3. You're too mean, I don't like you

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«Valery Blair, è richiesta in presidenza.»

Non c'è niente di meglio che iniziare una giornata scolastica nell'ufficio del preside.

«Che hai combinato?», chiede Kev.

«Proprio niente.»

«In bocca al lupo», mi dà un bacio affetuoso sulla fronte e sparisce tra gli altri alunni.

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Apro la porta dell'ufficio del preside.

«Mi ha richiesta?»

«Sì, vorrei parlarti della questione che ti ho già anticipato al telefono.»

'Non mi ha anticipato proprio un bel niente al telefono, cos'è tutta questa suspence? Il finale di Spiderman across the multiverse?'

Mi fa cenno di accomodarmi sulla sedia davanti a lui.

«Ho provato a contattare i suoi genitori ma sembrano irraggiungibili. Tutti e due.»

Merda.

«Sì, umh... è che sono partiti per un viaggio di lavoro.»

Faccio un sorriso di circostanza che spero non capisca sia falso. Mi scruta con i suoi occhiali dalle lenti minuscole e inizio a sudare freddo.

Non deve scoprire che siamo da soli.

«Okay... però lei non è ancora diciottenne, chi si prende cura di voi tre? Avete un altro tutore legale che faccia le veci dei genitori?»

Alza un sopracciglio scuro e i suoi occhi marroni sembrano volermi scannerizzare per sapere se mento o meno.

«Mia...zia.»

Che cosa ho detto? Oddio, oddio.
Dovevo stare zitta. Ho solo complicato le cose. Mi strapperei tutti i capelli.

Perché Val, perché??

«Organizzerò un colloquio con sua zia, allora.»

«Ma certo...»

Sì, ovviamente, e adesso dove la trovo una zia?

Magari potrei ingaggiare una senzatetto in cambio di molti kebab gratis... Finalmente quel lavoro di merda mi sarà utile in un qualche modo.

«Può dirmi il nome di sua zia?»
Questa domanda mi coglie davvero alla sprovvista.

E poi il preside continua a guardarmi con quel cipiglio serio talmente irritante...

Inizio a bere un po' di caffè dal mio bicchierino per prendere tempo. Rimango in silenzio a bere cercando di farmi venire in mente un nome qualsiasi. All'improvviso mi arriva un lampo di genio.

«Carol Hudson, è la sorella di mia madre.»

Inizio a torturarmi le mani con un brutto presentimento che cresce nel petto. Non è che sto solo peggiorato le cose?

Lui annota il nome su un quadernino.

«Comunque, l'ho convocata qui per parlare del comportamento di sua sorella, visto che i vostri genitori sono partiti e lei è la sorella più grande e responsabile.»

Non è vero, non sono la più grande. Il più grande è Matt che ha diciott'anni, io ne ho diciassette e Lana quattordici, ma Matt viene considerato come un bambino.

«Di cosa si tratta?»
Si muova ad andare al punto.

«Come ho già detto: è una questione molto delicata...»

ℭ𝔥𝔞𝔰𝔢 𝔐𝔢 [REVISIONE]Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu