Trentaquattro

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Guardo solo davanti a me.
Sembro cieca, non vedo niente.
Cammino in maniera automatica.
Senza pensare, sentire.
Poi mi sento immobilizzare da dietro.
Mi irrigidisco e sto per urlare, quando sento la sua voce all' orecchio.
- Emilia, non credo ad una sola parola di quello che hai detto. E sono un completo idiota per aver permesso che tu dubitassi di poterti fidare di me. Perché io voglio esserci per te. Sempre.-
Deglutisco a fatica.
Mark mi sta stringendo forte da dietro, in un abbraccio come non ne ho mai avuti.
Pieni di disperazione, affetto e possesso. Pieni di scuse, forza e delicatezza.
Pieni di lui.
Chiudo gli occhi.
- Io ho bisogno di te, ma tu mi fai del male, sempre, in ogni istante e la cosa peggiore è che lo fai pensando di fare il meglio per me. Lo fai perché tieni a me. Mi distruggi.-
Lui mi stringe più forte e posa la sua bocca sulla mia pelle, tra il collo e la spalla.
- Io voglio solo il tuo bene, ma molte volte so che ciò che vorrei darti , dirti e farti, non combacia con ciò che è meglio per te.-
Queste parole, sussurrate sulla mia pelle, mi provocano dei brividi in tutto il corpo, fino al mio cuore.
Giro piano il viso, unendomi alla sua guancia.
Il suo respiro sulla mia pelle, la mia bocca a pochi centimetri dalla sua. Il suo calore e il suo odore che mi pervadono.
- Nemmeno ciò che desidero io è così perfetto e puro. -
Le parole mi escono come un soffio e restano lì, strette tra noi.
Tra i nostri respiri che si fondono.
Lo sento irrigidirsi, tendersi verso di me ancora di più, ma non mi lascia, non l' ho spaventato, non è fuggito come fa sempre , quando le cose tra di noi si fanno strane, indefinite, non sotto il suo rigido controllo.
- Emilia.-, una parola che si riverbera sulla mia pelle. Una preghiera, un lamento, tutto.
- È colpa mia se hai lasciato Jake?-
- Non l' ho mai amato, nemmeno per un secondo. Non più di un fratello, di un amico. Non ho mai voluto da lui niente di più di un abbraccio o della sua amicizia.-, le mie parole escono fuori come acqua limpida.
Ora che noi non ci possiamo guardare negli occhi, ma ogni vostra parte del corpo combacia come un puzzle perfetto.
E continuo a parlare.
A dire la verità.
- Sono stata con lui perché era quello che dovevo fare, che tutti si aspettavano, che tu volevi. Era facile ed era l' unica clausola per avervi per sempre. Per non perdere ciò che ho. Voi due. Ma non l' ho mai amato in quel modo, ci ho provato, ho finto, perché Dio, Mark io so fingere, fin troppo bene e per troppo tempo. Ma fa male. Fingere di essere felice, di essere un' altra , mi ha distrutta, giorno dopo giorno. E alla fine, non sono stata altro che un guscio vuoto. Vomitavo di notte perché mi facevo schifo. Perché facevo ciò che non volevo. -
Lui mi stringe più forte e mi accarezza sopra l' ombelico, piano, nel suo abbraccio.
- Io non immaginavo... Credevo che tu fossi felice. Che fosse la cosa giusta. Non lo avrei mai voluto se avessi saputo come stavi.-
- Il problema è proprio questo. Non devi essere tu a decidere della mia vita. Cosa è più giusto o sbagliato. Devo essere io. E posso anche sbagliare, ma almeno sarà una mia scelta.-
Lui mi fa voltare piano, così che lo possa guardare negli occhi.
I nostri corpi vicini, uniti e ora anche i nostri sguardi.
- E tu sai cosa vuoi? -
Annuisco seria.
E non ho un solo dubbio al mondo.
- Voglio te. -
E non lo lascio metabolizzare, capire o parlare.
Perché lo voglio.
Davvero. E ho fatto fin troppi sbagli per lui e adesso voglio solo una cosa.
Mi avvicino piano e poso le mie labbra su di lui.
Rimango ferma per un secondo, per sigillare questo momento.
Per ricordare per sempre la mia bocca sulla sua.
L' attimo in cui finalmente ho fatto qualcosa che davvero volevo. Qualcosa per me.
Poi muovo le labbra sulle sue.
Lui è immobile, ma io sono felice, il mio cuore sta per esplodere.
E lo bacio, dolcemente.
Con tutto l' amore che provo, che ho sempre provato.
E sento le sue mani che mi stringono forte la schiena.
Si allontana piano da me.
Mi guarda e io prego che non se ne vada.
E non lo fa.
Mi sta divorando con lo sguardo. Mi posa una mano sulla nuca e mi tira un po' i capelli e poi mi bacia.
Mi assaggia, è affamato di me. Lo sento da ogni suo movimento.
La sua lingua traccia il contorno del mio labbro inferiore, lo morde, poi mi assale. Io schiudo le labbra per lui.E le nostre lingue si intrecciano, danzano, lottano, si bramano. E io mi stringo a Mark,poso le mie dita sul bordo della sua maglietta e poi insinuo le mani sulla pelle nuda della sua schiena.
E lui emette un verso animalesco, mentre io lo stringo più forte a me, sentendolo ovunque.
In lontananza noto a malapena il rumore delle macchine a pochi passi da noi, dei clacson. Ma non mi interessa.
Sono sempre stata un tipo pudico, timido . MA in questo istante sto baciando Mark con una tale passione, un tale desiderio che non credevo di possedere. E siamo sul marciapiede a pochi metri dalla scuola, accanto ad una strada trafficata, ma io sento solo lui.
Solo la sua bocca su di me, le sue mani che mi accarezzano la schiena e poi mi attirano per i fianchi.
Lo voglio sentire più vicino, ancora di più. Anche se ogni centimetro dei nostri corpi si sta toccando, anche se io gli sto donando tutto, anima , corpo e cuore. Non mi sembra abbastanza. Voglio di più. Voglio tutto di lui.
Gli affondo le unghie nella schiena e lo strattono verso di me, con forza.
Lui non smette un attimo di baciarmi, mentre ci muoviamo.
Non so dove, ne' come, ma mi ritrovo a sbattere con la schiena contro qualcosa di cemento. Un muretto?
Lui mi posa le dita sulla pancia, sotto la maglietta e io emetto un gemito.
- Cazzo Emilia.-, lo sento gemere contro la mia bocca , come se soffrisse e poi si rituffa in me.
Poi un tumore forte di un clacson mi fa sobbalzare.
Apro gli occhi.
- Prendetevi una camera.-, urla un ragazzo dalla sua macchina, mentre sfreccia per la strada.
E allora guardo Mark, vedo il suo petto che si alza e si abbassa con forza, come se avesse appena corso, le labbra rosse e negli occhi una luce che mi incendia.
- Ti prego non guardarmi così, altrimenti dovranno chiamare la polizia per dividerci e ci metteranno dentro per atti osceni in luogo pubblico.-, mi dice, con quegli occhi fiammeggianti di desiderio, mentre continua a tracciare con le dita, tenere carezze sul mio braccio.
- Cazzo, sei meglio di ogni mio sogno, di ogni mia fantasia.Non credevo potessi essere più bella di come sei ogni giorno, ma cazzo, ora, così con le labbra rosse per i miei baci, accaldata e con gli occhi che brillano , sei una dea.-
Mi mordo il labbro inferiore e lui mi guarda , come se fosse furioso.
- Okay, ti prego di farmi arrivare alla macchina e andiamo dove vuoi, in un posto al chiuso possibilmente, dove posso baciarti e toccarti senza che qualche coglione mi allontani da te.-
Poi mi posa un dito sulle labbra.
- Dimmi che lo vuoi anche tu.- e mentre lo dice sembra titubante, incerto, come se temesse che io non lo voglia.
Lo prendo per mano e gliela bacio, guardandolo negli occhi.
- Si.-
Fa un bel sospiro e mi prende per mano.
E io sorrido.
Andiamo veloci verso il parcheggio della scuola.
Entriamo nella sua macchina.
E appena si siede, mi attira a se' e mi bacia.
Un bacio veloce, eppure bramoso.
- Ora che ti ho assaggiata, sei come una droga. Ti voglio in ogni istante.-
Poi stringe forte il volante.
Afferra la mia mano e la posa sulle sue labbra e la bacia.
- Andiamo a casa.-
E si volta verso di me, nei suoi occhi, vedo molto di più di quelle parole. Vedo quanto mi vuole.
- Velocemente anche.-, gli sussurro.
Lui si sistema meglio i jeans.
- Tu non aiuti proprio, lo sai vero?-, dice sorridendomi.
E poi partiamo.
Mi piace il modo in cui lo eccito, in cui sembra aver bisogno di me, come mi vuole.
È quello che ho sempre voluto. È molto di più.
Mi tiene ancora la mano, mentre guida.
Gli sorrido e lui ricambia, con quel suo sguardo sexy.
Spegne la macchina.
Mi guardo intorno.
- Siamo già arrivati?-
Lui scende velocemente dalla macchina.
- Se tu sapessi  da quanto tempo volessi baciarti, capiresti. Non mi sarei lasciato scappare nemmeno un minuto di più.-, lo sento sussurrare,mentre chiude lo sportello.
Mi vuole da tanto?
Da quanto?
Perché non ha fatto niente?
Perché..?
Non ho il tempo di dirgli una sola parola, che apre il mio sportello e mi tende la mano per uscire e mi bacia come se ne andasse della sua stessa vita.
Ed io intreccio le mie dita dietro al suo collo .
Gli sfioro i capelli e lo accarezzo fino alle spalle.
Lui si ferma un attimo e mi passa il pollice sulla guancia, in una dolce carezza.
- Entriamo in casa.-
Mi conduce fino alla porta, la apre e mi guarda.
Mi si avvicina come un predatore. Ma io non ho intenzione di scappare.
Lo voglio così tanto, che tremo dal desiderio.
Appena le sue labbra toccano le mie, mi sembra di esplodere.
Gli stringo forte le braccia. Sento i bicipiti tendersi.
Gli passo le unghie sulla pelle.
Lui mi bacia il collo.
Inarco il corpo all' indietro, lasciandomi esposta.
Sento che lui richiude la porta con un calcio.
E continua a baciarmi, a solleticarmi il collo, scende più giù, sul petto,mentre le sue mani si insinuano sotto la mia maglietta, tracciando morbidi cerchi sulla pancia.
Sento milioni di brividi sulla pelle.
È elettricità pura.
Mi esce un sospiro dalle labbra.
Lui mi afferra per la coscia e io l' appoggio contro il suo fianco.
Cominciamo a muoverci.
In un movimento ancestrale, che mi distrugge e mi fa desiderare di più, ogni sua parte dura preme contro ogni mia parte morbida e gemo.
Sento, sento ogni cosa e mi piace.
Ma non è abbastanza.
Sono smaniosa di lui.
Lo tiro per la maglietta e cerco di toglierlela.
Ho bisogno di sentire la sua pelle su di me, di vederlo.
Lui smette un secondo di baciarmi per farsela passare dalla testa e con i capelli spettinati mi guarda con uno sguardo serio.
- Sei tutto ciò che ho sempre desiderato.-
E poi si posa sulle mie labbra , in maniera più dolce .
- Anche tu. Dalla prima volta che ti ho visto.-
Si ferma un attimo e mi guarda, come se questa rivelazione lo sconvolgesse e rendesse felice allo stesso tempo.
E mi abbraccia, stretto, sento il suo cuore sotto il mio orecchio che batte ad un ritmo nuovo, un ritmo che so solo mio.
E poso le labbra proprio lì. Sul suo cuore che per troppo tempo è stato nascosto.
Che per troppo mi ha negato.
Lui mi accarezza i capelli.
E io so che questo è l' unico posto al mondo dove voglio  essere, dove davvero sono io.
Alzo la testa e lo bacio.
E lui ricambia e mi ritrovo schiacciata contro il muro.
Mi mette le mani sul sedere e io mi avvinghio con le gambe si suoi fianchi.
E Mark mi porta sul divano.
Mi appoggia dolcemente lì e sale sopra di me.
Si abbassa e alza un po' la maglietta, baciandomi il fianco, poi l' ombelico.
Alza la testa e mi lancia uno dei suoi sorrisi sghembi.
E continua a baciarmi fino all' altro fianco, poi sale poi su.
Sempre guardandomi.
Come se aspettasse un mio cenno per fermarsi, come se avesse paura di andare troppo oltre.
Ma io ho la gola secca e tutto ciò che voglio è che non si fermi mai più,
- Dimmi se vado troppo in fretta.-
Dice fermandosi proprio sotto alla coppa del mio reggiseno e io deglutisco.
Direi che non stiamo andando troppo in fretta, dato che sono anni che lo voglio.
Scuoto la testa e mi impongo di parlare.
Sono un fascio di nervi, ma non perché non mi senta a mio agio, ma perché è tutto assolutamente perfetto. Il modo in cui mi tocca, mi bacia, mi abbraccia e mi guarda. È tutto meraviglioso.
- Non fermarti.-, riesco a dirgli.
E lui non lo fa.
Mi fa alzare le braccia e mi toglie la maglietta.
Ora siamo pelle contro pelle, tranne per la sottile stoffa del reggiseno e lo sento gemere mentre mi bacia.
- Cazzo Emilia, io ti a..-
E il telefono squilla.
Il suo telefono.
Un rumore assordante.
Cerco un cuscino per lanciarglielo addosso.
Per farlo stare zitto e non rovinare questo momento.
Però il telefono continua e continua.
E vibra sulla mia gamba.
Mark lo tira fuori dalla tasca per spengerlo, quando vede il numero e sbianca.
Lo guarda e poi risponde.
- Pronto.-
Si mette a sedere sul divano e mentre l' altra persona parla, lui diventa sempre più bianco.
L'aria è come se fosse diventata gelata.
Come se ogni calore fosse stato risucchiato via.
- Arrivo subito.-, dice in fretta.
Si alza in piedi, prende la maglietta e la indossa senza guardarmi, ne' dirmi niente.
- Che succede? Chi era?-
Si gira verso di me, ma appena vede che sono mezza nuda, sembra quasi fargli male.
- Era.. l' ospedale. Ho riconosciuto il numero, dopo tutte le volte che la mamma....-
Annuisco.
E poi mi gelo.
- Cosa è successo?-
- Jake.. ha avuto un incidente. Ha battuto la testa.Una macchina gli è andata addosso.. non lo so. Lo stanno operando. È grave. Mi hanno detto che è grave.-
La sua voce si spezza.
Distoglie lo sguardo da me.
Io prendo subito la maglietta e me la rimetto addosso.
Lui va verso la porta.
E io lo seguo.
E abbiamo un solo pensiero in mente,
Jake...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 02, 2017 ⏰

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