EMMA POV
-Beh, chiunque siano dovranno mettersi in fila tesoro, perché io non cedo il posto a nessuno.
Se possibile, il mio cuore si riempì di gioia e tristezza allo stesso tempo.
Gioia, perché lui continuava a volermi come prima, quell'esitazione che avevo visto all'inizio non era stata repulsione. Era stata sofferenza, soffriva per me più di quanto facessi io stessa.
Tristezza, perché nonostante fossi contenta come non mai di non averlo perso, non potevo infliggergli il dolore di non poter essere mai padre. Non sapevo dire se tra di noi avrebbe funzionato, ma non potevo rischiare, e neanche lo volevo. L'avevo visto con Henry, era stato dolce e paterno, e un giorno sarebbe potuto diventare un papà meraviglioso. Non avevo le forze di negarglielo.
-No. Tra di noi deve finire oggi. Qualunque cosa stia nascendo... deve finire. Tu devi trovarti di meglio.- dissi decisa, nonostante mi si spezzasse il cuore dover rinunciare a lui. Ma lo stavo facendo proprio perché era troppo importante per me, e un giorno mi avrebbe ringraziata.
-Stai scherzando.- disse quello semplicemente.
Avrei voluto scoppiare a ridere e dirgli di sì, che stavo scherzando, ma in tal modo gli avrei rovinato la vita.
Mi infusi coraggio e mi alzai in piedi, senza dire niente. Se non lo capiva con le parole, forse ci sarebbe riuscito coi gesti, e prima o poi avrebbe dovuto accettarlo.
Ignorai il dolore che mi percorse tutta la gamba e raggiunsi la porta a passo svelto, per uscire da lì il prima possibile.
Avevo la mano ormai sulla maniglia, e sarei corsa via se non fosse per il rumore di un tonfo che mi costrinse a voltarmi.
Killian era steso a terra con le braccia avanti e il lenzuolo ancora avvolto a una gamba. Doveva aver cercato di raggiungermi e nel farlo troppo velocemente era inciampato.
Accorsi immediatamente e mi chinai su di lui, che però non mi permise di aiutarlo e si tirò su da solo.
-Stai... bene? Ti sei fatto male?- gli domandai allarmata, vedendo il suo viso contratto dal dolore. Feci per poggiargli una mano sulla spalla, ma lui mi tirò con forza verso di sé, prendendo le mie.
-Tu non mi allontanerai solo perché credi di sapere cosa sia meglio per me!- esclamò, guardandomi con rabbia -Non puoi prendere e andartene, e decidere di far finire tutto come se niente fosse! Non hai il diritto di farmi questo, Emma! Tu non mi piaci perché puoi darmi dei bei bambini... per averne c'è l'adozione, ci sono tanti altri modi! Ma c'è un'unica Emma Swan, e io non ho la minima intenzione di rinunciarci! Quindi non ti lascerò scappare così, e se ci proverai io continuerò a correrti dietro e a fermarti!- gridò disperato ma deciso, e mi strinse forte a sé unendo le nostre labbra in un bacio violento, un bacio carico d'amore e di passione a cui io non potei fare a meno di cedere.
Lasciai che mi stringesse forte, e poi feci lo stesso con lui, continuando a baciarlo senza averne mai abbastanza.
Scoppiai di nuovo a piangere, ma stavolta spinta dall'emozione per quelle parole così forti: non riuscivo a credere di essere così importante per lui, nessuno mi aveva mai fatta sentire così unica, così speciale.
Mi strinse forte al suo petto e cercò di asciugarmi le lacrime con la mano, invano ovviamente, dato che non riuscivo a smettere di piangere.
-Promettimi che non proverai più a lasciarmi solo... tu sei perfetta così come sei tesoro- sussurrò dolcemente sulle mie labbra, e io riuscii a sorridere.
-Te lo prometto. Mi dispiace Killian...- singhiozzai, cercando di riprendere il controllo delle mie emozioni. Lo baciai ancora un po', e le sue labbra e la sua lingua fecero effetto più velocemente di un sedativo.
Senza parlare, e senza lasciar andare la stretta intorno a lui lo riaccompagnai a letto e lo feci stendere, tornandogli accanto.
-Ti sei fatto qualcosa cadendo?- gli chiesi intimorita, facendo scorrere la mano lungo il suo petto, fino all'altezza dell'ombelico. Sentii il suo corpo rabbrividire sotto il mio tocco.
-A parte una gran figura di merda intendi?- sorrise per rassicurarmi, e scoppiai a ridere seguita da lui.***
Dopo aver salutato Regina assicurandole di star bene e che non avrei tentato il suicidio, infilai la chiave nella serratura e aprii la porta di casa, aspettandomi di trovare la sala buia tra Henry che doveva essere a letto dato che erano le 10, e gli altri di turno o da Granny.
Invece mio figlio e Neal erano sistemati sul divano di fronte alla TV.
-Ciao mamma!- esclamò il ragazzino saltando giù e venendomi ad abbracciare -non volevo dormire prima che tornassi a casa!
-Sei perdonato solo perché anch'io voglio stare un po' con te! Cosa guardate?- gli domandai scompigliandogli i capelli, e raggiungendo il divano insieme a lui.
-Il signore degli anelli- fece Neal -possiamo parlare Emma? Mi serve un minuto.
Lo guardai esitando, non ero sicura di aver voglia di discutere con lui ora, ma in fondo un minuto potevo anche concederglielo.
-Ok. Ragazzino, va ad aspettarmi in camera... tra un po' salgo con due belle cioccolate calde per noi due e mi racconti tutto!- mi rivolsi a lui per fare in modo che ci lasciasse soli e non rischiasse di ascoltare discorsi poco piacevoli.
Mi rivolse uno sguardo incerto, ma annuì e andò verso le scale, quindi mi sedetti accanto a Neal.
-Cosa volevi dirmi?
-Volevo ricordarti che stai infrangendo le regole. Non puoi farti coinvolgere da un tuo paziente Emma, lo sai vero?- il suo tono tranquillo fu perfino più irritante che se avesse deciso di urlarmi contro. Con che coraggio veniva a farmi la paternale; era solo un mio collega, non un mio superiore.
-Non credo siano affari tuoi.- dissi semplicemente, cercando di mantenere la calma.
-Sì che lo sono. Ti farai licenziare, è questo che vuoi?
Scoppiai in una risata ironica che non potei contenere: pretendeva che credessi mi stesse facendo quel discorso solo perché voleva evitare che perdessi il lavoro!?
-Neal, avanti. Almeno non prendiamoci in giro. Dimmi quello che pensi davvero, così forse riusciamo a parlare da persone adulte.- lo guardai negli occhi nella speranza che avesse il coraggio di fare l'uomo una volta tanto. Gli volevo bene, volevo continuare a essergli amica, ma per farlo dovevamo prima mettere tutto in chiaro per non creare fraintendimenti.
-Ok. Senti. Io sono ancora innamorato di te Emma. Mi sono fatto da parte perché tu amavi August... non volevo darti fastidio... ma davvero valgo meno di un paziente che conosci da due settimane? Un paziente Emma! Credevo di averti dimostrato di essere cambiato, che puoi fidarti di me, pensavo provassi anche tu qualcosa per me... e invece ti chiudi nelle camere a baciarti i pazienti!- esclamò furioso alzandosi in piedi, e io feci lo stesso.
Lo guardai non sapendo se sentirmi in pena per lui o arrabbiata; certo, mi faceva male sapere che provava per me dei sentimenti che non potevo ricambiare, ma non aveva neanche il diritto di parlarmi in quel modo.
-Questo paziente è un uomo prima di tutto! Un uomo che senza conoscermi mi ha messa al primo posto! Un uomo che più volte, quando è stato più vicino alla morte che alla vita, ha pensato prima a me!
-Avevo 18 anni Emma, ero giovane! Sono cambiato! Anch'io ti metto davanti a tutto!
-Anch'io avevo 18 anni, eppure non ho lasciato nessuno prendere le decisioni al posto mio! Sei stato il mio primo amore, e questo non cambierà mai. Ma hai avuto la tua possibilità e l'hai sprecata! Io non ti amo più, e non è qualcosa che puoi cambiare! Mi dispiace davvero tanto, ma non posso farci proprio nulla!- gli urlai in faccia con ormai le lacrime agli occhi per l'esasperazione.
-Sì certo, il tipo senza una mano ti ha fuso il cervello! Hai lasciato anche tuo figlio per rimanere a procreare con lui!
In quell'istante persi la poca lucidità che mi era rimasta e lo spinsi violentemente contro il muro, per poi trattenerlo per le spalle guardandolo negli occhi con odio.
-Io sono rimasta perché un uomo, un amico che poco prima ha rischiato la vita insieme a me ha voluto vedermi! E mi dispiace, ma credo mi verrebbe difficile procreare dato che probabilmente non potrò mai più avere figli! Quindi sta' tranquillo, non succederà!- gridai per poi lasciarlo andare, lasciandolo completamente sconvolto.
-Sono rimasta di più perché ho aspettato che Trilli mi dicesse cosa non andava nelle mie analisi. Avevo lasciato perdere quando è arrivato Henry. E beh, ecco qui. Contento?
-Emma... io... mi... mi dispiace, non avevo idea...- non seppi cos'altro volesse aggiungere, perché sentii un tonfo lungo le scale e voltandomi vidi Henry che aveva fatto cadere uno dei suoi dvd.
Spalancai gli occhi, lui era rimasto a bocca aperta, e non osai chiedergli da quanto fosse lì ad ascoltarci.
Spinsi da parte Neal, ignorando i suoi tentativi di fermarmi e salii le scale per raggiungere mio figlio. Senza dire niente lo accompagnai in camera e mi sedetti sul suo letto insieme a lui, guardandolo preoccupata.
Non disse una parola e si spostò a sedere sulle mie gambe per poi abbracciarmi forte e darmi un bacio sulla guancia. Io ricambiai la stretta del mio bambino, commuovendomi per la sua infinita dolcezza, e il suo sapermi capire nonostante avesse soltanto dieci anni.
Forse non avrei potuto avere altri figli, ma quello che avevo era il migliore che avrei mai potuto desiderare.
-Ora vado a fare quella cioccolata...- sussurrai dopo avergli stampato un bacio sulla testa.
-Andiamo insieme. Non essere triste mamma, se vuoi un bambino lo possiamo adottare no? Ci sono tanti bambini che non hanno una mamma.
Sorrisi per l'ennesima volta, contenta di averlo di nuovo insieme a me. Riusciva a rendere semplici anche i problemi più brutti o difficili.
-Ah, e non fa niente se baci Killian- aggiunse con un gran sorriso mentre ci alzavamo -solo papà si è arrabbiato. A me piace, è simpatico! Tutti i miei compagni mi invidieranno tantissimo per avere la mamma fidanzata con Capitan Uncino!
STAI LEGGENDO
Rescuing the Jolly Roger helmsman - Storybrooke Hospital
FanfictionEmma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un proprio paziente, ma le regol...
Stairway to Heaven... don't fall down.
Comincia dall'inizio