34. Green Eyes But...

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Sembra strano ma fin dal primo istante ho capito che lei non fosse come mi immaginavo.
Che vedesse cose che solo nel suo mondo esistessero.
Quel suo modo strano di esprimersi.
L'ordine maniacale avrebbe fatto insospettito chiunque.

«Alexia, va tutto bene?» mi domanda Adam preoccupato.

E mi verrebbe da rispondere a mio modo, con fare ironico ma sento di non avere le forze.

Scuoto la testa al posto di usare le parole.

Gli occhi di Eliza scattano continuamente tra me e Mattheo.

Vedo un'oscurità ignota attraversarla.

«Andiamo, Alexia, dobbiamo andare» la voce di Adam è l'unico appiglio che uso per non cadere nel vuoto e sul pavimento.

«Dove cazzo la stai portando?» squittisce Allie.

«Dove cazzo mi pare» risponde Adam infuriato.
È talmente arrabbiato che ho come la sensazione di poter sentire il suo cuore battere contro la pelle arrossata.

Sento le sue braccia trascinarmi.
Un vuoto immane mi schiaccia.
Non sono questo.
Non posso esserlo di nuovo.

«No, Adam» fermo il ragazzo.

Il suo sguardo accigliato la dice lunga.

Mi stacco dalla sua presa talmente stretta che stava per fermarmi la circolazione.

Mi dirigo dalla ragazza dai capelli di fuoco per poi tirarle uno schiaffo in pieno viso con la stessa precisione di un chirurgo.

«Era da troppo tempo che volevo farlo» alzo le spalle con un finto tono dispiaciuto.

Il mio palmo brucia ma la vera cosa che stanno andando a fuoco sono i suoi occhi nocciola ormai diventati dello stesso colore del carbone.

Con uno scatto improvviso temevo che ben presto mi sarei ritrovata grondante di sangue, il corpo viola e i denti rotti.
Per paura ho chiuso gli occhi di scatto ma esattamente dopo 5 secondi contati in cui potevo ancora avvertire la presenza della mia dita decido di farmi coraggio.

Apro l'occhio destro seguito da quello sinistro con il cuore che aumenta i battiti e l'intensità con cui sbatte contro la mia gabbia toracica.
Sembra diventato di pietra.
Sembra che stia schiacciando i polmoni.

Noto con piacere che le urla e le minacce di Allie sono ripetute con la sua solita logorrea straziante per tutti i timpani.
Le sue braccia sono tenute ferme saldamente da una persona che conosco a fin troppo bene.

Ciocche blu come i suoi occhi.
Un'ironia talvolta pungente e amara.
Vivienne.

«Con i ringrazianti puoi sdebitarti dopo» sorride.

Noto che la stanza si è riempita.
Vivienne, Blaise, Allie, Adam e...
Mattheo.
Non lo trovò più.
Lo cerco, perlustro e osservo ogni angolo della stanza ma non lo trovo.
Eliza.
Anche lei è scomparsa.
Sempre se quello è il suo vero nome.

Le pareti sembrano crollarmi addosso.
Sotto ogni aspetto.
Le gambe deboli non riescono più a reggermi, per fortuna che a poca distanza da me c'era Adam che non ha perso tempo ad afferrarmi.

«Mattheo» guardo ancora ogni parete e ogni metro quadrato.

«Adam, bada a questo chiwawa arrabbiato» dice Vivienne riferendosi ad Allie.

«Voi farete una brutta fine» ringhia e solo ora posso notare la leggera somiglianza a quel cane che non fa altro che abbaiare.

«Le tue parole pesano quanto la tua influenza in questo momento e se non avessi metri di misura per calcolarla da sola ti direi che siamo ad un livello che si aggira attorno allo zero» le parole mi escono naturali e senza intoppi.

Sonder // Mattheo RiddleWhere stories live. Discover now