- Era ora che ti svegliassi - Newt socchiuse gli occhi. - Hai preso questa casa per un cacchio di albergo?
- Buongiorno anche a te - dissi sorridendo. - In effetti, sarebbe bello se ora ricevessi la colazione a letto. Anche se questo non è proprio un letto...
- Spiacenti - fece lui. - Il servizio in camera oggi non è disponibile, ma se vuole può sempre scegliere di alloggiare altrove, signore. Per esempio, in mezzo alla strada. So che lì c'è anche la piscina.
Non potei fare a meno di ridere mentre mi tirai su e dopo notai che anche Newt stava sorridendo. Rimase a scrutarmi per qualche altro istante, poi distolse lo sguardo da me e si mosse verso la cucina. Quando entrai anche io lì, trovai Kyle seduto a tavola, intento a fare colazione, mentre Newt stava bevendo dal cartone del latte con la sua solita classe.
- Ehi Kyle - salutai il più piccolo e mi sedetti davanti a lui. - Dormito bene?
- Sì, certo - il ragazzino si portò il cucchiaio colmo di cereali alla bocca e mi guardò con un mezzo sorriso in viso. - Ora indossi di nuovo la tua maglia.
- Cosa...io...
- Kyle, piantala di rompere alla prima persona che ti capita davanti - lo rimproverò il fratello, scontento. - Va' di sopra dalla mamma e da Michelle e finisci di prepararti.
- Adesso ti metti anche a cacciare noi altri solo perché tu non devi andare a scuola? - fece Kyle alzando un sopracciglio.
- Non te lo ripeterò un'altra volta. Vai a prepararti per la scuola, cacchio.
Il più piccolo roteò gli occhi, si alzò svogliatamente e uscì dalla cucina borbottando qualcosa che non capii. Lanciai un'occhiata confusa a Newt e questo scrollò le spalle, appoggiandosi con il bacino al bancone, guardando in basso. - Le ho...le ho dato i soldi ieri sera.
- A tua madre dici?
- No, all'associazione Salva i pochi neuroni rimasti di Thomas. Certo, a mia madre! - lui alzò gli occhi al cielo. - E' rimasta stupita quando ha visto tutta quella grana, io però non le ho detto che la maggior parte è di mio padre. E' meglio che non lo sappia.
Annuii. - Già, hai fatto bene. Cosa le hai detto allora?
- Oh, solo che avevo qualche risparmio da parte e che tu mi hai dato una mano - rispose evitando di incrociare il mio sguardo. - Penso che sia anche per questo che ti ha lasciato rimanere qui.
- Vuoi dire che non ho fatto davvero colpo su tua madre?
- Ma finiscila - Newt ridacchiò e il suono della sua risata mi fece sentire di nuovo bene, rassicurato, come se non avessi alcun problema che mi affliggeva. - Piuttosto, per quanto tempo hai intenzione di rimanere qui?
Mi irrigidii quando sentii quella domanda e allora quella sensazione di paura e di sconforto tornò, facendomi pesare il cuore come un macigno. Non avevo più sentito i miei genitori dal litigio del giorno prima e onestamente non ci tenevo a farlo. Minho e Teresa non si erano fatti vivi, nemmeno una chiamata o un messaggio, ma alla fine li capivo e a me andava bene così. Non avevo molta voglia di parlare con loro in realtà, preferivo continuare ad ignorarli e concentrarmi su altro. Incominciai a capire come dovesse sentirsi Newt ogni giorno, capii finalmente perché lui avesse quell'ossessione per le distrazioni e capii anche come era riuscito a non crollare durante tutti quegli anni. Non sapevo però se anche con me un metodo del genere potesse funzionare: io non ero Newt, non avevo la sua forza.
- Non ne ho la minima idea - risposi molto sinceramente. - So solo che adesso non ho alcuna intenzione di vedere i miei genitori, né tanto meno di parlarci o di tornare in quella casa. Quello non è il mio posto, non più ormai.
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Distraction || Newtmas [In revisione]
FanfictionThomas si risveglia una domenica mattina con un profondo senso di nausea e un mal di testa lancinante, senza alcuna memoria riguardo alla sera precedente. Nella sua testa vi è solo il vago ricordo di una festa, una festa scatenata a casa del suo mi...