Capì che non avrebbe dovuto dirlo, perché si tappò la bocca e chiuse gli occhi, come per insultarsi mentalmente.

«E tu come lo sai, Amber?»

Lei scrollò le spalle.

«Semplicemente non credo che qualcuno possa essere così stronzo.»

«Beh.. penso che tu non conosca bene Blaze. Ha iniziato in terza media a scoparsi ragazze a caso e a fare a botte.»

Fa pure a botte? Che cazzo è?

«È semplicemente una mia opinione.»

«Tu non me la racconti giusta, Amber, sei strana da quest'estate.» e detto questo il ragazzo si alzò, dirigendosi in casa a passo svelto.

«Tom! O mio dio, aspetta!» urlò la ragazza, correndogli dietro.

Mi voltai verso Cody, che fece spallucce, sedendosi sull'altra sdraio per poi sdraiarcisi sopra, guardando dritto in acqua, a vedere così, verso la posizione dove si trovavano Martinez e Summer.

«Sei geloso?» chiesi, sperando con tutto il cuore che lui la prendesse come una battuta. Ma invece mi fulminò con lo sguardo, continuando a sorseggiare la sua coca cola.

C'era qualcosa sotto, e lo sarei venita a sapere.

Fosse l'ultina cosa che faccio.

Alzai gli occhi al cielo e mi coricai pure io sulla sdraio.

Era strano stare in mezzo a così tante persone in costume da bagno.

AMBER

«Tom! Thomas!» lo rincorrevo per la grande villa di Jasper Lee, mentre lui non sembrava ascoltarmi, o forse non mi sentiva, data la musica ad alto volume.

Ma chi volevo prendere in giro? Ovvio che mi sentiva. E sicuramente da quando eravamo fuori sapeva che io lo stavo rincorrendo.

Non gli avrei dato le spiegazioni che meritava, sarei passata per una traditrice, e io non la ero.

Giusto?

Dopotutto era solo sesso, nulla di male.

Non che Tom non mi soddisfasse abbastanza, ma c'erano volte in cui avevo bisogno di qualcosa in più.

E quel "qualcosa in più", Blake era bravo a darmelo.

Feci per continuare a camminare, ma sentii una presa fin troppo conosciuta intorno ai miei fianchi.

Parli del diavolo..

«Te ne vai di già?» il suo respiro solleticò il mio orecchio, facendomi scorrere un brivido lungo la schiena «Sei così sexy con questo costume.» mi sussurrò, facendomi passare le dita intorno all'ombelico, fregandosene altamente delle persone intorno a noi.

«Non è il momento, Blake.» dissi.

Esatto, non era il momento. Allora perché sentivo la strana sensazione tra le gambe ogni volta che o lui o Thomas mi stavano vicini.

Cazzo che casino..

«Hai litigato con il tuo fidanzatino?» mi prese in giro, facendo il labruccio, che mi portò ad alzare gli occhi al cielo.

«Per tua informazione mi è quasi scappata la parte dove dico che io e te scopiamo.» sussurro tra i denti, nonostante nessuno potesse sentirci a causa della musica ad alto volume.

Lui rise, prendendomi per mano e iniziando a trascinarmi finché non arrivammo in una stanza vuota, lui chiuse la porta e accese la luce.

«Beh.. però non lo hai fatto.» mi fece indietreggiare fino a un mobile di legno, su cui mi fece sedere sopra.
«E poi.. è solo sesso, lo abbiamo sempre detto, no?» mi passò il dito lungo il collo, per poi passare sul seno, sullo stomaco, per poi fermarsi sopra l'elastico delle mutande.

Un lieve mugolio sfuggi dalle mie labbra, mentre lui accarezzava il mio ventre.

Non cedere, Amber.

Me lo ripetevo continuamente, ma, altrettante volte, cedevo alla lussuria di quel tocco.

Quelle mani fredde mi strinsero i fianchi e il suo fiato caldo e all'odore di birra mi sfiorò il collo, portandomi ad inarcare la schiene.

«Sei stata brava. Ma, anche se avresti detto il nostri piccolo segreto, non sarebbe importato a nessuno. Nemmeno al tuo Thomas.»

Mi morse il lobo dell'orecchio, mentre con le mani mi slacciava il reggiseno che avevo addosso, lanciandolo chissà dove.

«Sai? Ho incontrato quella tua amica, ehm..»

«Alissa.» gli dissi tra gli ansimi, mentre lui continuava a vagare con le mani sul mio corpo quasi totalmente nudo, a parte per le mutande.

«È una verginella nel cazzo.» disse lui, iniziando a baciarmi il collo.

Lui adorava le verginelle del cazzo. Lo facevano sentire potente. "Guardatemi, sono Blake Davis e ho fatto perdere la verginità a una stra figa".

Le sue mani si abbassarono sull'elastico delle mie mutande e prese a sfilarmele, facendomele scivolare lungo le gambe.

Ero interamente esposta a lui. E proprio in quel momento il mio buon senso si risvegliò.

Con uno spintone, lo allontanai da me, lui mi guardò confuso, mentre io mi alzavo e riindossavo velocemente il costume.

«È sbagliato, Blake. Lo sai anche tu. Io-» lui alzò gli occhi al cielo, riavvicinandosi a me e scostandomi una ciocca di capelli rossi dietro.

«Com'è che si dice? Rossa di capelli-» gli tappai velocemente la bocca e la fulminai con lo sguardo.

«Smettila.»

«Ieri credevo ti piacesse sentirtelo dire. Mi hai anche deliziato con uno delle tue opere.» allontanò la mia mano dalla sua bocca per poi prendere la sua maglietta bianca da lì vicino.

Eppure prima non ce l'aveva..

«Smettila di fare finta di non volermi ogni giorno, per poi scrivermi nei messaggi che ti masturbi pensando a me.» mi sussurrò all'orecchio prima di uscire dalla stanza.

Perché Tu?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora