Capitolo 13: Sei tornata per restare?

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"E invece sì, ora andiamo a salutare qualcuno?"

Annuisco e scendo dalla macchina per poi correre verso l'entrata dell'edificio e su per le scale con Marco al mio seguito.

Di sicuro i miei occhi brillano mentre oltrepasso la porta d'ingresso del luogo dove ho passato i miei momenti più belli, la mia scuola di danza.

"Michela!" mi volto subito in direzione della porta dell'ufficio, da dove esce Stefano, il proprietario della scuola.

Gli corro incontro e lo abbraccio, mi ha vista crescere da quando avevo 4 anni ed è diventato come un terzo nonno per me. E' un signore un po' burbero inizialmente ma poi, quando prende confidenza, rivela il cuore d'oro che ha. Avrà, ormai, quasi 70 anni e passa le sue giornate qui dentro a controllare che tutto vada per il verso giusto.

"Come stai?" gli chiedo rendendomi conto di quanto mi sia mancato in questi mesi. Non lo vedo da prima delle vacanze estive, infatti.

"Benone, tu?"

"Bene ora che sono qui" mi volto verso Marco "Ah sì, lui è Marco, un mio amico"

"Piacere" Marco sorride porgendogli la mano destra.

"Piacere mio" risponde sorridente Stefano stringendogli la mano "Senti" si rivolge poi a me "Nell'aula 5 ci sono le tue bambine che si allenano, ho dovuto assumere un insegnante per sostituirti ma loro non ne vogliono sapere, vogliono solo te, sono sicuro che saranno felici di vederti"

"Vado subito, Benedetta ha lezione oggi?"

Benedetta è la persona a cui devo di più. E' stata la mia insegnate di contemporanea per tutti questi anni, è stata la prima a credere in me e ha continuato a farlo quando nessuno avrebbe puntato un centesimo sul mio conto, mi ha risollevata da un brutto periodo di crisi in cui volevo smettere di ballare, mi ha spinta ogni giorno a dare sempre un pochino di più e mi ha portata alla vittoria prima dei regionali, poi degli italiani e infine dei mondiali. Grazie a lei sono ciò che sono ora e non le sarò mai grata abbastanza. Mi ha sempre detto che le sarebbe piaciuto se avessi preso io il suo posto ed è stata lei, quando il mio insegnante di break dance ha deciso di smettere di insegnare, a proporre sia a me che a Stefano di farmi passare da allieva a insegnante. Fino a due anni fa, infatti, ero una compagna di quelle bambine che tanto amo, sono diventata solo successivamente la loro insegnante e credo che questo abbia contribuito alla formazione del legame splendido che abbiamo. Mi hanno vista, infatti, prima come sorella maggiore e amica che come insegnante.

"Arriva tra un'ora, intanto ci sono Claudio e Simona se vuoi passare a salutarli"

Lo ringrazio e vado a salutare prima Claudio, il mio insegnante di hip hop e Simona, è stata la mia insegnante di classica fino a quando non ho smesso di frequentare il suo corso.

Sono felice di vederli, mi erano mancati anche se so che la parte più bella sta per arrivare. Presento Marco a entrambi e poi vado verso la porta dell'aula 5.

Mi ci fermo davanti, una mano sulla maniglia, sento già Chiara urlare e il mio cuore si stringe dalla gioia e dall'emozione che si sta facendo sentire anche alla bocca dello stomaco.

"O apri quella porta da sola o lo faccio io" mi dice Marco scherzando, ma so che sarebbe in grado di farlo e quindi lo anticipo.

Prendo un profondo respiro e apro la porta, poi entro con lui sempre al mio seguito. Si voltano verso di me e spalancano gli occhi.

"E' permesso?" chiedo indossando uno dei sorrisi più veri che siano mai spuntati sulle mie labbra.

"Michi!" urlano in coro per poi venirmi ad abbracciare tutte insieme.

Invincibile || Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora