Our escape route.

Looking at the end.

'Papà? Papà dove vai? Papà dove ti stanno portando? Papà!!'

'Tranquilla piccola, tornerò presto. Non far arrabbiare la zia, mi raccomando!'

'Ma dove vai? Quando torni? Papà! Per favore, me lo dici? Perché ti portano via?'

'Tesoro mio... Papà ha fatto una cosa brutta. E adesso ne deve subire le conseguenze. Ti ricordi la storia dei biscotti?'

'Si... Che se ne rubo uno, poi ne devo ridare uno. E se ne rubo cento, poi ne devo ridare cento.'

'Esatto. Papà ne ha rubati molti di più di cento, e adesso li deve ridare.'

'Ma tornerai?'

'Dipende, da quanto tempo ci metto a ridare tutti i biscotti. Ti voglio bene piccola mia. Ricorda che ti voglio bene.'

'Papà!! Aspetta! Papà! NO!!

Hanna si svegliò di colpo, ritrovandosi la fronte madida di sudore.

Si strofinò la faccia con le mani, anch'esse sudate.

Aveva ancora il fiatone causato dall'incubo appena avuto.

Guardò l'orologio digitale sul comodino di fianco al lato destro del letto. Erano quasi le tre di notte, e capì di poter dire addio alla speranza di riaddormentarsi.

Erano ormai sei anni, che gli incubi la tormentavano. Anzi, sarebbe stato più corretto dire 'l'incubo'. Era sempre lo stesso.

Rimanere sdraiata sul letto a fissare il soffitto della camera, era un'opzione che non la entusiasmava più di tanto, quindi si alzò ed andò in bagno.

Dopo essersi sciacquata la faccia, scese in cucina. Prese una tazza e si fece un thé al limone.

Una volta sdraiatasi sul divano del salotto, accese la TV. A quell'ora di notte non poteva certo sperare di trovare chissà quali programmi, ma di sicuro era meglio che rimanere in camera a rimuginare sul motivo per cui la notte non dormiva più.

Come aveva sospettato, in TV trovò solamente programmi con discussioni politiche e TG.

Passata qualche ora ad osservare come era stata trovata una specie molto rara di scimmie, si decise ad alzarsi per prepararsi per la scuola.