Capitolo 6 - La baita del cacciatore

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Arrivai finalmente davanti la porta della casa di Max e l'aprii. Non appena si richiuse dietro di me mi abbandonai ad un pianto liberatorio, sfogando tutta l'ansia, la paura e la tristezza dell'ultimo periodo. Se sto fuori riesco a stare emotivamente più tranquilla. Devo preoccuparmi di non perdermi, di essere pronta in caso di un pericolo, di non farmi male e di trovare qualunque cosa possa aiutarmi. Ma appena mi siedo in un posto un po' più caldo e sicuro le lacrime iniziano ad uscire incontrollate. Anche se quella di cui sto scrivendo adesso è stata la prima volta.

Una volta riacquisita un po' di calma il mio primo pensiero è stato quello di trovare da bere. Frugai dappertutto finchè non trovai una soda e me la scolai in men che non si dica. Il problema della sete però restava, perché ero di nuovo senza nulla da bere. Ma FINALMENTE mi ricordai che potevo sciogliere la neve e bollire o purificare l'acqua ottenuta. Ma perché ho dovuto aspettare così tanto per pensarci?! È una cosa basilare!

In ogni caso...la capanna del cacciatore è piccola e contiene solo lo stretto indispensabile. Niente elettricità, niente impianto idraulico. L'arredamento consisteva in una stufa a legna, una panca accanto ad essa ed una poltrona davanti, un letto ad una piazza, un tavolo con un paio di sedie, un banco da lavoro con sgabello, un armadietto di metallo, una piccola cassetta del primo soccorso attaccata al muro accanto alla porta e mensole e scaffali vari e una cassaforte. Ad una parete era appeso il supporto per il fucile, ma quello non c'era.

Accesi un fuoco con la legna trovata in casa e mi riscaldai per bene, seduta sulla poltrona, mentre la neve si scioglieva e l'acqua bolliva. Rifeci l'inventario, compreso di oggetti trovati lì. Alla fine lasciai la legna, che mi appesantiva troppo, l'ascia di Max e il coltello da caccia che avevo trovato in un cassetto del banco da lavoro (non mi sembrava giusto sottrargli due oggetti a lui così cari, stesso motivo per cui non provai ad aprire la cassaforte) e una lanterna, svuotata però del carburante. Ora avevo decisamente più cose utili, ma il cibo scarseggiava ancora. Magari sarei andata a pesca, o avrei potuto usare la trappola che avevo trovato. Era una trappola molto semplice da costruire, di quelle citate prima. Anche se non mi andava molto l'idea, dato che chi ci finiva dentro il più delle volte moriva soffocato. Ho trovato anche un libro sulla caccia che farei bene a leggere, dato che non l'ho ancora fatto, e delle munizioni.

Il giorno era ormai spuntato, ma io non avevo voglia di uscire di nuovo. Per passare il tempo e distrarmi da miei brutti e deprimenti pensieri, lessi qualcosa dal libro sugli alieni che avevo trovato. Sembra che un certo Howard Menger abbia sposato una donna aliena proveniente da Venere. Chissà perché, ma sono piuttosto scettica sulla faccenda.

Sarà stato il bel tepore del fuoco, ma il sonno che la notte mi aveva abbandonata era tornato e non riuscii a resistergli, quindi mi misi a letto e dormii per un bel po', forse anche fino a dopo mezzogiorno. Alla fine decisi di uscire anche se stava nevicando, stare lì non mi sarebbe servito troppo, per ritornare alle rotaie e magari vedere dove mi avrebbero portata seguendole dal lato opposto rispetto a quello della galleria. L'idea di attraversarla non mi piaceva per nulla, mi faceva venire i brividi. Riempii una bottiglia con i due litri d'acqua che avevo recuperato e mi diressi al capanno, perché non lo avevo considerato prima e non si sa mai cosa avrei potuto trovarci. E meno male che ci andai! Perché lì trovai una carcassa di un cervo quasi completamente congelata e un po' smangiucchiata. Nonostante eticamente non mi piaccia molto, ammetto che la carne di cervo la trovo buonissima. Ne presi poca (relativamente), quella che mi sembrava avesse un buon colorito e che era facile da raggiungere, circa mezzo chilo.

La radura è piuttosto spoglia, punteggiata da rocce e circondata dalla foresta. Molti animali spesso la attraversano e infatti non tardai a notare le tracce del passaggio di un piccolo animale, probabilmente una volpe. Ripercorsi la strada della mattina, fermandomi nuovamente al punto dove giaceva Max a compiangerlo qualche minuto. Con una nevicata come si deve, presto non sarebbe stato più visibile. Si vedevano ancora le impronte che avevo lasciato io, seguendole non avrei avuto problemi. Però dal punto di Max provai ad andare a sinistra, la direzione che comunque avrei dovuto prendere una volta raggiunte le rotaie. Ma per raggiungerle avrei dovuto scalare una montagnola di neve fresca e al momento non mi andava.

Tuttavia feci solo qualche passo in quella direzione, perché il lupo che avevo avvistato in lontananza mi fece cambiare idea. Mi prese un colpo quando improvvisamente iniziò a correre, ma fortunatamente per me stava solo inseguendo un coniglio. Meglio stargli alla larga comunque. Dopo la scalata mi aspettava una discesa, ma mi arrestai di nuovo alla vista di un altro lupo proprio lì sotto. Sembrava che nessuno mi avesse notato, quindi proseguii verso sinistra restando sull'altura. Essendo una zona abbastanza inclinata non era né facile, né sicuro camminarvi, quindi iniziai a scendere una volta distanziato il secondo lupo.

Avvistai una zona di taglio, una di quelle zone dove i boscaioli tagliano gli alberi e lasciano solo la base del tronco attaccata al terreno. Mi diressi lì, speranzosa di trovare una struttura dalla quale riuscire magari a chiamare qualcuno. Trovai una casetta, ma era vuota e distrutta e comunque lì vicino c'era un intero branco di lupi a caccia. Affrettai il passo e continuai per la mia strada. Delle rotaie non c'era traccia e non avevo idea di dove mi trovassi. Tornare indietro era da escludere con tutti quei lupi, quindi potevo solo andare avanti. Se avessi avuto dei sentieri da seguire non mi sarei addentrata nella foresta, ma purtroppo non era il mio caso.

Arrivai poi ad un'altra zona di taglio attorno ad un laghetto, ma non ebbi il tempo di guardare bene, perché un lupo mi fu addosso prima che potessi accorgermene.





Angolo Autrice:

Ciao a tutti!

Eccomi di nuovo qui, abbastanza presto questa volta. Il capitolo è leggermente più lungo dei precedenti questa volta. Dite che dovrei lasciarli così o che dovrei farli ancora più lunghi?

Ho provato ha fare un pochino più di introspezione sul personaggio di Abby, anche se non moltissima. Non credo di essere brava con queste cose...

Quello che Abby scrive sulla caccia e in particolare quello che le disse il cacciatore l'ho preso da un vecchio libro sulla caccia che ho trovato a casa mia. Io non ho cacciatori in famiglia, quindi che diavolo ci fa lì?!

Ci tengo a precisare che non farò spoiler sulla modalità storia, ma solo sulla modalità sopravvivenza precedente al rilascio di quella storia (scusate le ripetizioni). La sandbox mode non ci fornisce nessuna informazione sui personaggi o sugli avvenimenti, sappiamo solo come il nostro personaggio sia finito lì (ma Abby non lo sa ancora). L'unico spoiler della story mode sarà la descrizione della diga (che è stata migliorata per renderla più realistica) e qualcosa che avrà a che fare con i lupi e l'aurora boreale. Forse anche una cosetta sulla geografia della zona. Ma non essendone ancora certa neanche io non l'ho ancora aggiunta. Mannaggia agli sviluppatori XD

Max il cacciatore prende ispirazione dal cadavere trovato nel luogo segnato come "La sconfitta di Max" nel gioco, ma non ha nulla a che vedere con la story mode. È solo una supposizione che avevo fatto io all'uscita del gioco.

In ogni caso, ringrazio per tutti i voti e i commenti che mi sono stati lasciati insieme ai vosti preziosi consigli. E se avete altro da consigliarmi sono pronta a leggervi!

Ciaooo!

Abby's Long Dark (ITA) (In Pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora