Guardò il biondo al suo fianco e quegli occhi si parlarono.
Non ti lascio. – dicevano quelli del bel caposcuola.
Mai. – rispondevano quelli della Grifona.
Si sorrisero, mentre i brusii riprendevano vita, tutti concentrati sulla coppia.
Poi, successe qualcosa che li fece scoppiare a ridere.
Forti della convinzione che nessuno avrebbe diviso le loro mani, si avviarono al tavolo.
Ognuno al proprio.
Due tavoli ben differenti, uno all'estremità dell’altro, divisi dai restanti due, con la conclusione che si strattonarono a vicenda.
Resisi conto di quello che era appena successo, i due si guardarono e scoppiarono a ridere.
Una risata felice, cristallina, piena e calda che fece strabuzzare gli occhi di tutti i presenti, professori compresi.
Risero per attimi infiniti, guardandosi.
Risero della loro testardaggine, del loro amore così fanciullesco, del loro sentimento che annebbiava ogni cosa per lasciare spazio ad un senso di beatitudine e felicità estrema.
Quando smisero di ridere, Draco avvicinò Hermione a sé, le diede un leggero bacio sulle labbra e le accarezzò la guancia con la mano libera.
«A meno che tu non sappia scagliare un incantesimo allungante alle nostre braccia, mi sa che dovremo separarci. Oppure…» lasciò la frase in sospeso con sapiente maestria, facendo cadere Hermione nella propria trappola, quella della curiosità.
Infatti, la ragazza, aggiunse subito «Oppure?»
Draco sorrise e si avvicinò all'orecchio della giovane.
«Oppure vieni a sederti al tavolo della mia casa e non avremo alcun bisogno di separare le nostre splendide manine. Che ne dici?» concluse, mordendole delicatamente il lobo dell’orecchio.
Hermione si tirò indietro col busto, finta indignata.
«Brutta serpe!» gli disse, battendo due piccoli pugni leggeri sul petto del ragazzo «Io non ci vengo al tuo tavolo! Perché non vieni tu al mio?» ribatté, sorridendo.
Draco fece una finta faccia schifata «In mezzo a tutti quei grifoni? Donna, tu mi vuoi morto!» rispose indignato.
Hermione sorrise. «Ah, io ti vorrei morto? Ti vorrei ricordare che gli animali velenosi siedono al tuo tavolo, non al mio, caro.» rispose orgogliosa e battagliera.
Draco rise. «Hai ragione, ma noi serpi avveleniamo col piacere e le nostre vittime sono più che consenzienti – le disse, carezzandole lascivo il fianco - voi grifoni, invece, ci sbranate senza troppi preamboli. Nemmeno un po’ di romanticismo!» concluse con sguardo malizioso.
«Ma come ti permetti! Non è assolutamente vero! E poi, togli subito quella mano squamosa dal mio fianco. Maledizione, mi toccherà comprare un flauto magico.» concluse pensierosa la riccia.
Draco rise.
«Mano squamosa? Che cavolo dici, guarda!» e passò la mano sulla guancia di lei «Non senti quanto sia delicata e setosa?» chiese con gli occhi scintillanti di ironia.
«Aspetta. Prima te la sbrano, poi ti saprò dire se era veramente setosa.» le fece il verso, la ragazza.
Si misero a ridere entrambi, sempre sotto gli occhi stupiti dei presenti.
«Perché ti serve un flauto magico?» chiese subito dopo il giovane.
Hermione sorrise.
«Te lo spiego stasera, con calma. Che ne dici?» gli sorrise dolce e maliziosa al tempo stesso.
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D'ambra e di pioggia
Fanfiction[Harry Potter, Draco/Hermione] Hermione alzò lo sguardo verso il ragazzo, che la superava di una quindicina di centimetri buoni, e lì, i loro occhi si fusero di nuovo. Non si capiva se fosse l'argento a fondersi con l'oro o viceversa. Tanto sta, all...
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