- E come troviamo la via? -
Austin abbassò il viso verso di lei e sorrise sornione.
- Per tua fortuna, mentre penzolavo dalla grondaia e cercavo un modo per salvarci la pelle, ho letto la targhetta che ne indicava il nome. - ammise enfatizzando dondolando il dito avanti e indietro.
Skyler sollevò un sopracciglio sorpresa e lo seguì. La sua schiena era messa in risalto dalla semplice camicia e notò le spalle larghe forgiate da anni di addestramento. Erano fonte di distrazione per lei e più volte non prestò attenzione a dove metteva i piedi rischiando di calpestare qualche spiacevole souvenir. Furono costretti a chiedere informazioni un paio di volte a vecchi passanti e a contadini dai cappelli di paglia sgualciti finché non giunsero al luogo del loro sfortunato arrivo. Avanzarono cauti guardando la grondaia che aveva ceduto per via del peso dei loro corpi, ora era spezzata nel punto in cui Austin si era aggrappato e l'acqua gocciolava verso il basso. Studiò l'altezza tra il tetto e il suolo e si sentì più sollevata di prima nel ripensare al passaggio miracoloso del calesse. Chissà dove si trovava il contadino alla guida.
- Ok, di qua. - disse Austin imboccando la strada seguente.
La via correva lungo il lato ovest della casa e serpeggiava in pochi metri di spazio. I due agenti dovettero camminare in fila indiana per poter passare. In più aleggiava un odore di scarichi umani insopportabile, faceva invidia alla puzza degli infettati. E pensare che ora, Lady Croft era uno di quei mostri putrefascenti e senza alcun controllo sulle sue azioni a causa del giogo di Moira. Alla fine l'agnello si era rivelato un lupo spietato. Doveva trovare il modo di ripristinare anche quei mondi che il virus stava abbattendo.
- Eccoci. -
La voce di Austin investì prepotentemente i suoi pensieri e si riscosse. Erano giunti alla fine della via e di fronte a loro si estendeva una piazza al cui centro sorgeva il mercato della città, numerose bancarelle esponevano la loro merce e i commercianti panciuti attiravano l'attenzione dei passanti elencando le qualità di un pesce o di un formaggio, oppure ancora delle galline.Cosa che fece ridere Skyler.
- Le galline hanno doti particolari oltre a fare le uova? - domandò sarcastica.
Un gruppo di persone parlottava concitatamente ai margini del piazzale e gettava occhiate preoccupate alla costruzione antistante alle bancarelle. Il volto di Skyler si rabbuiò ma non per via dell'eventualità che qualcuno tra le numerose persone che si aggiravano nella piazza notasse il loro sospettoso arrivo ma per il fatto che oltre ad essere luogo di commercio, quella piazza ospitava anche la caserma delle forze dell'ordine locale e sul tetto dell'edificio era ben visibile un buco causato da qualcosa di molto pesante che lo aveva sfondato.
- Scommetto che quel bel foro non sia stato causato da una tempesta avvenuta nei giorni scorsi. -
- Dubito che qui si scatenino molto spesso dei temporali, senti che caldo che fa'. - notò Skyler sventolando una mano davanti al viso e ai capelli scompigliati.
Era vero ed era difficile che quel caldo svanisse da un giorno all'altro in una realtà virtuale. Studiò l'ingresso della caserma. Davanti alla porta si distendeva una gradinata di scalini bianchi, ingrigiti dal tempo in qualche angolo. Una serie di finestre inferriate si apriva accanto all'entrata, tre per ciascun lato. Infine, si ergeva la porta, alta, realizzata con più strati di legno e il cui ingresso era controllato da delle guardie armate.
- Credi che sia lì dentro? - domandò Skyler avvicinandosi.
- Probabile. - confermò Austin con un tono di voce improvvisamente basso.
