14. Non era nei miei piani

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«Come sto andando?» sussurra con voce roca. Il suo pomo d'Adamo sale e scende velocemente, capendo che anche lui è agitato.
Stai andando benissimo. Adesso sto perdendo completamente la testa per te.  Non conoscevo questo suo lato passionale e adesso che ne sono a conoscenza, non credo che il mio piano possa durare a lungo. Lo voglio.

«Sei perfetto», deglutisco e poso lo sguardo sulle sue labbra disegnate, contornate dalla lieve e perfetta barba castana.

«Quindi, posso toccarti stasera come adesso? Non mi sgriderai, peste?» Stiamo fingendo, ma lui continua ad accarezzarmi la vita, il collo e io a solleticargli le labbra con il naso. Carezze bollenti, lente, provocatorie. E cavolo quanto mi piace. Fingerei all'infinito purché mi tocchi ancora così.

«No, sei autorizzato a farlo. Stiamo fingendo no?»
Quante volte hanno chiesto ad entrambi se tra di noi ci fosse qualcosa. Quante volte hanno chiesto se provassimo qualcosa l'un per l'altra. Adesso se ci vedesse qualcuno, penserebbero che c'è sicuramente qualcosa.

«Ti sto facendo abituare a come mi comporto io con una donna» sussurra contro la mia fronte. Beh, non credo mi abituerò mai. «Altra domanda...» emette un verso sommesso, «mmh, posso baciarti?» si morde le labbra in un ghigno malizioso e il suo pollice sfiora le mie.

«Dipende», sussurro e tremo dentro. «F-forse...forse non è necessario.»

Ridacchia e scuote la testa. Mi lascia lentamente e ne soffro la mancanza all'istante. Mi stavo abituando a quelle carezze. "Toccami ancora", vorrei urlargli e aggrapparmi alle sue spalle.
«Stasera... ti bacerò quando sarai tu a chiedermelo. D'accordo?» mi apre la portiera.

«Davanti ai clienti di tuo padre?»

«Quando vuoi» sussurra alle mie spalle e mi sento morire quando le sue labbra sfiorano la mia guancia. Continua a giocare e farmi capire che lui è anche questo: passione e provocazione. Adesso capisco bene tutte quelle ragazze che cascano ai suoi piedi.

In macchina il discorso principale è la sua laurea. Gli ultimi due esami sono i più faticosi e sta facendo di tutto per perfezionare anche la sua tesi di laurea e verrà seguito dal professore Jace Philips, uno dei più giovani alla UCLA e con cui Logan va tanto d'accordo. Il discorso laurea  basta per sviare sull'argomento "finta coppia" e sbollentare i bollenti spiriti che però, mi percorrono ancora la pelle. Adesso siamo arrivati a un ristorante in di LA. È pieno e si nota che la gente seduta ai tavoli conta molto. Donne e uomini di affari, piena di soldi. Addosso hanno vestiti a quattro cifre e mi sento fuori posto. Ma devo ammetterlo, io e Logan diamo l'impressione di essere come loro. La famiglia di Logan sono più che benestanti, architetti da generazioni. La mia invece è una normale, che non ha mai avuto problemi di soldi ma di certo non navighiamo nel lusso che vedo in questo ristorante.
«Wow...» bisbiglio quando mi siedo accanto a lui. «È meraviglioso questo ristorante.»

«Già», si sbottona la giacca e si sporge verso di me «l'hanno scelto gli Sharman. Sono persone che a quanto pare piace ostentare, ogni cosa che scelgono per i loro edifici deve essere il top. Quindi anche per una cena non cambiano il loro modo di scegliere.»

«Sono proprio curiosa di conoscerli» accesso un sorriso.

«Eccoli», si alza e faccio di conseguenza lisciandomi il vestito sulla pancia. Vedo una coppia di cinquantenni avanzare verso di noi quando Logan alza la mano per farsi notare tra i tavoli. Il marito sorride raggiante e la moglie accenna un elegante sorriso. Il tailleur blu che indossa è di un'eleganza straordinaria, sembra essere disegnato apposta per lei e mi ricorda tanto Sasha. Mentre lui, un completo spezzato, disegnato da Armani.  «Buona sera signori Sharman!»

Con Tutto Il Mio CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora