25. You bringin' out a side of me that I don't know

72 17 25
                                    

Chase's pov

La vicepreside spegne finalmente la registrazione. Proprio nel momento in cui la sua piccola mano stava per poggiarsi sul mio addome.

Non ho potuto assaporare il suo tocco sulla mia pelle neanche dal vivo, se è per questo.

E chi lo sapeva che fuori c'erano le videocamere di sorveglianza?

Lancio uno sguardo a Blair, che dal canto suo non non smette di guardarsi le mani e torturarle.

Probabilmente è la prima volta che finisce nei guai a scuola in tutto il liceo. Tutto per colpa mia.

Però è lei che ha voluto seguirmi.

Un fottuto professore ci ha scoperti e io mi chiedo ancora perché non è rimasto a fumarsi la sua cazzo di sigaretta. Stava andando tutto così bene.

Quindi, ora siamo qui, in presidenza. Del preside però, nessuna traccia. Ancora.

Chissà perché...

Un sorrisetto mi nasce spontaneo sulle labbra.

«Ridi? Ragazzo, sei finito in presidenza per esserti fatto un bagno nella fontana della scuola come se fosse la piscina comunale, e ridi?», se ne esce la vicepreside.

La mia espressione però non cambia. Non sto ridendo mica per questo.

«Cosa pensavi di fare?», chiede poi il professore.

«Io? Un giro in moto», dico, mostrando a tutti e due il casco che tengo in mano da quando siamo arrivati qua dentro.

«Scappando da scuola?», chiede poi la vicepreside.

«Può darsi.»

La donna scende dall'angolo della scrivania sulla quale era seduta e va verso Valery. Quando alza lo sguardo, sembra speranzosa. Magari in questo momento sta pregando di non essere nei guai, quando non sa che se la prenderanno solo con me.

«E tu? Sarò sincera, Valery: non ti conosco. E stavo bene così, perché ciò voleva dire che hai un comportamento consono alla scuola. Di certo so bene che non sei famosa per rinfrescarti nella fontana del cortile», le dice in tono pacato ma comunque di rimprovero.

«Mi... dispiace tanto, io...»

La interrompo subito. Non ho né voglia né tempo di stare qua seduto a girarmi i pollici mentre questi decidono se mi è concesso passare l'anno o meno.

«Finitela. È colpa mia. Tutta quanta colpa mia, ok? Ora, se non vi dispiace, ma anche se vi dispiace, sparisco.»

Mi allontano da tutti spingendo la sedia all'indietro e le gambe in avanti. I piedi della sedia provocano un suono strisciando sul pavimento, che fa arricciare l'espressione di tutti i presenti dal fastidio.

«Torna subito seduto!»

«Mi scusi. Solo mia madre può ordinarmelo.»

Vado verso la porta e afferro la maniglia, ma prima di uscire, i miei occhi sono calamitati dall'unica persona in questa stanza che stranamente non mi sta guardando con odio.

Ha ancora i capelli bagnati dalla nostra piccola avventura. Li prende in mano per spostarli tutti su una spalla sola. La mia giacca è appoggiata sulle sue gambe. I vestiti che le aderiscono al corpo, però, si stanno asciugando. Rimane solo l'ombra del reggiseno in pizzo che porta e si adatta al suo seno come se le fosse stato cucito addosso. Faccio una smorfia sofferente.

Infine passo al suo viso. I suoi grandi occhi verdi mi guardano con stupore, forse anche... paura?

Le faccio un occhiolino fugace ed esco lasciando tre facce allibite all'interno della stanza.

ℭ𝔥𝔞𝔰𝔢 𝔐𝔢 [REVISIONE]Where stories live. Discover now