Skyler spostò lo sguardo di qualche centimetro per osservare il suo viso e avvertì una strana sensazione di angoscia. Qualcosa di brutto stava per accadere. Udirono il trotto di alcuni cavalli in avvicinamento, i loro zoccoli colpivano l'asfalto con costanza mentre si avvicinavano. Il rumore si fece sempre più forte finché tra i banchi non spuntarono i loro musi marroni e coperti dai paraocchi, trainavano una carrozza nera in ferro battuto, ai lati non possedeva le finestre da cui le nobildonne si affacciavano con i ventagli aperti davanti al viso ma era tutto un blocco e non fu difficile comprendere che si trattava di una carrozza da carceriere. Infatti la porta della caserma si spalancò nello stesso istante in cui il cocchiere fece arrestare i cavalli e due uomini in divisa trascinarono fuori un prigioniero che si dibatteva e lottava per scappare, aveva un bavaglio sulla bocca per farlo tacere e delle catene intorno alle mani per immobilizzarlo. Portava degli indumenti bizzarri, bianchi e in grado di combattere il freddo. Non si erano mai visti abiti simili ma per Skyler e Austin erano anche troppo familiari.
Cole era stato catturato.
Agitava le braccia per fuggire alla presa ferrea dei due poliziotti ma i suoi tentativi di ribellione non ebbero il successo sperato perché si guadagnò un potente pugno sferrato sulla mascella. La testa ruotò di centottanta gradi mentre dal labbro spaccato scendeva del sangue.Skyler sussultò nel vedere la sua testa scattare e istintivamente fece un passo in avanti ma sapeva bene che non poteva raggiungerlo, non poteva correre verso di lui e proteggerlo con il suo corpo. Fu come se fosse stata lei stessa a ricevere il colpo. Strinse con forza la stoffa della gonna, sentiva le dita bruciare e le guance diventare calde per la rabbia che provava. Nessuno doveva permettersi di toccarlo.
I capelli scuri di Cole gli ricaddero davanti agli occhi e quando si voltò verso l'uomo che l'aveva colpito, il suo sguardo penetrante parve immobilizzare l'uomo sul posto per via del timore che le iridi azzurre incutevano.
- Almeno non è più imbavagliato. - sottolineò Austin facendo notare che il bavaglio si era spostato quando aveva incassato il colpo.
Skyler lesse la rabbia sotto la sua ironia e lo vide stringere le dita delle mani mentre assottigliava lo sguardo sull'uomo. Se l'avesse colpito una seconda volta, niente lo avrebbe fermato dal buttarsi addosso alla guardia. L'uomo si riscosse dal momentaneo timore e rise di gusto. Austin e Skyler erano abbastanza vicini da poter udire la sua voce quando si rivolse a lui ma probabilmente non era un fattore positivo.
- Fai pure il gradasso quanto vuoi ma i tuoi amici non verranno a salvarti e appena li troveremo, subiranno la tua stessa condanna. - disse sprezzante rimettendogli il bavaglio.
Cole si dibattè ancora ma venne spinto brutalmente dentro la carrozza e chiusa a chiave dall'esterno. Si accannì sulle sbarre, strofinò il mento contro la spalla per liberarsi una seconda volta dal pezzo di stoffa e sputò addosso al suo rivale.
- Non ho amici. - ringhiò.
Il poliziotto si pulì il viso e si avvicinò a lui.
- Sì, invece. Sono stati visti non molto distanti da qui e sul luogo del vostro attentato. Un vecchio contadino ha denunciato due giovani che hanno assalito il suo carro e nella descrizione portavano i tuoi stessi indumenti. Un nobile di prestigiosa famiglia, è appena venuto qui per informarci del fatto che gli abiti di sua moglie e suo figlio sono scomparsi ed è convinto di averli visti indosso ad una giovane ragazza e il suo compagno nel luogo dell'impatto. I tuoi complici, suppongo. Li vedrai presto, non preoccuparti. -
Sorrise perfido al termine della frase, poi picchiò la mano sul ferro della carrozza e il cocchiere capì di poter partire. Quando videro che si stava dirigendo nella loro direzione, indietreggiarono per nascondersi nell'ombra del vicolo.
La carrozza li oltrepassò. Skyler temette che il cocchiere si voltasse a guardarla e lo fissò ma lui non si girò mai, rimase chino sulle briglie, silenzioso come un' automa. Lasciò andare il respiro e alzò il viso verso quello di Austin.
Erano in un bel guaio.
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Skyler - Una contro la fine
Science FictionSkyler Shane è una ragazza che fa di tutto per allontanare le persone e passare inosservata,soprattutto tra i suoi coetanei. È orfana di entrambi i genitori e l'unica famiglia che ha,è costituita dai suoi fratelli gemelli più piccoli e il suo padrin...
Capitolo 47
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