«Ho conosciuto tuo padre. E' un uomo davvero eccezionale» mi sorride e le sue

guance si colorano di un leggero rosso mentre incrocia le mani sotto il mento.

«Ah» mi limito a dire. Sentiamo dove vuole arrivare.

Ad occhio e croce le do una quarantina d'anni, sempre se non ne ha di più e ne dimostra di meno. So che è divorziata ma non ha avuto figli. E' una bella donna. Bionda e un po' rotondetta, ma le sue guance paffute sono davvero simpatiche. Però non credo che sia adatta a mio padre... forse perché non voglio dividere mio padre con un'altra donna. Sarò gelosa?

«L'ho incontrato qualche mese fa» continua lei «E' il pediatra di mio nipote. Mia sorella stava lavorando quando ho dovuto portarlo al suo studio per una visita di controllo e sono rimasta davvero sbalordita nel vedere come ci sa fare con i bambini» sorride trasognante.

«Sì, sì» asserisco con la testa e aspetto che continui.

«Abbiamo parlato molto di te e mi piacerebbe invitarvi a cena da me una di queste sere... Chiaramente devi essere tu a decidere» le si incrina la voce sull'ultima frase e si alza dalla sua poltrona facendo un giro della scrivania posizionandosi proprio difronte a me. Resto a guardarla confusa mentre lei aspetta ansiosa che dica qualcosa. Mi vede come un ostacolo? Vuole che dia la mia approvazione? È dovuta a lei la felicità che accompagna mio padre da diversi giorni? Quindi c'è già qualcosa tra i due? Perché mi sento agitata? Perché ho un'improvvisa voglia di vomitare?

Mi muovo sulla sedia come se fosse diventata appuntita «Oh, beh... i-io... io...» non so cosa dire. Ho la gola secca «P-posso avere un po' d'acqua?» chiedo con voce stridula indicando il dispensatore automatico dietro la sua scrivania.

«Ma sì, certo» si sposta per prendermene un bicchiere me e lo porge con un tenero sorriso. Tracanno il liquido fresco come se non vedessi l'acqua da anni interi.

«So bene quanto sia difficile per te... Ma non pensi che tuo padre abbia bisogno di un po' di spensieratezza e magari ricominciare con una nuova vita?» mi dice prendendomi una mano e guardandomi con gli occhi color caramello carichi di speranza.

Beh, la prof ha ragione. Dopo tutto quello che ha passato mio padre, adesso si meriterebbe davvero una nuova vita e per parlarmi in questo modo vuole dire che la loro relazione è ad uno stadio parecchio avanzato.

«Da quando vi frequentate?» chiedo senza smettere di essere agitata mordicchiando il bordo del bicchiere di plastica.

«Da quasi un mese e mi sembrava giusto parlartene... doveva farlo prima tuo padre ma non ha avuto il coraggio. Temeva che l'avresti presa male e più volte ha pensato di troncare questa relazione per paura che tu ne avresti sofferto... ma tuo padre ne ha bisogno, Stefania. E sappi che mai si allontanerebbe da te» mi stringe la mano e abbozza un sorriso rassicurante.

Poso il bicchiere sulla scrivania e abbasso lo sguardo sulla sua mano. Istintivamente la ritraggo facendo spegnere il sorriso sulle sue labbra.

«Io...io credo di... di dover andare» mi alzo di scatto come se avessi preso una scossa sulle chiappe e afferro la mia borsa lasciando i libri di testo che mi aveva dato sulla scrivania.

«Stefania, hai ragione ad essere così scossa. Ma dovevi saperlo. E devi sapere anche che tuo padre è molto felice in questo periodo e vorrei tanto che lo fossi anche tu» aggiunge con voce calma e soave.

Asserisco con la testa e non so proprio cosa risponderle. Però afferro i libri e tutto il materiale che mi aveva offerto tenendomeli sotto braccio. Non posso di certo rifiutare una proposta così gentile, ma senza aggiungere nulla esco dal suo ufficio e corro spedita verso l'uscita dell'università. Adesso devo correre da mio padre. Perché non me ne ha parato lui? Io non voglio rimanere da sola e perdere pure quelle uniche domeniche che ci sono rimaste per passarle insieme. Lo so bene come vanno a finire queste cose. Ci si innamora e presto ci si dimentica di tutte le persone che abbiamo intorno. Io non voglio essere messa da parte e sovrastata dalla professoressa. Mio padre è l'unica cosa che mi è rimasta e un'altra donna sta complottando contro di me per portarmelo via!

Non voglio perdere pure mio padre. E se poi decidesse di formare un'altra famiglia con lei? Che ne sarà di me? Ed ecco che mi viene in mente mia madre e a tutte quelle bugie raccontate, tutti quegli uomini nella sua vita... mi si contorce lo stomaco e mi pizzica il naso. No, no, no. Non devo piangere! Strizzo gli occhi per mandare indietro le lacrime e non mi accorgo di andare a sbattere contro qualcuno. Il suo braccio, aggiungerei parecchio muscoloso, mi colpisce in pieno il seno sinistro che essendo bello abbondante attutisce il colpo ma sento comunque un atroce dolore perché essendo quasi periodo di ciclo mi si è gonfiato ulteriormente, ma distrattamente mi lascio cadere dalle mani i due libri di testo e tutti gli appunti che fortunatamente sono rilegati. Mi abbasso per raccoglierli in fretta ripetendo scuse a raffiche e tirando su con il naso per via delle lacrime che minacciano di fuoriuscire fin quando non sento la sua voce «Ancora tu»

Alzo lo sguardo e mi imbatto ancora una volta in due occhi di ghiaccio e in un sorriso dannatamente perfetto e sensuale.

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