Avrebbe voglia di chiamarlo in quel preciso istante per avvisarlo di raggiungerlo e andare da qualche parte dopo la lezione, anzi, fosse per lui lo inviterebbe a partecipare alla lezione stessa, sebbene non sia sicuro che Colton approverebbe.

Tump. Tch. Tump.

Le bacchette picchiano con forza i piatti, quasi fosse uno sfogo, forse è proprio per questo che gli piace così tanto. Perché il rumore lo stravolge, lo infervora, lo riempie, e può farlo senza che nessuno gli dica niente.




***




«Aspetta, Karol» Colton lo blocca proprio mentre si sta mettendo lo zaino sulle spalle e sta tirando fuori il cellulare, vedendo che ha un paio di messaggi non letti. «Vorrei farti sentire una cosa.»
«A me?»
«A volte ti meriteresti degli schiaffi. Vedi altri qua in giro?»
«Fanculo» Karol esalta l'insulto con un gestaccio della mano.

Colton si mette a ridere e lo spinge verso la porta che è collegata alla taverna della casa, per portarlo nella sua camera. Si mette a rovistare nei cassetti della scrivania, sussurrando qualche parola incomprensibile tra sé e sé.
Karol si siede senza problemi sul letto e addenta uno di quei muffin prelibati a cui non ha saputo resistere durante il tragitto verso la stanza. Estrae nuovamente il telefono e ha solo il tempo di scoprire che i messaggi sono di Mic, perché il batterista lo richiama all'attenti con un'esclamazione tutt'altro che innocente.

«Neanche io sono così disordinato.»
«Stai zitto, ragazzino.»
«Difficile chiudermi la bocca» Karol gli fa l'occhiolino e scalcia le scarpe per mettersi a gambe incrociate sul materasso.
«No, ma comodo. Fa' come se fossi a casa tua.»
«Quello che sto facendo.»

Si mettono a ridacchiare di nuovo e Karol, per un breve istante, pensa che il loro modo di scherzare sia molto simile a quello che ha con Mic e, forse, è per questo che trova Colton così simpatico. Lo segue con lo sguardo e lo vede infilare un disco nel computer lasciato acceso da chissà quanto tempo.
Le sue idee vengono spazzate via, quando nella stanza inizia a risuonare un brano ritmato, è facile riconoscere lo stampo soft rock, sebbene sia un misto anche con la musica elettro.

Tap. Tap.

Karol nemmeno si accorge di star battendo il dito sulla propria coscia a tempo e di star ondeggiando con il corpo.
«Devi dirmi con assoluta sincerità cosa ne pensi» Colton si siede al suo fianco, dandogli anche una spinta e facendolo cadere con la faccia nel cuscino per farsi spazio.
«Stai zitto qualche minuto» la mano del biondo va ad ammutolirlo, premuta forte sulla bocca.

Dopo un paio di minuti, il brano finisce.
«Questa è una figata pazzesca!»
«Davvero?» Colton spalanca gli occhi neri, stava trattenendo il fiato fino a un istante prima.
«Sì, assolutamente! Ma che cos'è?»
«Il nuovo brano che voglio proporre al gruppo.»

Karol crede inaspettatamente di star per morire di gioia.
Scatta in piedi, per poi saltare sul letto.

Il nuovo brano!

«Ehi! Scendi dal mio letto!»

E l'ha fatto ascoltare a me!

Solo questo passa nella sua testa. Si è troppo esaltato e, adesso, per più di un motivo. Tra il muffin squisito, quella musica pazzesca che gli ha riempito le orecchie, e la notizia che un membro del suo gruppo preferito gli ha fatto ascoltare in anteprima una canzone, sta andando in fibrillazione.

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