La mia ombra

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La mia ombra si è stancata di me.

Proprio stanotte, quando era più forte (ha approfittato meschina della sua condizione di superiorità), mi ha detto: "Non voglio più appartenerti. Non voglio più essere tua schiava"

"Schiava?" Ho ribadito io. "Come schiava? Tu sei la mia ombra. Cammini al mio fianco. Sei il mio braccio destro. Ogni cosa che decido io, passa da te."

"Sono tutte scuse" ha risposto lei. "Tu decidi anche per me. Quando mai mi hai chiesto un parere. Dimmi quando mi hai domandato anche la minima opinione."

"Non c'era bisogno che ti chiedessi niente. Davo per scontato che tu fossi d'accordo con le mie decisioni. Perché sei la mia ombra allora?"

"Appunto. Continui a ripetere che sono tua. Io non voglio più appartenerti."

"Ma io e te siamo come fratelli. Nati insieme. Cresciuti insieme. Abbiamo condiviso di tutto. Amore. Sesso. Dolore. Prime esperienze con qualsiasi cosa."

"Sì, ma tu hai fatto tutte queste cose. Io solo di riflesso. Io prendevo solo gli avanzi. Il residuo dell'emozione o della azione ormai consumata."

Restammo in silenzio.

Poi io dissi: "Comunque non puoi certo abbandonarmi. Che fine faresti? Un'ombra senza corpo. Quando mai si è vista una cosa del genere? Nei fumetti forse."

"Tu non preoccuparti" disse lei con arroganza. "A me ci penso io. Piuttosto..."

"Piuttosto cosa?"

"Io non posso staccarmi da te. Non ho la possibilità di farlo, sebbene ne abbia la volontà."

"E quindi?"

"E quindi dovresti concedermi la mia libertà. Tu non rimarresti senza ombra. Te ne verrebbe assegnata un'altra."

"E dovrei tenermi un'ombra neonata di cui non saprei se fidarmi o no? Dovrei mettermi in casa un estraneo? Anzi, un'estranea. No, cara mia ombra. Tu resti con me. In fondo non ti manca niente. Residuo o non residuo, tutto quello che è mio è tuo."

"Ma allora non vuoi proprio capire che sono stanca?"

"Non mi interessa. Tu resti qui. Fine della discussione."

"Guarda che non puoi liquidare così la questione. Non mi sottovalutare"

Sbottai in una risata.

"E cosa faresti? Sei solo una povera ombra che ha bisogno del mio permesso per essere libera."

"Renderei le tue notti un incubo. Mi alleerei con le mie sorelle per portarti alla follia. Siamo potenti noi ombre. Non importa quante luci accenderesti. Noi saremmo sempre presenti. Non ti lasceremmo un attimo. Assumeremmo le forme più strane. Ti causeremmo delle allucinazioni. Dovresti assumere farmaci. Diventarne dipendente. E non ti basterebbe. Diverresti pazzo nel giro di un paio di mesi."

Cosa dovevo fare?

Chiamatemi vigliacco. Ma io ho sempre avuto paura di perdere i lumi della ragione.

E quindi l'ho lasciata andare.

Chissà che combina ora. Vive libera? È l'ombra di qualcun altro? Qualcuno migliore di me, magari...

Puttana.

Il giorno dopo mi è stata assegnata un'altra ombra e con lei convivo.

Si comporta bene. E non si lamenta.

Però io adesso ho paura.

Non voglio affezionarmi.

E se si ribellasse anche lei un giorno?

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