08. Allenamento obbligatorio.

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Tony si alzò dalla poltrona e si girò di scatto, cercando di capire da dove era entrato.

Era seduto sul bancone bar, intento a lucidare le sue frecce, con particolare cura alle piume vere sull’estremità.

Era dannatamente silenzioso, quell’uomo.

«E’ una minaccia?» domandò Stark, indicandolo con l’indice.

Sinceramente, i problemi che aveva avuto con il Capitano bastavano, non si era mai trovato in disaccordo con Clint Barton.

Ad eccezione di quando voleva ucciderli tutti perché controllato da Loki, ma niente di più.

Clint alzò lo sguardo, sorridendo.

«No. E’ un consiglio» rispose.

Saltò giù dal bancone e incrociò le braccia.

«Ho una storia da raccontarti, che potrebbe illuminarti. L’ho sentita proprio ieri» aggiunse.

Tony imitò il suo gesto, riducendo gli occhi a due fessure.

«E perché dovrebbe c’entrare qualcosa con la cancellazione del mio volo per Los Angeles?» domandò.

Clint sorrise.

«Non ho mica detto di cancellarlo»

Nello stesso momento, qualche stanza più in là, Nicole sbuffò, guardando i pantaloni che usava per allenarsi.

Le stavano cadendo.

In un mese aveva perso tre chili, a causa della poca quantità di cibo che mangiava e degli allenamenti raddoppiati.

Scommetto che Fury non aveva previsto questo, sorrise tra se e se.

Se lì fermò meglio con una cintura nera, che non stava molto bene a causa dei materiali diversi degli abiti, ma le serviva solo per andare in palestra.

Prese i due coltelli che si portava sempre dietro e si legò i capelli, per poi uscire dalla camera.

Si diresse in fondo al corridoio, per poi svoltare al soggiorno/entrata, con l’intenzione di prendere l’ascensore.

Notò Stark e Barton discutere abbastanza segretamente, in quanto sembravano sussurrare ogni minima parola, ma non si fermò.

Anzi, quando loro alzarono lo sguardo, li salutò pure.

«’sera» accennò, muovendo l’indice e il medio.

Clint la guardò di sfuggita, giusto il tempo per ricambiare il saluto e tornare da Tony, mentre quest’ultimo la fissò per un intervallo di tempo abbastanza lungo.

C’era qualcosa di diverso in quello sguardo, non l’aveva mai guardata prima in quel modo.

Sembrava… interesse.

Non fisico, non si trattava di attrazione, ma di puro interesse verso qualcosa… ma cosa?

La stava studiando, come se stesse parlando di lei fino a pochi secondi prima.

La esaminò dalla punta dei capelli a quelle dei piedi, soffermandosi più volte sul fianco destro, coperto dalla canotta bianca.

Nicole se ne accorse e, dopo aver guardato l’uomo, lanciò una rapida occhiata sul punto esatto che Tony stava fissando.

Lì, sotto la stoffa elasticizzata, c’era una delle sue cicatrici, e lui la stava guardando come se sapesse della sua esistenza.

Ma lui non l’aveva mai vista.

Non poteva saperlo.

A meno che.

«C’è qualcosa che non va, signor Stark?» domandò Nicole, senza mai perdere la sua cadenza formale.

Impressive Heroics (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora