CAPITOLO 1 Inizio scuola

Comincia dall'inizio
                                    

E gliela stringo sorridendo (che idiota, non le ho neanche detto "piacere Giulia") ma per fortuna ci pensa Sara a presentarmi.

Entriamo in aula magna. È pieno di ragazzi. Ci andiamo a sedere e Anna mi si siede accanto.

Perché proprio lei vicina? Non poteva mettersi Sara che almeno so chi è? Va beh fa niente.

Dopo un po che siamo lì sedute, ecco che arriva la Preside che sale sul palco.

"Buon giorno ragazzi.." Inizia "io sono la Preside di questo Liceo e vi do il ben venuto" e va

avanti con cazzate varie.

Finalmente inizia a fare l'elenco per smistarci nelle varie sezioni

"Prima A: Arcini Matteo, Caralli Lucia..."

Finalmente arriva alla mia sezione. Mamma che ansia, io sono la prima dell'alfabeto, lo sono sempre stata e la cosa non è per niente bella.

"Prima D: Alfamea Giulia..." Mi alzo e vado verso il palco dove c'è la prof di matematica che ci aspetta. Merda, non sembra per niente simpatica quella; poi io da cogliona non dico neanche "buon giorno". Ottimo modo per iniziare.

Va beh alla fine arriva l'ultima dell'elenco, che è per l'appunto Anna. Alcuni volti li ho già visti perché li avevo cercati su Facebook, solo che non riesco ad associare i nomi ai volti.

Saliamo in classe. Me l'aspettavo diversa l'aula, non so come ma di sicuro non così. Io vado subito in fondo, vicino alla finestra e chi mi ritrovo vicino? Anna. Di nuovo?! Ma perché? Mi siedo e ci guardiamo sorridendoci.

E beh niente, la prof fa l'appello per conoscerci.

Che nervoso, io ho origini straniere ma non voglio farlo sapere agli altri, solo che sono un po antisgamo perché ho i capelli biondissimi e quindi qualcuno può pensare che sono Tedesca o cose del genere.

"... Alfamea? " o caspita, ora mi chiederà se sono straniera "Tu hai per caso una cugina in terza?" Mi chiede

"Sisi, Elisa"

"Ah ecco... Perché il cognome è lo stesso e poi siete bionde entrambe"

Grazie Eli di esistere! Lei è italianissima e anche se ha i capelli biondi uno non si fa chissà che idee, perciò: se Eli è italiana e bionda, la gente pensa che siamo solo una famiglia di biondi e stop.

Mentre la prof procede con l'appello osservo Anna cercando di non farmi notare. Sembra una tutta timida e a quanto pare è piuttosto nervosa, lo si capisce perché continua a sfregarsi le mani sotto il banco. In questo momento sembra anche tenera. Però boh, non sembra una simpaticona. Bah...

Alla seconda ora entra un professore. Sapevo che in inglese avrei avuto un'uomo, uno bravo diceva la gente, ma anche tostissimo. Speriamo non sia lui. Il DETO lo chiamano i ragazzi.

"Buon giorno" dice e si dirige verso la lavagna, prende il gessetto e scrive: De Toma

Ottimo!! Meglio di così? I professori che più temevo lì avevo avuti entrambi: prima quella di mate e ora lui.

Inizia a parlare, a dirci varie cose... Poi chiede

"Qualcuno di voi ha lo scotch?"

Anna alza la mano e lo tira fuori dall'astuccio. Si alza e glielo porta.

"Tu sei?"

"Anna"

"Ecco, Anna, non è che potresti staccarmi il primo pezzo che io non ho unghie e non riecco"

Che cosa imbarazzante. Le avevo osservato le mani prima ad Anna, (io non so perché ma osservo spessissimo le mani della gente) e di unghie proprio non ne ha. Sono tutte mangiucchiate e chissà ora come farà.

Rimane per un po in piedi difronte al prof,e cerca disperatamente di prendere un pezzetto di scotch, ma senza successo.

"Senti Anna, perché non ti vai a sedere e quando ci sei riuscita me lo porti?" Le chiede il Deto. Ha capito che si sta innervosendo, e lasciarla lì in mezzo alla classe per completare quella figura di merda non migliora di certo la situazione.

Anna torna al posto e cerca nervosamente di staccare un pezzetto di quel coso.

Povera, è nervosa e la sento che dice tra se e se "avanti dai, staccati staccati!!!"

E io li che la osservo. Che stronza che sono, chissà come si sta sentendo con i miei occhi puntati su di lei (oppure non s'è accorta che la sto guardando). Poi almeno mi fossi offerta di aiutarla. Ma niente, sto lì e la osservavo.

Finalmente ci riesce e soddisfatta, ma anche un po intimidita, porta lo scotch al Professore.

DRINNNN

Suona la campanella che segna l'inizio del l'intervallo. Io esco in corridoio con Anna e ci appoggiamo al muro.

Che nervoso. Mi sento così un'estranea in questo posto. Scambio due parole con questa compagna, ma non è che salta fuori chissà che discorso.

Sembra una ok comunque. Timididina, forse un po buffa ma ok. Sembra una con cui si può parlare.

Ci scambiamo i numeri di telefono e poi rientriamo in classe.

Finalmente è finita. Dai però, non è stato neanche tanto male. La mia peggior preoccupazione era quella che si venisse a sapere che sono straniera (storia complicata, ve ne parlerò) e fortunatamente, grazie all'esistenza di mia cugina, nessuno ha sospettato nulla. Perfetto!

"Sveglia!"

È sempre papà che viene a svegliarmi.

Un'altro giorno di scuola d'affrontare. Dai però, non mi devo ancora lamentare, dovrò farlo fra qualche mese quando sarò entrata nel vivo della scuola... Li si che ci sarà da spararsi.

Faccio colazione poi mi vesto.

Mi trucco, ma questa volta sto attenta a non infilzarmi col "pennellino" come la mattina precedente.

Da oggi però prendo il pullman, ci sono tutti i miei amici alla fermata.

Mi fa senso scendere alla fermata di fronte al liceo. Solo 4 mesi prima invidiavo quelli che scendevano a questa fermata, mentre io dovevo scendere a quella dopo.

Che buffo però. Un po mi piace scendere qua, è come se fosse un po la fermata dei grandi, e quindi mi gaso tutta. Ma so che è la fermata anche per una scuola più difficile, una a scuola che ti cambia la vita...

Scendo dal pullman e faccio la strada con Arianna fino alla sua scuola, la saluto e poi faccio retro marcia e vado verso la mia.

I capelli sono a posto? La camminata va bene? (No perché dovete sapere che ho una camminata piuttosto orrenda).

Arrivo al cancello ed entro nel cortile. Giungo nell'atrio all'entrata, salgo le scale, percorro il corridoio ed eccola lá la classe... in fondo a sinistra.

Entro, c'è già gente. Cammino verso il mio banco e alcuni mi salutano e io ricambio il gesto.

Anna è già seduta al suo posto e mi saluta dolcemente. Tolgo lo zaino e mi siedo

"Tutto bene?" Le faccio

"Sisi te?"

"Tutto bene grazie" (grazie? Grazie lo dicono i vecchi, non i ragazzi.. O forse si? Sará che mi sono sorpresa dell'educazione che ho avuto nel risponderle)

Chiacchieriamo un po finché non entra la prof della prima ora, segnando il via di quella giornata.

Passano i giorni, e io ed Anna facciamo sempre più amicizia.

Non è male stare con lei in banco, anche se a volte mi sembra di annoiarla, di darle fastidio, però boh, sarà una mia impressione. È sempre un po timida con gli altri, ma cosa pretendo? Lo sono pure io e la cosa va bene. Perché quelli troppo espansivi che vengono lì a fare i simpaticoni non mi vanno molto a genio. Perciò stare con Anna mi fa sentire a mio agio. È educata, sta nel suo ma mi ascolta, si devo ammettere, è un'ottima ascoltatrice. Non parla molto di se però, ma va bene, perché comunque ci conosciamo da sola una settimana...

Sorridi tu, sorrido ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora