha suggerito di fare un viaggio diverso dal solito e, quale miglior occasione se non partire insieme a uno sconosciuto e andare in posti diversi ogni giorno senza poter avere l'assoluto controllo della situazione, se non questa?» finisce di raccontare Harry, rendendosi conto di aver rivelato forse un po' troppo, considerando che conosce Louis solamente dal giorno precedente.

Louis lo guarda in un modo che non riesce esattamente a decifrare, forse un po' scioccato da tutte queste informazioni, venute alla luce solo in pochi minuti, o forse felice che Harry sia riuscito ad aprirsi così facilmente con lui.

«Si, capisco perfettamente credimi, a sto punto sarebbe strano se non rivelassi pure io il perché sono qui» ridacchia Louis, rispondendogli dopo qualche secondo di riflessione. «In realtà, a differenza tua, non c'è una ragione così speciale o importante. Ho vissuto pure io tutta la mia vita in una piccola cittadina, chiamata Doncaster, principalmente con mia mamma e le mie 3 sorelle e, per quanto le amassi, era un casino stare dietro a tutte loro mentre mia mamma lavorava sempre per mantenerci. Ad un certo punto, come immaginabile, mi sono dovuto allontanare e mi sono trasferito a Londra per studiare lingue. Mi sono laureato l'anno scorso e ora sto un po' cercando di capire cosa fare nella mia vita...» ammette Louis, «Facendola breve, sono qui perché mi volevo divertire, però soprattutto perché quella sensazione di dovermi allontanare da tutti per un po' era tornata e l'unico modo per farmela passare era partire per un viaggio lontano da tutti.» conclude Louis. (attualmente ascoltando you're on your own, kid di taylor, slay!!).

«Beh, sono contento che tu sia riuscito a parlarmene con così tanta tranquillità, considerando che praticamente non ci conosciamo.» risponde subito Harry.

«Hey! Non dire così, H, ormai conosci il mio più grande segreto» ride Louis.

«Vero vero, beh, effettivamente adesso tu il mio, quindi siamo pari» gli sorride il più piccolo.

Dopo questa conversazione, la cena prosegue con molta facilità... Evidentemente, parlare un po' ha completamente risvegliato Louis, il quale ora chiacchiera animatamente con il più piccolo e continua a raccontare piccoli aneddoti sulla sua vita universitaria, che non interesserebbero sicuramente a nessuno, ma Harry ovviamente non è "nessuno" e sta iniziando seriamente a pensare che non può esistere suono migliore della voce di Louis.

Ma quando il più grande ride fragorosamente, Harry deve ricredersi. Esiste un suono più bello della voce di Louis, ed è la sua risata.

Passano circa un'ora a ridere prima che Harry realizzi che non hanno la minima idea di dove dormiranno quella notte e questa cosa lo fa decisamente andare in panico.

Louis però lo rassicura, «H, non preoccuparti, ho già pensato a tutto io. Prima, mentre eri in bagno, ho pensato al fatto che non mi avevi parlato di un hotel o di un posto in cui avremmo potuto dormire, così ho fatto una breve ricerca e ho prenotato un posto qui vicino. Spero solamente che sia di tuo gradimento» dice Louis, un po' imbarazzato.

Ed è qui. E' in questo esatto momento che Harry realizza.

Ha davanti a sé un ragazzo conosciuto meno di 24 ore prima che ha appena fatto una cosa di cui non sarebbero stati capaci neanche alcuni suoi amici, che conosce da anni.

Louis lo ha ascoltato, ha capito qual è la sua preoccupazione più grande e ha fatto di tutto per far sì che non accadesse qualcosa che potesse scatenarla di nuovo.

Se riesce a farsi scappare un ragazzo così, è un coglione.

Harry scuote la testa allontanandosi un attimo da tutti questi pensieri e Louis lo guarda completamente dispiaciuto.

«Oh scusa, io... io non avrei dovuto farlo, scusami. Avrei dovuto lasciare che scegliessi tu il posto.» dice il ragazzo più grande, convinto di aver appena rovinato tutto quello che stavano iniziando a costruire.

Harry lo fissa per un attimo, non capendo a cosa stesse alludendo il ragazzo davanti a lui.

«Hai scosso la testa, giusto? Vuol dire che non ti piace che io abbia scelto l'hotel no?» chiede Louis, confuso e decisamente ancora triste per l'accaduto.

«Cazzo, nonono, Lou, cosa hai capito? Se ho scosso la testa, era perché mi ero un attimo perso nei miei pensieri. Non sai quanto sono colpito da questa tua azione, davvero. Grazie infinite.»dice Harry e Louis gli sorride.

Gli sorride come non ha mai fatto prima. Gli rivolge un sorriso che, se fosse possibile, si vedrebbe pure dall'altra parte del mondo. E Harry lo guarda convinto di aver appena trovato una delle persone da cui non vorrà mai e poi mai allontanarsi.

Dopo cena si dirigono verso l'hotel scelto da Louis e dopo essersi fatti dare le chiavi dalla ragazza alla reception, salgono fino al terzo piano per raggiungere finalmente la loro camera.

La stanchezza inizia decisamente a farsi sentire e Harry non vede veramente l'ora di buttarsi a letto, però il disperato bisogno di farsi una doccia sembra essere più forte del sonno.

«Ei Lou, vado a farmi una doccia, hai bisogno di utilizzare il bagno prima?» chiede Harry.

«Nono, vai pure» gli risponde l'amico, mentre controlla i vari messaggi, ricevuti soprattutto da sua mamma e Zayn, il suo migliore amico.

Harry esce dal bagno dopo circa 20 minuti, con solamente un asciugamano attorno ai fianchi, e se il ragazzo non si accorge dell'effetto che ha appena avuto questa scena su di Louis, probabilmente è solo perché sta disperatamente cercando un cambio pulito nella valigia, domandandosi mentalmente chi è così stupido da andare a farsi una doccia senza portarsi dei vestiti con se.

Quando anche Louis esce dalla doccia, decidono di guardare un po' di televisione insieme. Optano per un documentario sui pinguini, perché non c'era letteralmente nient'altro in onda...

Anche se, segretamente, non dispiace a nessuno dei due vedere quei cuccioli adorabili.

Mentre guardano il programma parlano un po' della giornata, e Harry, intento a fare un discorso su quanto gli avesse fatto schifo il cibo comprato al chiosco, realizza che quei piccoli "mhm mhm" che era solito fare Louis, non ci sono più da un pezzo.

«Lou, ci sei? Sei ancora sveglio?» gli domanda, non ricevendo alcuna risposta.

«Peccato, era veramente un discorso interessante... Beh, buonanotte Lou.»

E se anche stasera Harry si addormenta cercando di capire se Louis prova lo stesso, lo sa solo lui.

Ti dedico le autostrade che portano al mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora