Prologo ✅

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«Brie, amore, guarda come nevica!»
Sì, amore, quel giorno la neve era bellissima. Così bianca, così candida. Piccoli fiocchi di cotone scendevano lenti.
«Brie, ti amo così tanto!»
Anch'io, vita mia.
«Non fare la sciocca, credi davvero di riuscire a sfuggirmi? Sai che ti prenderò e non ti lascerò mai andare, puoi scommetterci!»
Oh, quanto avrei voluto perdere quella scommessa, fatta di un futuro ormai lontano.
«Brie, sai perché ti amo? Perché i tuoi occhi hanno sempre una luce particolare, quella luce capace di schiarire anche le giornate più buie.»
Peccato che poi quella luce si sia spenta per non accendersi più.
«Sei la cosa più preziosa che ho e voglio averti al mio fianco per sempre: sei il mio fiore in mezzo alla neve, il mio tocco di colore in mezzo al bianco che ci circonda. Amore mio, mi vuoi sposare?» «Brianne!»
Scuoto la testa e riprendo coscienza della realtà, riportando gli occhi al presente, quegli occhi che si erano persi a osservare un passato che non potrà mai tornare.
«Brianne, hai capito cosa ti ho chiesto?»
Scrollo le spalle. Il mio gesto la infastidisce, accavalla le gambe con stizza e vi appoggia sopra la cartellina che ha tra le mani.
«Ti stavo chiedendo di cosa hai paura.»
Del freddo, della neve, dell'amore, della vita...
Per un po' il silenzio ci avvolge, poi la sento montare dentro: l'inquietudine si impossessa di me. Non posso, non ci riesco; stare qua mi fa mancare l'aria e i brutti ricordi non aiutano di certo, ricordi che meschini mi investono e mi annientano.
Devo andarmene, ora.
Mi alzo e raccolgo le mie lunghe ciocche castane in una coda alta, sperando che l'aria riesca a darmi un po' di sollievo.
Ma questo non accade, sono in apnea, i polmoni non collaborano. Il battito si fa accelerato e la testa vortica, sfocando la mia vista. Arranco verso l'uscita, ansiosa di afferrare il maniglione rosso della porta antipanico.
«Brianne, dove vai?» mi grida lei. «Non puoi andartene, non risolverai così i tuoi problemi!» insiste, senza ottenere però da parte mia alcuna reazione.
Pochi passi, ancora pochi passi... «Brianne, devi calmarti e fare respiri profondi, devi concentrarti. Prova a dirmi di cosa hai paura. Chiudi gli occhi e chiediti cosa ti sta facendo agitare così tanto.»
Con la mano ormai ancorata all'uscita, chiudo le palpebre per raccogliere tutte le mie forze. La sua voce è un suono lontano. E cedo. Non mi volto, ma le sputo velenosa quella risposta che ho sulla punta della lingua da quando mi ha posto quella stupida domanda.
«Dell'inverno.»
Instabile e affannata spingo verso il basso l'asta rossa, aggrappandomi a essa come a una delle più preziose ancore di salvezza.
Un venticello accarezza i miei capelli, portando con sé gli ultimi rimasugli di fresco, pronto ad accogliere l'imminente primavera.
Non è però l'odore di fiori a raggiungermi: inspiro a pieni polmoni l'aria satura di gas di scarico, un'aria meno nociva di quanto lo siano i miei ricordi.
Devo andarmene da Lione.
Voglio solo dimenticare.

L'Inverno Non Fa Paura (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora