«Mi ha spezzato il cuore sentire quelle parole, non sapevo cosa dire. Così mi sono rimesso le scarpe e sono uscito da casa sua. Credevo che non lo pensasse davvero, che lo avesse detto solo perché in quel momento era sopraffatto dalla discussione, sai che non riesce sempre a rimanere lucido durante un litigio. Speravo che lasciandolo solo si sarebbe calmato e che dopo qualche ora mi avrebbe scritto o chiamato per chiarire, ma non è successo. Non si è fatto sentire neanche quando, il giorno dopo, ho provato a scrivergli io, per cui ho dato per scontato che con quelle parole mi avesse lasciato» concludo, avendo la sensazione che parlarne con Riccardo mi avesse davvero aiutato in qualche modo.
Ora sono io a stare in silenzio, aspettando che lui dica qualcosa, che magari trovi una magica soluzione a tutto questo casino.
«Forse avete sbagliato entrambi, Da'. Okay lui ha sbagliato a reagire così, perché dopotutto è legittimo che tu voglia una relazione alla luce del sole, ma forse anche tu avresti potuto aspettare un altro po' prima di riparlargliene. Non fraintendermi, la comunicazione è la cosa più importante in una relazione, ma credo tu ti sia concentrato troppo su quello che volevi tu e non su come si sentisse Simo» inizia a dire, lasciandomi un po' confuso.
«Cosa intendi?» chiedo aggrottando la fronte.
«Credo tu abbia dimenticato in che contesto è cresciuto, e non parlo di Napoli. Quando abbiamo aperto i nostri canali YouTube tantissime cose omofobe venivano dette e fatte passare come battute, chi faceva coming out era più probabile venisse deriso dal web invece che supportato. Credo che Simo abbia paura di questo, nonostante gli anni che sono passati ha paura di come reagiranno le persone, che vi attacchino per questo, di mettere a rischio il nostro lavoro. Perché fare finta e scherzarci sopra è diverso dal dichiararlo apertamente. Ti ama tantissimo, ne sono sicuro, e prima o poi anche lui vorrà smettere di nascondersi, solo cerca di capirlo se per lui è così difficile» mi spiega.
Io rimango in silenzio, in effetti non avevo mai preso in considerazione questa ipotesi; Simone avrebbe potuto provare a dirmelo, un sacco di cose sarebbero state più semplici, ma non gliene faccio una colpa, non deve essere facile parlarne, e poi io avrei potuto arrivarci.
Annuisco piano «Ho capito» concludo appoggiando la testa alla spalla del mio migliore amico. «Grazie Richi» gli dico infine.
«Sono qui per voi, Danielson»
Rimaniamo così per una mezz'oretta, spostando la conversazione su cose più leggere e su idee per i video, finché lui non mi dice che deve tornare a casa.
«Ho promesso a Jasmine di portarla fuori a cena... Cosa stai facendo?» mi chiede appena vede che anche io sto mettendo le scarpe.
«Vado da lui, credo sia il momento di parlare per bene, e se davvero vuole lasciarmi va bene, ma non voglio che il nostro trio si rovini per questo» gli rispondo, chiudendo la porta alle nostre spalle e iniziando a scendere le scale.
Con la coda dell'occhio lo vedo sorridere e, come di riflesso, lo faccio anche io.
Staremo bene.
***
Awed's POV
Se dicessi che sto bene mentirei, ma dopotutto è scritto anche nella mia bio di Instagram e YouTube che sono un bugiardo, per cui sto bene.
Sono giorni che continuo a ripetermelo, anche se le mie occhiaie, il frigo che continua a rimanere mezzo vuoto e la televisione rimasta sempre accesa mi mostrano che forse come bugiardo faccio un po' pena.
Sono disteso sul divano, con una coperta sulle spalle, quando lo schermo del telefono si illumina mostrandomi la risposta di Riccardo al mio ultimo messaggio.
STAI LEGGENDO
We Built This Town On Shaky Ground || Daddawed [OS]
FanfictionCome alcuni fan avevano intuito da tempo, Dadda e Awed stavano insieme. Stavano. Perché dopo un brutto litigio sul rendere pubblica o meno la loro relazione si sono allontanati. L'unica cosa che hanno capito con la distanza è quanto stiano male sent...
we built this town on shaky ground
Comincia dall'inizio