Il demone della libertà

16 1 0
                                    

Mantello nero, rovinato e male odorante. Si allacciava al collo grezzo e pieno di piaghe. Il corpo sottile fluttuava al di sopra di una pozza color grigiastro. L'aria era fetida e soffocante. Si presentava così il demone della Libertà. Le anime perse delle persone entravano una ad una all'interno della stanza, in attesa della loro sentenza. A me tremava la gamba e il piede picchiettava sul pavimento sudicio. Tutto era concentrato in quei due pezzi di legno che separavano me e il demone. Non durava molto il 'colloquio', giusto il tempo di entrare e guardare in faccia la realtà. Me lo sono sempre immaginato il suo viso ,vuoto e ingannevole. Ma per quanto le apparenze ingannino , il demone diceva sempre la verità. Ogni passo era una vibrazione nel cuore, un respiro strozzato. Ma prima o poi, sarebbe toccato a me e bastò giusto un altro picchiettare del piede che mi trovai nella stanza , davanti,forse, alla mia via d'uscita , tra me e il demone. Tenevo lo sguardo basso, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi. Sentivo il respiro asfissiante sul collo anche se mi trovavo a qualche metro da lui. Tremavo come se avessi freddo, ma lí dentro il caldo era padrone. Riuscì a scorgere una lastra con tanti nomi scritti, alcuni barrati, alcuni no. Sulla lastra di pietra strisciava un serpente, tutto nero. Si vedevano solo gli occhi che si irroravano di color rosso sangue ad ogni movimento. Ero solo, mai sentito più solo come in quel momento. Non potevo far tardare la Libertà e mi mostrai davanti a lui come un' anima in attesa. Vidi il suo corpo, le costole scricchiolavano l'una contro le altre. Rimasi scioccato, non vidi nessun cuore, nessun muscolo che iniettava vita nel suo corpo. Non era nulla, era vuoto. Si avvicinò a me, mostrandomi i palmi delle sue lunghe e secche mani. Aveva due sfere. Una bianca opaca e l'altra nera con qualche sfumatura bluastra e viola. Io le fissavo, non capendo cosa mai potessero significare. Il silenzio però venne presto rotto dalla sua profonda e penetrante voce : <"Dimmi il tuo nome">.
Aprì la bocca per rispondere ma non uscì nulla. Era come uscire dall'acqua dopo un lungo lasso di tempo senz'aria e quando esci non hai un filo di voce per parlare. Non so come, ma il demone capì il mio nome. Guardò il serpente che, immediatamente, incise il mio nome sulla lastra e con la lingua biforcuta rimase in attesa di un qualcosa che non avrei mai voluto sapere. Non ottenni mai la risposta a quella domanda, e non mi azzardai a chiedere nulla, rispondevo semplicemente. Lo sguardo del demone era ritornato su di me e la sua bocca nera e spaventosa aveva ricominciato a muoversi :<"Tu sai chi sono io, ma io non conosco te e sinceramente non fa alcuna differenza. Vedi queste due sfere? Bene, pensa. Cos'è per te la libertà?">.
Udire quella voce era terribile, mi trapanava l'orecchio e rimbombava nella mia testa che stava impazzendo sotto tanta solitudine e disperazione. Non sapevo cosa rispondere, tante cose mi passavano per la mente. La parola libertà per me significava moltissime cose. Non ero pronto. Non seppi rispondere come avrei voluto :<"Io non lo so, ora come ora libertà è trovarsi il più lontano possibile da te.">
Ritornò il silenzio che a sto punto era un sollievo per la mia anima. Avevo firmato però la mia condanna. Il demone mi fissò e mostrandomi le sfere in sequenza , prima quella bianca poi quella nera disse : <"Vedi, libertà significa avere il problema nella mano destra e la soluzione nella mano sinistra. La consapevolezza di essere in un problema , ma avere la sicurezza di avere la via d'uscita appena giri l'angolo. Ammiro il tuo coraggio, ma lo vedo, hai ancora molti demoni. Non farà male.">
Non si udì più nulla all'interno di quella stanza. Il demone girò i palmi delle mani e fece cadere le due sfere che si ruppero in migliaia di pezzi e poco dopo si dissolsero in una polvere che si unì, granello per granello, al mantello nero del demone. Mi si fermò il cuore, tutto divenne storto e movimentato. Mi ritrovai a casa mia, nel mio letto. Avevo un grosso macigno dentro il petto : insicurezze, dubbi e perplessità.
Non avevo pace. In realtà, tutto era appena iniziato. Alzati gli occhi, ne vidi uno. Era terribile. Avevo un demone.

Horror StreetWhere stories live. Discover now