"E cosa farai nell'esercito, Matthew? Sarai il VfpZERO che spazza le foglie dai cortili, o quello che ammicca a qualunque essere respiri mentre fa 'strade sicure'?" domando con sarcasmo, il mio tono pieno di amarezza e frustrazione.
Matthew mi guarda impassibile, lo tradisce solo un leggero tic alla mandibola. "Non mi arruolo come VFP1, Alli. Anche se la tua concezione riguardo a cosa facciano i militari mi diverte."
Per un attimo, un barlume di speranza mi attraversa. "Sei entrato come maresciallo? O magari in Accademia?" forse non era così male, forse mio fratello poteva ancora essere recuperato da quell'ammasso di imbecilli vestiti come alberi.
Matthew scuote la testa. "Affatto. Sono entrato nelle Forze Speciali. Dubito che i miei compiti quotidiani riguardino le faccende domestiche e dubito anche che avrò il tempo di guardare una ragazza."
La stanza mi vorticò intorno. Non solo mio fratello se ne andava di casa, ma andava anche a infilarsi in situazioni di estremo pericolo per nessunissima ragione utile. Spiegatemi qual è il senso di farsi maltrattare e bistrattare in mesi e mesi di duro addestramento per andare a combattere guerre in altri paesi e morire come pedine dei politici. Mio fratello doveva aver battuto la testa se fremeva all'idea di rendersi carne da macello.
Mamma evidentemente la pensava come me, perché impallidì di colpo e la fronte le si ricoprì di goccioline di sudore. Si avvicinò a Matthew con occhi lucidi, la voce tremante. "Matthew, le Forze Speciali? Sai cosa significa? È pericoloso, estremamente pericoloso! Perché vuoi fare questo a te stesso e a noi?"
Matthew la guarda con uno sguardo determinato, ma c'è una gentilezza nei suoi occhi che raramente vedo. "Mamma, lo so che è difficile da accettare, ma devo farlo. Ho bisogno di mettermi alla prova, di trovare un senso. Voglio servire qualcosa di più grande di me, fare la differenza in un mondo che sembra impazzito."
Papà, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, si avvicina a noi. "Matthew, ci sono altri modi per fare la differenza. Modi meno pericolosi. Hai considerato tutte le opzioni?"
Matthew annuisce, ma la determinazione nel suo sguardo non vacilla. "Ho pensato a tutto, papà. E questa è la strada che ho scelto. So che è difficile da capire, ma vi chiedo di rispettare la mia decisione."
Un silenzio pesante cala sulla stanza, ogni secondo che passa sembra dilatarsi. Mio padre scuote la testa, visibilmente sconvolto. "Figlio, ci sono sempre altre possibilità. Non devi fare questo per dimostrare qualcosa a te stesso o a noi."
"Non è solo per dimostrare qualcosa. È per trovare il mio posto, il mio scopo," risponde Matthew, con una calma che contrasta con la tempesta che sento crescere dentro di me.
Sento un nodo stringersi in gola, la nausea che torna a salire. "E se non tornerai? Hai pensato a cosa succederà a noi? A cosa succederà a me?"
Matthew si avvicina e mi prende le mani. "Alli, so che è difficile da accettare. Ma devo fare questo. Non posso continuare a vivere nella tua ombra, a sentirmi inutile. Ho bisogno di fare qualcosa di significativo per me stesso. E ti prometto che farò del mio meglio per tornare."
Le sue parole non alleviano il dolore, ma vedo la sua determinazione, il bisogno di trovare il suo cammino. "Mi mancherai," dico, con le lacrime che iniziano a scendere. Ero fiera di lui, ma dovevo cominciare ad abituarmi all'idea che mio fratello non sarebbe più stato il mio unico sostegno. Non avrei più potuto bussare alla sua porta quando aggrapparsi al presente sarebbe stato difficile e i pensieri avrebbero preso a turbinare violenti. Niente più lacrime asciugate e serate passate davanti alla play perché io sono troppo codarda per uscire con gli amici. Niente Matthew, in sostanza. Solo Alli e le sue paure.
Mentre il silenzio si faceva pesante, la mia mente iniziava a correre, immaginando tutti i momenti futuri senza di lui. I giorni in cui avrei avuto bisogno di conforto e lui non ci sarebbe stato. Le notti insonni, quando la mia ansia sarebbe diventata insopportabile e non avrei avuto nessuno con cui parlarne. La consapevolezza di dover affrontare tutto questo da sola era opprimente, una nube oscura che si addensava sopra di me.
Mio fratello interruppe il veloce incedere della mia mente. "Hey, sorellina, guarda che non vado in missione mica domani! Parto tra tre giorni per la caserma, lì affronterò sei mesi di addestramento. Poi, se ci sarà necessità... vedremo."
La sua voce, così calma e rassicurante, mi riportò alla realtà. Lo guardai, cercando di trattenere le lacrime. "Sei una gran testa di cazzo," gli dissi, la voce tremante.
Matthew sorrise, quel sorriso familiare che tanto avevo imparato ad apprezzare. "Lo so, ma sono una testa di cazzo che ti vuole bene."
Lo abbracciai stretta, sentendo il calore del suo corpo e il battito del suo cuore. La consapevolezza che questi momenti erano contati rendeva tutto più intenso, ogni emozione amplificata. "Non so come farò senza di te," sussurrai, affondando il viso nella sua spalla.
"Ce la farai, Alli. Sei più forte di quanto pensi," rispose, accarezzandomi i capelli con dolcezza. "E anche se non sarò fisicamente qui, sarò sempre presente per te."
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FEAR-less
RomanceAllison, una brillante studentessa di ingegneria meccanica, è intrappolata tra i suoi sogni e le sue paure. La sua vita viene stravolta quando il fratello maggiore, Matthew, decide inaspettatamente di arruolarsi nelle Forze Speciali. Questa decision...
CAPITOLO DUE
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