Giorno 10 - Libreria

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«Buongiorno, sono Sebastian. Non ti ho mai vista qui, devi essere nuova del posto» aveva analizzato con cura, colpendo nel segno. «Se posso esserti utile in qualcosa, non esitare a chiamarmi» le assicurò cordiale.

Era alto e aveva i capelli corti e neri, indossava degli occhiali dalle lenti rotonde che ammorbidivano i suoi tratti squadrati. Aveva un naso importante, e improvvisamente si ricordò della battuta di Stella circa i ragazzi con un naso grande. Non aveva esperienza diretta, ma decise di fidarsi dell'esperienza dell'amica.

«Sto... sto solo facendo un giro, se per lei va bene» disse a corto di fiato Bloom. Aveva il cuore a mille, per metà per essere appena sfuggita a una possibile molestia sessuale, e per l'altra metà era colpevole la sua giovane età e inesperienza in fatto di relazioni con l'altro sesso.

Quel Sebastian era una gioia per gli occhi e lei avrebbe avuto a disposizione solo pochi altri mesi, poi avrebbe dovuto lasciare l'Irlanda e tornare in California.

"Fanculo, cazzo" si era detta.

-ooOoo-

La targa apposta vicino all'entrata raccontava che quella libreria fosse a conduzione famigliare e che fosse stata fondata nel settecento, ma, a parte qualche soprammobile dall'aspetto antico e il tetto incredibilmente alto, non molto di quello che la circondava sembrava suggerire l'anzianità della struttura. Le pareti erano immacolate, doveva essere stata ristrutturata da pochi anni, probabilmente per renderla a norma di legge.

Da un lato le dispiaceva, avrebbe tanto voluto sapere com'era stata negli anni passati quella libreria.

Lesse il messaggio, mandato da Stella nella chat di gruppo, e scosse la testa alla solita schiettezza dell'amica.

Stella ✨:

Tra poche settimane tornerai in America, a proposito: 😭, cosa hai da perdere

Stella ✨:

Portatelo nel retro e saltagli addosso come fosse un trampolinoooo

Aisha 🏊:

Sembri dimenticare un piccolo dettaglio, Stella: Bloom ha 16 anni e questo Sebastian sappiamo che ne ha 25...

Aisha 🏊:

Questa sua infatuazione dovrebbe rimanere esattamente questo: un'infatuazione.

Aisha 🏊:

Rischiate di mettere quel ragazzo nei guai...

Stella ✨:

Solo se qualcuno oltre a noi lo viene a sapere

Stella ✨:

E non accadrà, quindi 🤪

Stella ✨:

E comunque ho fatto di peggio

Stella ✨:

Prima di conoscere Bea, sia chiaro EH

Bloom sorrise di quello scambio ilare tra le sue due amiche e rispose in fretta ai loro messaggi. Aveva detto loro che dopo la scuola sarebbe passata "alla libreria di Sebastian". Avvisarle dei suoi spostamenti era diventata ormai un'abitudine per garantire la sua sicurezza in caso le fosse accaduto qualcosa...

Quando avevano saputo della loro cotta giovanile per Sebastian, subito si erano messe in moto per scoprire quanti più dettagli possibili su di lui. Non aveva canali social, quindi era stato difficile scoprire se fosse almeno fidanzato.

Stanca di non aver scoperto ancora niente su di lui, Stella aveva avuto la brillante idea di chiedere aiuto alla sua ragazza, Beatrix, e, fingendosi due giornaliste del giornalino scolastico della loro scuola, lo avevano intervistato, facendogli domande circa la sua vita e il suo lavoro, come facesse a conciliare le due, se avesse una famiglia, dei figli... Si era stranito di quelle domande così personali, ma loro avevano spiegato che stavano facendo una ricerca che esplorava il mondo del lavoro di oggi, se fosse ancora possibile avere l'opportunità di avere una vita privata separata dagli obblighi del lavoro. In qualche modo, erano state credibili e Sebastian aveva raccontato molto di sé: non era fidanzato né sposato né aveva figli, viveva da solo e, in effetti, viveva da solo da qualche anno ormai. Abitata all'appartamento che si trovava al di sopra della liberia, quindi le sue tratte erano letteralmente lavoro-casa, qualche volta usciva con i vecchi compagni del liceo per prendere una birra o andare a guardare una partita dal vivo, ma si fermava lì il suo tempo per lo svago.

Approfittando del gancio fornitole da Sebastian stesso, Stella gli chiese se quindi era fresco fresco di studi e come aveva fatto a ottenere in pochi anni la gestione della libreria.

Sebastian aveva confermato di essere giovane, aveva venticinque anni, e che aveva ereditato la gestione della libreria appena qualche mese dopo aver finito gli studi universitari. Suo padre, precedente proprietario dell'immobile, era venuto a mancare improvvisamente.

Finite le domande, Sebastian aveva chiesto alle due giovani ragazze dove avrebbe potuto visionare l'intervista che gli avevano appena fatto. Beatrix chiuse lo sportello della videocamera presa in prestito da Bloom e lo assicurò che avrebbe trovato la video-intervista sul sito della loro scuola. Sia il nome della scuola sia i loro nomi propri erano stati forniti falsi, avevano indossato persino una divisa scolastica di invenzione fatta cucire di tutta fretta alla cugina di Terra: Flora. Tuttavia, Stella e Beatrix erano bravissime a fingersi quello che non erano, lo facevano tutti i giorni con chiunque non fosse a conoscenza della loro omosessualità, quindi Sebastian si era fidato delle loro parole, non credendo che potesse essere tutta una montatura per ricavare informazioni da lui.

Era fortunato a non essere una donna, perché voleva dire che poteva permettersi certe ingenuità.

Bloom si avvicinò al bancone e gli chiese informazioni su libro che sapeva benissimo dovesse ancora uscire.

«Purtroppo questo titolo non è ancora disponibile, ma lo sarà tra due giorni» le spiegò. «Se ritorni venerdì pomeriggio dovresti trovarlo già sugli scaffali».

«Capisco» disse Bloom, fingendosi dispiaciuta del viaggio a vuoto.

«Posso lasciarle il mio numero, così mi potrà avvisare tramite messaggio quando arriverà? Abito lontano e questa è l'unica libreria che... mi piace»

Sebastian ebbe un attimo di esitazione a quelle parole.

Bloom aveva coperto la sua divisa scolastica con una giacca prestatagli da Terra, sperava che Sebastian non l'avesse riconosciuta comunque tramite i colori del colletto della camicia che spuntava intorno al suo collo o la gonna a pieghe lunga fin sotto le ginocchia. Avrebbe collegato i punti e capito che Bloom frequentava un Istituto Cattolico, quindi era ancora minorenne, a pochi metri da lì e che tutto quel discorso era atto solo a lasciargli il suo numero.

«Mi dispiace, non forniamo questo servizio» disse con un'espressione fattasi improvvisamente seria.

"Non è così ingenuo, allora..." pensò Bloom.

«Capisco» ripetette nuovamente lei, andata in panne per l'imbarazzo. La sua faccia doveva essere diventata rossa quanto i suoi capelli, perché si sentiva andare a fuoco.

«Ritornerò, allora» gli promise, sforzandosi di sorridergli fingendo innocenza.

Sebastian annuì soltanto, lentamente, poi ritornò alla lista che aveva sotto gli occhi e che aveva precedentemente tralasciato per servire lei.

Bloom dovette trattenersi dal fuggire con la coda tra le gambe.

Per sfogare la sua frustrazione, si limitò a chiedere conforto alle sue amiche. Aprì la chat di gruppo rinominata "It's always rainy in Dublin" e scrisse in fretta i suoi pensieri.

Io:

fanculooooooo

Io:

sono un'idiotaaaaaa 😭 😭 😭

Shades, Tints & Tones [Bloom x Sebastian]Where stories live. Discover now