Mi sento intrappolata, incapace di trovare un'uscita da questa situazione umiliante. "Per favore, smettila," supplico, la mia voce tremante mentre imploro un po' di pietà.
Vittorio mi guarda con un misto di disprezzo e soddisfazione. "Basta per oggi, Kathryn. Vattene," ordina con voce autoritaria, indicando alla bionda di lasciare la stanza.
Kathryn esita per un istante, ma alla fine, sotto lo sguardo minaccioso di Vittorio, si raccoglie e si allontana senza dire una parola.
Vittorio riempie la vasca con acqua tiepida, il rumore dell'acqua che scorre riempie il bagno. Il suo volto è impassibile mentre mi osserva, come se fossi poco più di un oggetto da manipolare a suo piacimento. "Entra," ordina con voce severa, indicando la vasca con un gesto del capo.
Risalgo sulla vasca con riluttanza, cercando di ignorare la sensazione di essere completamente vulnerabile di fronte a lui. Vittorio entra dopo di me con sapone e spugna, e comincia a lavarmi con gesti decisi ma gentili. "Stai bene?" chiede Vittorio con voce leggermente più morbida, ma ancora carica di autorità. "Sì," rispondo a malapena sopra un sussurro, cercando di nascondere il mio disagio dietro una maschera di calma.
Lentamente, poggio la mia testa sul suo petto, Vittorio si blocca per un istante, sorpreso dal gesto, ma poi accoglie la mia testa con un braccio, stringendomi leggermente contro di lui. "Va tutto bene," mormora con voce morbida, come se cercasse di rassicurarmi nonostante la durezza delle sue azioni precedenti. Sentire la sua mano posarsi delicatamente sulla mia testa mi fa sobbalzare leggermente, e un singulto mi scuote improvvisamente. Le lacrime iniziano a rigare il mio viso, non riesco più a trattenere l'emozione che mi travolge. Il peso di tutto ciò che è successo, la sensazione di impotenza e umiliazione, si fa sempre più opprimente.
"Shh... è tutto a posto," sussurra Vittorio, la sua voce morbida e rassicurante, ma le mie lacrime continuano a scorrere, inarrestabili, come un fiume che trabocca dalle sue sponde.
Dopo un po', Vittorio si allontana leggermente per darmi spazio, e mi offre una mano per aiutarmi a uscire dalla vasca. Accetto il suo aiuto con gratitudine, anche se la sua presenza continua a pesare sui miei pensieri.
Una volta fuori dalla vasca, mi avvolgo in un asciugamano e cerco di asciugarmi il più rapidamente possibile per allontanarmi da quella stanza. Vittorio si limita a osservare in silenzio, il suo sguardo ancora carico di preoccupazione.
Ci dirigiamo verso la mia camera in silenzio, entrambi sommersi dai nostri pensieri. Vittorio mi indica il mio guardaroba e, con un cenno della testa, mi lascia sola per vestirmi. Mentre infilo rapidamente i vestiti, sento il peso delle recenti esperienze che si riverbera dentro di me, lasciandomi con una sensazione di smarrimento e confusione.
Vestita, mi guardo intorno alla ricerca di Vittorio, ma lo trovo già di fronte alla porta, pronto ad andarsene. Ancora una volta, il suo volto è un enigma, impenetrabile e distante.
Senza scambiare una parola, mi unisco a lui, e insieme scendiamo le scale, lasciando la mia camera e le sue ombre alle spalle.
Appena scendiamo le scale, ci troviamo di fronte ad Alice, la madre di Vittorio, che ci guarda con sguardo severo. "Vittorio, ho appena visto uscire quella ragazza," rimprovera, il tono carico di delusione. "Quando smetterai di frequentare queste donne di strada?"
"Ho usato i preservativi" risponde lui con menefreghismo. "Non voglio fare queste discussioni davate a tua sorella" afferma poi Alice "Elisa, in cucina tuo padre ha preparato le crepes, Luca dorme ancora" mi sorride quasi amorevolmente. Annuisco e mi allontano da Vittorio.
Entro nella cucina e trovo mio padre, intento a preparare le crepes. "Ciao papà," lo saluto con un sorriso teso, cercando di non far trasparire il mio turbamento. "Ciao Elisa, come hai dormito?" mi chiede con gentilezza, ma posso vedere una punta di preoccupazione nei suoi occhi. "Bene, grazie," rispondo rapidamente, mentre mi siedo al tavolo, cercando di ignorare le tensioni. Mi siedo al tavolo della cucina, "Come è andata la tua serata?" mi chiede, il tono preoccupato nel suo sguardo "Sei tornata prima". Respiro profondamente, cercando di trovare le parole giuste per descrivere la confusione e il disagio che ho provato. "Tutto sommato, è andata bene," rispondo, "Ho conosciuto un ragazzo" confesso a papà.
Mentre sto parlando con mio padre, la porta della cucina si apre e Vittorio entra, seguito da sua madre, Alice. "Tesoro, va tutto bene?" chiede papà rivolgendosi alla donna. Alice sospira leggermente, scuotendo la testa con un'espressione preoccupata. "Non proprio," risponde sinceramente, gli occhi puntati su Vittorio. "Ho appena visto uscire quella ragazza con lui," continua, indicando Vittorio con un cenno del capo. "Mi preoccupa il suo comportamento, non è il figlio che conoscevo una volta."
Vittorio abbassa lo sguardo, un'espressione di fastidio e irritazione attraversa il suo volto. "Non c'è niente di cui preoccuparsi, mamma," risponde con tono brusco, incrociando le braccia sul petto "E poi non sono io a baciare sconosciuti" aggiunge guardandomi. "Elisa" mi richiama mio padre con tono severo "Mi hai dato che hai incontrato un ragazzo, non di averlo baciato".
"Mi dispiace, papà," rispondo con voce flebile, sentendomi come se fossi sul punto di crollare sotto lo sguardo accusatorio di mio padre. Alice scuote la testa con un sospiro. "Queste giovani ragazze di oggi," mormora, rivolgendo uno sguardo disapprovante verso di me. "Queste giovani ragazze di oggi però non prendono i mariti d'altri" affermo con voce sprezzante mentre guardo Alice con sfida "Ma non sono certo io a seguire il tuo esempio."
Alice mi fissa intensamente, il suo sguardo pieno di disapprovazione. "Non permetto che tu parli con me in questo modo, Elisa," dice con voce rigida, il suo tono carico di autorità materna. "Sei qui solo perché ti ho accolta come mia figlia, ma non dimenticare mai che sei solo una estranea in questa casa."
Cittorio cerca di intervenire, cercando di placare la tensione. "Mamma, per favore," supplica con voce pacata, ma il suo tentativo sembra avere poco effetto su Alice.
"Elisa, vai nella tua camera," ordina papà con fermezza, il suo sguardo gelido. "E non osare uscire finché non ti sarai scusata."
Senza dire una parola, mi alzo in silenzio dal tavolo e mi dirigo verso le scale, sentendo il peso della vergogna e dell'umiliazione sulle mie spalle mentre salgo verso la mia stanza.
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Mine
ChickLitElisa, dopo il divorzio dei genitori, sarà costretta a iniziare una nuova vita con la compagna del padre e suo figlio Vittorio
23. Risveglio in Vasca
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