"Ti piace il the?"
"Si."
La storia del fargli quel che voleva non gli era proprio andata giù. L'aveva visto tremare e qualcosa di caldo era l'unica opzione che il suo cervello da serpeverde egoista aveva pensato per riscaldarlo.
"Te la senti di rispondere a qualche domanda?"
Harry alzò il viso dalla tazza ed annuì poco convinto.
"Perché prima mi ha detto quelle cose?"
"Quando?"
"Che posso... farti quel che voglio."
Harry sembrò rimuginarci ed affondò poi il muso nel the. Draco lo fissò bere con gusto, meravigliandosi delle sfumature di verde che i suoi occhi sembravano aver riacquistato.
"Allora?"
"U-un padrone... era sempre arrabbiato. Sempre."
"E quindi?" chiese quasi sarcasticamente il biondo.
"Per farlo calmare... Voleva che io... Faceva quel che voleva con me."
Draco arricciò le labbra, piegando la testa di lato un po' scettico.
"Come scusa? Non credo di aver capito."
"U-una volta... Uhm... Era arrabbiato. Ed ha voluto punirmi."
"Cosa?" Ora si che Draco si stava davvero arrabbiando.
"Aveva perso... Non ricordo... Ed allora mi ha punito."
La braccia del biondo erano tornate indietro, fino alle rose. Harry Potter, Eroe dei due mondi, era stato punito perché il cretino di turno aveva perso chissà che cosa. Draco non poteva crederci, anzi! Non voleva crederci.
"Cosa ti ha fatto?!" chiese infuriato.
"Lui..." Harry abbassò il viso, stringendo la porcellana "Faceva male Draco... La schiena... Con delle cinghie e-"
Draco aveva alzato un dito, segno che doveva tacere. Non voleva ascoltare altro.
Non voleva ascoltare assolutamente nient'altro.

Draco pagò il the e uscirono di nuovo. Portò il corvino al parchetto ed assieme si sedettero su una panchina. Harry guardava, per modo di dire, le famiglie sull'erba a fare il picnic ed ogni tanto sembrava indicare i cani che rincorrevano le palline lanciatogli dai padroni. Era così contento e sembrava aver dimenticato tutte le cose subite.
Ma Draco, no. Non aveva dimenticato ciò che gli aveva detto e per quello si martoriava il cervello come pochi. Perché non era riuscito a trovarlo prima? Com'era possibile che gli era sfuggito per ben tre anni?

"Harry?"
Draco quasi cadde dalla panchina. Una voce femminile. Lunghi capelli rossi, un giaccone paffuto e due snelle gambe ricoperte da un pantalone bordeaux.
Ginevra Weasley.
"Che ci fai qui?"
"Cosa fai tu, qui, Weasley."
"Lavoro." Rispose seccata la ragazza, indicando la troupe dietro di lei. "Harry..." riprese subito dopo "Vedo che stai meglio."
Il corvino la fissò e poi si girò ancora verso Draco.
"E' Ginevra Weasley, Potter. Non ricordi?"
"Ginevra..." ripeté il corvino.
"Si!" squittì lei, sorridendo "Ti ricordi? Sono venuta a trovarti tante volte."
"La mia ragazza?"
Draco sgranò gli occhi e fissò la rossa, aprendo la bocca in modo esagerato.
"Beh..." riprese lei "Negli ultimi tempi stavamo molto assieme."
"Weasley..." soffiò adirato Draco "Che cosa vai raccontando?"
"La verità, Malfoy!" rispose lei acida "La verità sul nostro rapporto!"
Draco si diede una pacca sulla testa ed Harry lo guardò ancora, tornando poi a prestare attenzione alla ragazza.

"Allora Harry..." riprese Ginny, sorridendo e sedendosi accanto a lui "Come stai? Oggi ti vedo davvero in forma."
Il corvino la fissò e fece un sorriso di circostanza.
"Non ti ricordi ancora chi sono, vero?"
"Weasley, non ricorda chi sono io, che vede tutti i giorni, figurati se ricorda te."
"Malfoy, sei simpatico quanto un cruciatus."
"Lo prendo come un complimento."
Harry si girò verso il biondo ed allungò le mani sul viso di esso, ma Draco prontamente lo bloccò, facendogli di no con la testa.
Ginny li guardò un po' e si morse le labbra.

"Malfoy, ti dispiace se sto un po' con Harry?"
"Come?" Draco alzò il viso, pronto a negare così intensamente da trapanare la testa della ragazza, ma si trattenne. Non poteva di certo impedirglielo. Chi era lui per farlo?
"Solo un po'. Ne approfitto, oggi ho un allenamento e non posso venire a trovarlo al manor."
Draco guardò Harry e poi annuì, alzandosi dalla panchina.
"Non più di cinquecento metri, Weasley."
"Lo so."
"Draco, aspetta!" Harry si alzò di scatto dalla panchina, intrufolandosi fra le braccia del biondo. "Perché mi lasci? Mi avevi promesso che non l'avresti fatto."
"Non ti lascio, Harry..." pigolò Draco all'orecchio del corvino, provocandogli una scarica di piacere "Sono qui in giro. Non ti perdo di vista."
Harry annuì, respirando il profumo del biondo.

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